Eyeless Jack

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Click... click... click...

Jack continuò a pigiare il pulsante del telecomando, guardando pigramente diversi canali pop up prima di cambiare di nuovo canale. Sorprendentemente, non ci fu nulla di interessante durante quei fine settimana. Niente ad eccezione dei programmi a pagamento e altri show televisivi che non gli piacevano. Sospirando, lo studente del college si alzò dal divano, avviandosi verso la sua scrivania, che si trovava appoggiata contro il muro e accanto al suo letto. Lui aveva già finito i suoi compiti, gli aveva svolti durante le lezioni che aveva avuto quel giorno. A differenza del suo compagno di stanza, Jack sarebbe stato in grado di finire i suoi compiti così rapidamente, che avrebbe avuto tutto il resto della giornata libera per fare quel che voleva.

Non aveva voglia di giocare ai videogiochi e ancora meno, aveva voglia di uscire per andare da qualche parte. Afferrando dalla sedia la sua felpa nera col cappuccio, Jack se la infilò e prese le chiavi del suo dormitorio, infilandosele nella tasca dei pantaloni, uscì e si chiuse la porta alle spalle. Una bella passeggiata in giro per il campus gli avrebbe fatto bene. L'aria fresca, di solito, lo calmava, se non riusciva ad aiutarlo a riflettere. Ultimamente aveva la sensazione di sentirsi... diverso. Lui sapeva che non era il suo corpo o il college in sé. E non aveva nessuna fidanzata di cui doversi preoccupare. Si sentiva diverso, senza alcuna spiegazione. Questo gli fece venire il mal di testa a forza di rimuginarci sopra così tanto. Jack si massaggiò le tempie, dando una spinta alla porta esterna col piede. Una folata di vento chiuse la porta alle sue spalle, facendola andare a sbattere.

Erano circa le sei del pomeriggio e il cielo era dipinto di un arancione mescolato a un blu notte. Il cielo rapidamente si faceva sempre più scuro e via via si faceva sempre più buio.

Ora del coprifuoco, con sorpresa, si era già fatta mezzanotte. Non se lo era mai domandato a voce alta, ma si era sempre chiesto perché fosse così tardi. Di solito, dalle sue parti, il coprifuoco iniziava alle otto di sera.

«Ciao Jack!» il ragazzo si voltò, per incrociare una ragazza che frequentava la stessa classe. Sembrava che avesse appena lasciato l'aula, considerando che aveva ancora la borsa coi libri sulle spalle. Jack accennò un sorriso e alzò la mano per salutarla. Si chiamava... - Oh! Qual era il suo nome? Jenny! Jenny Smith. -

«Ehi Jenny. Proprio adesso lasci l'aula?» Jenny sorrise e annuì con la testa, mentre aggiustava la cinghia della tracolla. «È piuttosto tardi, cosa ti ha fatto rimanere così a lungo?». Il suo sorriso perse la sua luminosità di prima per qualche secondo, per poi ritornare.

«Oh... solo una sessione di studio. Presto ci saranno gli esami, lo sai. Quindi, meglio essere pronti». Lei ridacchiò, prima di spostarsi una ciocca dietro l'orecchio. «Comunque, che cosa si fai qui? Stanotte ci sarà un temporale». Jack si strinse le spalle, poi guardò il cielo notturno e annusò l'aria satura di umidità. Sì. Sarebbe potuto piovere da un momento all'altro.

«Ero giusto venuto a prendere una boccata d'aria. Ho finito i compiti in classe. Non avevo voglia di giocare ai videogiochi o di guardare la TV, così sono uscito fuori». Jenny annuiva la testa ogni tanto, mostrando che gli stava prestando attenzione e sorrise di nuovo.

«Hehe, bene, direi che hai avuto la tua boccata d'aria. Io adesso devo andare, ci vediamo più tardi!». Prima che Jack potesse risponderle con un 'arrivederci', la ragazza sgusciò sul marciapiede e iniziò ad avviarsi verso i dormitori. Jack inarcò un sopracciglio per la curiosità, mentre la sua mente aveva cominciando a porsi una domanda di fila dietro l'altra. Poco dopo, il filo dei suoi pensieri fu interrotto da una goccia di pioggia - poi un'altra e un'altra ancora.

«Merda». Borbottò, correndo verso la porta per rifugiarsi dentro, non volendo farsi inzuppare dalla pioggia. Sentì un'altra porta sbattere alle sue spalle. Jack aveva iniziato a scuotere i capelli per scrollarsi l'acqua di dosso, asciugandosi la faccia e la sua giacca. Jack tornò al suo dormitorio e iniziò a frugarsi nelle tasche per prendere le chiavi, fischiettando un motivetto casuale, mentre saliva le due rampe di scale. Stava ascoltando la sua melodia echeggiare per tutto il dormitorio. Era un po' inquietante, ora che ci faceva caso... dov'erano tutti? Era tutto troppo tranquillo per essere un venerdì sera. Di solito c'era un gran via vai di gente... forse, molti studenti erano impegnati nel tutoraggio. Forse altri erano tornati a casa a passare un fine settimana in famiglia. Forse, la gente era già andata a letto, o stavano nei loro dormitori. Essendo diventato tutto, così tranquillo.

They are not real. They live in your nightmares// Creepypasta's HistoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora