Capitolo 2.

24 3 0
                                    

L'albergo non era tanto lontano dall'aeroporto infatti neanche dopo venti minuti la voce squillante della professoressa di inglese che disse "Dai ragazzi muovetevi!" mi fece sobbalzare sul sedile.

Mi alzai lentamente riponendo il telefono e le cuffie dentro la borsa e indossai il giacchetto.
Un leggero malditesta mi infastidisce appena. Scendo dal bus e una ventata d'aria gelida mi penetra fin sotto i vestiti facendomi rabbrividire.

Cammino velocemente verso l'autista per prendere la mia valigia e immediatamente mi fiondo all'interno del caldo ambiente dell'albergo.

La professoressa sta parlando con i custodi dell'Hotel, a quanto pare non dobbiamo fare rumore, soprattutto la notte, perché altrimenti si tengono la cauzione che abbiamo dovuto dare.
La vedo una cosa molto difficile.

Raggiungo il resto dei miei compagni nella hall sistemandomi su una delle sedie intorno al tavolino "Ho un sonno assurdo, mia madre mi ha buttato giù dal letto alle 4." Dice sbadigliando Matteo.
"E ti lamenti io mi sono dovuto svegliare alle tre e mezzo. Mio fratello mi ha anche tirato una ciabatta in testa" ribatte Valerio.
"Raga non rompete il cazzo", questo è Lele.

Appoggio i gomiti sul tavolino e affondo il viso nelle mani chiudendo gli occhi.
Sarei capace di addormentarmi in questa posizione in pochi secondi.

"Lydia!" La voce fin troppo squillante di Elisabetta mi perfora i timpani mentre con un sorriso a trentadue denti corre saltellando stile 'Heidi' verso di me "Ci hanno dato le chiavi e noi tre stiamo in stanza insieme!"  Urla tirando in un abbraccio sia me che Chiara, l'altra ragazza con cui condivideró la stanza.

"Perfetto, andiamo nella stanza così sistemiamo i bagagli e posso finalmente dormire" dico prendeno la mia valigia.
Mentre mi dirigo verso il corridoio adiacente alla nostra camera, passo vicino a Lele e gli scompiglio i capelli. 
Diciamo che il mio gesto non è stato molto di suo gradimento.

La camera è abbastanza grande per essere per sole tre persone. Anzi c'è anche un letto in più.
Un letto matrimoniale e due singoli.

Ringraziando il cielo anche il bagno è abbastanza grande. C'è una vasca grande sotto la finestra e un lavandino sormontato da uno specchio enorme.
La vasca fu la cosa che mi piacque di più, immaginai già le serate passate immersa nell'acqua calda dopo il gelo dell'esterno.

Ritornai nella camera e iniziai a svuotare la valigia sistemando i vari vestiti nell'armadio.

"Qualcuna di voi ha portato qualcosa da mangiare? Sto morendo di fame" si lamenta Betta buttandosi a peso morto sul letto.

"Dovrei avere un pacchetto di patatine nello zaino se Valerio non se lè finite" le dissi.

Neanche il tempo di terminare la frase che si alzó dal letto e si catapultò sul mio zaino iniziando a tirare fuori a raffica tutte le mie cose.

"Eccole!" Esclamò vittoriosa. Si sedette a terra e con una faccia compiaciuta iniziò a gustarsi le poche patatine alla paprika rimaste.

Qualche minuto dopo avevo finalmente finito di disfare la valigia, lasciando peró il borsone con gli indumenti da neve ancora sigillato.

Decisi di fare un bagno rilassante, così mentre le altre si erano ormai addormentate da qualche minuto, entrai in bagno ed aprii l'acqua regolandola e mettendo una quantità industriale del mio bagnoschiuma al cioccolato.
Mi spogliai completamente e misi della musica di sottofondo dal telefono.
Quando l'acqua fu abbastanza alta, entrai.

Legai in una crocchia alta i capelli in modo tale che non si bagnassero, anche perché ci avrei messo poi ore ad asciugarli.

Our Secret [Z.M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora