Chapter Twenty-Two.

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Scarlett's Pov.

"Perché?" Quasi scattai all'indietro, ma mantenni il mio tono su un livello normale, se dovevo vedere quello spettacolo orribile, era meglio che ci fosse un buon motivo.

Sospirò, prendendo la mia mano nella sua, baciandone le nocche e parlando a bassa voce. "Ti spiegherò quando sarà il momento giusto."

Le sue labbra si trascinavano e indugiavano lentamente sulla mia mano, causando il mio corpo irrigidirsi dalla lieve eccitazione, cogliendomi alla sprovvista. Non ero sicura di sapere quanto tempo Harry mi avrebbe tenuta qui con lui, o perché io volevo di più, ma queste domande era meglio lasciarle senza risposta per il momento.

"Vieni, è il momento di esplorare." Annunciò alzandosi dal letto, prendendo la mia mano nella sua e aiutandomi ad alzarmi.

Mi tremavano lievemente le mani quando varcammo la porta della camera, i miei occhi si socchiusero.

Harry rise con leggerezza, "Siamo ancora all'interno della casa, tesoro."

I miei occhi rilevarono soltanto un soggiorno, i miei pensieri cominciarono a crescere come la confusione e la curiosità. Pensavo che fossimo all'inferno?

"Beh, siamo all'inferno ma siamo ad un diverso livello dell'inferno." Cominciammo a camminare nuovamente e riprese a parlare, "Vedi, i demoni possono scegliere il proprio livello dove poter stare, come fa il Diavolo in persona. Dobbiamo passare attraverso a dei cancelli per arrivare ai diversi livelli. Ho detto che ci sono nove livelli ma non che è incluso pure il nostro."

Annuii lentamente per fargli capire che sapevo quello che stava cercando di dire, la porta d'ingresso della sua abitazione si aprì, rivelando un quartiere normale. Delle case erano posizionate accanto a ciascuna casa con le proprie auto parcheggiate, le siepi erano tagliate perfettamente e i prati erano pulitissimi.

"C-cos'è?" Chiesi, perplessa.

Sospirò, "Questo è il nostro livello."

Scossi la testa, "No, no. Voglio dire, perché è così?"

"Sinceramente non lo so, ma è meglio di vivere in qualche grotta con delle cose soprannaturali in giro al di fuori di ciò." Mi morsi duramente il labbro e non feci commenti. Era meglio se non li facevo.

Improvvisamente un cellulare iniziò a squillare, facendomi sobbalzare dal totale shock. Posizionai una mano sul petto mentre Harry rispondeva al suo telefono.

"Pronto?"

"Mhm, si. Suppongo vada bene, padrone."

"D'accordo. Ci vediamo allora. Arrivederci." Concluse la chiamata, facendo scorrere il telefono in tasca.

Lo fissai per un attimo, "Perché hai un telefono? Come si fa ad avere segnale fin qui, all'inferno?"

"Shh, troppe domande." Mi mise a tacere, "Non esploreremo oggi, purtroppo, dovrai aspettare perché vedremo il padrone."

Il respiro si fermò sulla mia gola secca. Potevo identificare su chi era il padrone, voglio dire, chi altro Harry chiamerebbe padrone all'infuori di satana?

Circa mezz'ora più tardi, arrivammo a destinazione, in un edificio. Era enorme, più alto di qualsiasi altro grattacielo che avessi mai visto prima. Aveva delle rifiniture in oro e possedeva la scritta in gigante 'quartier generale' nella parte superiore di esso.

"Dove siamo?" Chiesi una volta che Harry aprii la mia portiera del auto.

"Troppe domande, piccolina." Sospirò pesantemente prima di dire: "Vedrai."

Annuii, stesi in piedi al suo fianco e avanzammo nell'edificio. Mentre parlava con un addetto alla reception io stessi tranquillamente in piedi dietro la sua grande statura. Dopo qualche momento, lasciammo finalmente la sala d'attesa, almeno presumevo fosse quella e arrivammo in un ascensore.

La musica classica suonava dolcemente mentre aspettavamo il suono della campanella dell'ascensore, quando suonò abbastanza mettemmo piedi  fuori dall'ascensore ma Harry improvvisamente si fermò di botto, facendo sì che urtassi accidentalmente contro di lui.

"Scusa." Mi scusai rapidamente, anche se non era stata colpa mia. Ma ero sempre quella che si scusava per prima, qualcosa che mia madre mi aveva insegnato.

Mia madre.

Un improvviso dolore pungente attraversò tutto il mio petto, il mio cuore avvertì una sensazione di pesantezza.

"Prendi la mia mano, tesoro." La voce di Harry mi portò fuori dai miei pensieri, ma presi volentieri la sua mano nella mia, continuando a camminare.

Ci fermammo una volta raggiunte le grandi doppie porte, erano d'oro puro, anche la maniglia della porta era d'oro.

Sembrava di essere in un mondo fatto d'oro, ma perché c'era del oro? C'era qualche altra cosa che aveva un valore all'inferno? Voglio dire, non era un posto per cose costose, giusto?

Harry diede due colpi alla porta, la mano libera era ancora strettamente avvolta alla mia.

La porta si spalancò enormemente, venimmo accolti da un uomo più anziano, vestito di un completo nero. "Vieni a prendere un posto a sedere."

"Grazie." Harry rispose al uomo e entrò nella sala conferenze piuttosto grande.

Era proprio come si aspettava che fosse. Un grande lungo tavolo di legno possedeva la maggior parte della stanza con delle sedie girevoli nere collocate perfettamente, insieme ad una grande libreria che occupava un intera parete.

"Siediti qui, tesoro." Harry istruì, feci come disse, sedendomi accanto a lui in una poltrona nera.

I minuti passavano, ma nessuno entrò nella stanza, Harry e io eravamo gli unici nella stanza. La mia ansia stava aumentando per chi o cosa sarebbe entrato in quella stanza, finché le porte d'oro non oscillarono rapidamente, rivelando soltanto un uomo misterioso.

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Capitolo tradotto all'una di notte e anche velocemente, perciò mi scuso per gli errori ma non ho proprio il tempo per controllarlo, ho un sacco di cose da studiare per il momento):

Dolce preferito?

Il mio il soufflè e il tiramisù, ingrasso solo al pensiero.

Aphrodisia. « H.S. [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora