Capitolo 1-l'Accademia

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"‹‹Vattene via !›› proveniene dal piano di sotto,sento un ringhio e poi solo silenzio. Scendo dal letto,guardo l'ora sono le tre del mattino,cosa sta succedendo lì sotto? Apro la porta della mia camera e trovo Jackson in pigiama ‹‹Emily,scappa dalla finestra,vai dagli zii›› mi dice lui guardandomi negli occhi,si vede che è spaventato ma lo nasconde molto bene ‹‹non posso andarmene,tu,la mamma e papà?›› dico io terrorizzata.

In quel momento sento la voce di mio padre,ma non riesco a sentire cosa dice,poi un colpo di pistola,qualcuno grida ‹‹Emily vai!!!›› mi urla mio fratello,non trovo la forza di contraddirlo e scappo dalla finestra,inizio a correre,mi giro solo una volta per vedere casa mia:solo la luce della mia stanza è accesa e vedo un'ombra. Sento un ultimo urlo,ed è di Jackson."

Qualcuno entra nella mia stanza. ‹‹Emily,stai bene? Cosa è successo?›› mi chiede mia zia spaventata ‹‹sto bene zia,ho avuto solo un incubo..››dico io sorridendole per non farla preoccupare. ‹‹Va bene tesoro,domani sarà il tuo primo giorno all'Accademia cerca di riposare›› e chiude la porta,sono passati dieci anni dal massacro della mia famiglia,io avevo solo sei anni,sono riuscita a scappare ed ho corso fino alla casa dei miei zii,non mi fecero molte domande,sembrava che loro sapessero già tutto. In questi anni non è successo niente di che,nessuno osava parlare della mia famiglia e tutti mi guardavano con compassione;domani inizierò un'accademia speciale,così l'ha definita mia zia,dice che li tutto mi sarà più chiaro.

Non son riuscita a dormire granchè,ho passato la mattina a leggere,finchè non son diventate le sette ‹‹Emily,scendi a fare colazione!›› mi dice mio zio. Io scendo velocemente le scale e vado a sedermi a tavola,gli zii hanno una faccia triste,ma preferisco fare finta di niente ‹‹tesoro sei pronta?›› mi chiede Kate,mia zia abbozzando un piccolo sorriso ‹‹sì,spero di riuscire ad ambientarmi››dico,in effetti è proprio vero,l'unica cosa di cui io ho paura è quella di non riuscire ad ambientarmi bene con gli altri ragazzi ‹‹stai tranquilla che lì finalmente troverai qualcuno come te››.

Mi vesto mettendomi un jeans nero strappato sulle ginocchia e una maglietta a maniche corte con una felpa,nel caso avessi freddo,continuo a pensare all'ultima cosa che mi ha detto mia zia,cosa intendeva per "qualcuno come te" sono davvero così problematica e strana?Forse mi stanno portando in un ricovero per adolescenti problematici...

‹‹Dobbiamo andare o farai ritardo il primo giorno di scuola!››mi grida mia zia dal giardino,carichiamo la mia valigia e ci dirigiamo verso l'Accademia,ci mettiamo mezz'ora in macchina. Arriviamo davanti all'enorme edificio,è molto antico e un enorme portone si trova al centro della facciata.

‹‹Bene tesoro,io mi devo fermare qua lì non posso entrare,promettimi che starai attenta e ricorda che i tuoi genitori ti volevano bene›› mi dice con un tono molto triste ‹‹grazie zia,ti voglio bene›› saluto Kate un'ultima volta e mi dirigo verso l'entrata.

Una volta dentro ho dovuto posare la mia valigia alla "reception" e ora sto aspettando che qualcuno mi dica cosa fare,una ragazza dai capelli castani mi si avvicina ‹‹ciao,sei nuova?›› mi chiede sorridendomi,ha un bellissimo sorriso e riesce a mettermi di buon umore ‹‹sì sono nuova,e non so cosa io debba fare››dico io,lei ride ‹‹tranquilla,pure io sono nuova e credoche fra poco ci chiameranno,a proposito non ti ho chiesto come ti chiami›› ‹‹mi chiamo Emily,Emily Shade tu?›› le chiedo ‹‹io sono Johanna Grey,ma puoi chiamarmi Jo››.

Pochi minuti dopo un uomo entra nella stanza e inizia a chiamare i ragazzi,ma io e Johanna non veniamo chiamate e rimaniamo da sole. Appena il gruppo di ragazzi esce dal salone una donna sulla cinquantina d'anni si avvicina a noi ‹‹chi di voi due è Johanna Grey?››chiede ‹‹sono io›› risponde Jo‹‹benissimo,perfavore mi segua›› Jo mi saluta e segue la strana donna.

Rimango mezz'ora da sola nell'enorme salone,per passare il tempo mi avvicino alla libreria che si trova sul lato destro,ma non trovo nemmeno un libro che io conosco,hanno tutti nomi strani,per esempio c'è uno che si intitola "le storie dei lupi mannari dell'Himalaya".

Ad un certo punto una donna entra nel salone,deve aver corso perché ha il fiato corto,ha i lunghi capelli neri raccolti in uno chignon,e molto probabilmente è di origine asiatica perché ha gli occhi a mandorla.

‹‹Mi scusi signorina Shade,ma ho perso il pullman››mi dice sorridendomi ‹‹lei sa chi sono io?›› le chiedo stupita ‹‹certamente,ora le chiedo cortesemente di seguirmi,nel mio ufficio avremo la possibilità di parlare meglio›› la seguo senza dire niente,passiamo per vari corridoi dell'Accademia,e solo adesso capisco realmente l'immensità di questo edificio,raggiungiamo una porta. La signora apre la porta e mi fa segno di entrare ‹‹prego,non abbia paura entri pure›› mi dice gentilmente,mi sembra di averla già vista e poi stranamente con lei non mi sento tanto a disagio come con le altre persone,accenno un piccolo sorriso ed entro.

Ciao a tutti! Mi chiamo Sara è questa è la prima storia che pubblico,spero che sia di vostro gradimento. Se trovate qualche errore non esitate a farmelo notare! Se vi piace la storia votate oppure lasciate un commento,grazie se lo farete. Ci sentiamo nel prossimo capitolo!

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