Capitolo 11

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Giulia's pov
I primi giorni senza di lui sono stati terribili :sentivo la sua mancanza ovunque e avevo bisogno dei suoi baci. Cercavo di distrarmi in ogni modo, ma tutto mi ricordava lui.
Adesso la situazione è migliorata: facendo una videochiamata al giorno riusciamo a sentire meno la mancanza l'uno dell'altra. Pensare di essere così lontani mi fa venire letteralmente i brividi: fino a quel momento non avevo mai vissuto una relazione a distanza e, in effetti, più si è lontani, più si vede chiaro, perché la distanza ti fa capire di chi si ha veramente bisogno. E io avevo bisogno di lui, non ne avevo dubbi.
Dopo questo monologo e dopo averci riflettuto a lungo, decido di alzarmi. Oggi andrò in palestra per distrarmi un po'. Mi scarica troppo.
Penso anche che mi iscriverò all'università: mi piacerebbe diventare una psicologa e aiutare gli altri, come hanno fatto con me. Da piccola ero vittima di bullismo ma, a differenza di molti altri, l'ho detto subito a mia mamma: a lei raccontavo tutto, se ne accorgeva subito se qualcosa non fosse dovuta andare bene e poi che senso avrebbe avuto tenermi tutto dentro fino ad esplodere?!
Parlò con i professori, che cercarono di risolvere il problema a scuola. Intanto mi fece andare da uno psicologo, affinché confidassi tutto anche a lui per potermi aiutare e per darmi dei consigli su come comportarmi. Inizialmente mi sentivo molto imbarazzata a parlare ad uno sconosciuto dei miei problemi. Poi, però, iniziai a capire che era meglio: anche se avessi fatto nomi, lui non poteva conoscere proprio quelle persone e comunque non poteva dire niente a nessuno, al massimo a mia madre. Così piano piano iniziai a prendere confidenza. Devo dire che mi ha aiutata molto e l'ho sempre stimato per come svolgeva il suo lavoro. Da quel momento ho capito che, da grande, avrei voluto essere io quella che aiuta gli altri.
Intanto arrivo in palestra, che stranamente non è affollata come sempre: c'é la solita signora che fa gli squat e un ragazzo sul tappetino, al quale non avevo mai dato troppa importanza. Solo adesso mi sono resa conto che è lì, a fare i suoi addominali, tutte le volte che vengo qui in palestra. Lo noto soltanto oggi perché assomoglia incredibilmente tanto al mio Leo:indossa una maglietta bianca semplice e dei pantaloncini azzurri, proprio come i suoi.

 Lo noto soltanto oggi perché assomoglia incredibilmente tanto al mio Leo:indossa una maglietta bianca semplice e dei pantaloncini azzurri, proprio come i suoi

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Metto le cuffie, faccio partire la mia playlist preferita e inizio a correre sul tapis roulant.
Mentre tornavo a casa, ricevo una telefonata: è Ilaria. Mi ricorda di una festa, della quale sinceramente non me ne ricordavo. Forse quando l'ho saputo, ho preso subito in considerazione il fatto di non andarci. Ora come ora, non so neanche chi sia il festeggiato, quindi la lascio parlare.
Ilaria<ma Giulia, come fai a non ricordarti?! Domani è il compleanno di Jack: ci ha invitate alla sua festa, stasera>
Io <ma non doveva scomodarsi!>
Ilaria <dai Giulia, è il tuo ex!>
Io <Senti Ilà, eravamo in terza media. Ci siamo messi insieme solo perchè lui era stato troppo tempo con l'altra e io volevo dare il mio primo bacio. Non mi piaceva neanche!>
Ilaria <sta di fatto che ci dobbiamo andare lo stesso. Ti vengo a prendere tra poco e andiamo a comprargli il regalo, okay?>
Io <okay> rispondo scocciata.
Intanto guardo un po' di tv, ma non c'è niente di interessante. Dopo poco mi fermo su un canale dove c'è un programma di cucina e piano piano mi addormento...
Un'ora e mezza dopo
Un automobilista decide di svegliarmi dal mio sonno, incollandosi al clacson. "Saranno i soliti che parcheggiano in doppia fila" penso. Non smette. Mi alzo abbastanza indispettita ed irritata dal mio comodo divano per vedere cosa stava succendendo. È la macchina di Ilaria. Ma che ci fa qui? Ci penso un po' su e poi mi viene in mente il motivo.
Il problema è che sono in condizioni pietose. Ma almeno ha smesso, ora che mi ha vista. Mi sistemo al volo e scendo.
Arrivate al centro commerciale, cominciamo a cercare qualcosa da potergli regalare ma, dopo tanti tentativi, optiamo per un buono in un negozio di abbigliamento. Un po' banale, ma utile.
Torniamo a casa e ci prepariamo per uscire e, verso le 23, andiamo al locale dove festeggia. Voglia di vivere portami via...

E POI SEI ARRIVATO TU.||FF su Leonardo DecarliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora