Afterlife.

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Non avevano idea di come cominciare. Certo, Derek e Gerard erano a conoscenza di questo famoso rituale che avevano spiegato anche a tutti gli altri, ma erano indecisi. Alla fine, dopo decine e decine di proteste di Melissa, che voleva rivedere Scott, fu Allison a sbloccare quell'immobilità opprimente.

«Ascoltatemi bene» cominciò, sbattendo il pugno sul tavolo della cucina di Melissa, dove erano tutti riuniti. «Sono letteralmente stufa di tutti voi! Derek, tu sei partito con una determinazione così potente, così intensa, da coinvolgermi pienamente. Ma finora, non c'è traccia di Scott. Non mi pare che sia qui con me. Non abbiamo risolto nulla, eppure una soluzione c'è. Io sono sempre stata dalla parte di Scott, in quanto di risoluzione dei problemi. Un'uscita c'è sempre. C'è sempre un modo per ricominciare.» Le sue parole colsero nel segno l'animo di Liam e Derek. Ma fu Gerard a rispondere.

«Vedo che non avete intenzione di aspettare ancora» disse, sorridendo con quel suo ghigno orribile. La bocca di Liam si spalancò involontariamente. Dentro di lui ribollì la rabbia.

«Tu sai benissimo come si comincia il rituale!» Esclamò, troppo stupito per essere aggressivo, anche se voleva solo mozzargli la testa. Gerard continuò a sogghignare.

«Ma è ovvio!» Liam perse il controllo. Si gettò in avanti di slancio, ringhiando. Gli artigli spuntarono mentre era in aria. Qualcuno lo bloccò ad un passo dal collo di Gerard, che non si era mosso di un millimetro. Liam guardò torvo Derek.

«So perché l'ha fatto» sussurrò quello, dando un colpo sulla nuca di Liam per farlo tornare alla realtà. «Voleva assicurarsi se siamo davvero decisi a farlo.»

Liam inarcò le sopracciglia. «E ce n'è bisogno? C'è bisogno che Gerard sia certo della nostra decisione?»

Fu Gerard a rispondere. «Se vuoi che il rituale funzioni, ce n'è un chiarissimo bisogno. La decisione e la certezza di volerlo fare non per se stessi ma per salvare un'intera città che potrebbe crollare per colpa dell'assenza prolungata di Scott. Ed è così per voi. Tutti quanti volete vedere questa città tornare al suo vecchio splendore. Senza Stiles e senza Scott è impossibile, da quanto ho capito. Quindi, almeno uno dei due dovrà tornare. Penso allora che si possa cominciare.»

E con questo uscì dalla cucina e poi dalla casa, lasciando la porta aperta a segnare che gli altri dovevano seguirlo. Liam, Derek, Allison e Melissa si scambiarono un'occhiata decisa. Poi seguirono Gerard.

Raggiunsero il cimitero e poi la tomba di Stiles. Derek ebbe un tuffo al cuore. Di colpo, non era sicuro di potercela fare. Ma quando vide Allison, Liam e Melissa fissare la tomba addolorati ma convinti si convinse a sua volta. Gerard lanciò una pala che aveva trovato lì vicino a Derek e una a Liam.

«Scavate, piccoli cagnolini, avanti. Dovete assolutamente trovare l'osso, o non rivedremo mai più Scott.» Derek e Liam, infuriati allo stesso modo, cominciarono a scavare.

Passarono tre ore, prima che la pala di Liam toccasse qualcosa di solido invece che la terra umida. Derek non ci pensò due volte. Lanciò la pala dietro di sé e cominciò a scavare con le mani. Liam lo aiutò. Impiegarono altri dieci minuti, ma alla fine scoprirono completamente la tomba di Stiles. Derek non riusciva a muoversi, di fronte a quella tomba scura e silenziosa. Stringeva i pugni e li rilassava continuamente, il cuore che perdeva sempre più battiti. Fu la voce di Gerard a risvegliarlo da quello stato di trance.

«Venite su. Abbiamo ancora da fare» ordinò, e i due licantropi obbedirono, uscendo dalla fossa che avevano scavato con un balzo felino. Intanto, si era fatto buio. Le ombre e la nebbia avevano invaso il cimitero, rendendolo cupo e inquietante. Derek rabbrividì. Perfino lui aveva i brividi, nonostante fosse un licantropo.

«Muoviamoci, Gerard. Cosa dobbiamo fare adesso?» Quando Derek si voltò verso di lui, Gerard gli porse un coltello affilato. Derek lo prese titubante e perplesso.

«Tagliati la vena in orizzontale appena sotto la mano. Poi premi e lascia cadere dodici gocce sulla tomba di Stiles.» Derek non ci pensò due volte. Appoggio la lama lucente sulla vena in rilievo e, applicando una lieve pressione, la fece scorrere in orizzontale. Il dolore non lo sentiva neanche. Il sangue uscì, senza però cadere verso la fossa. Derek lanciò il coltello per terra e allungò il braccio sulla tomba. Poi, con l'altra mano, premette la carne intorno alla ferita, facendola bruciare e sanguinare. La prima goccia cadde, toccando la tomba. Immediatamente la goccia rossa scivolò lungo la superficie arrotondata fino a scomparire di lato, tra il legno scuro e la terra. La tomba fu attraversata subito da uno scossone tremendo, e tutti sobbalzarono, esclusi Gerard e Derek. Altre undici gocce caddero, scivolando sempre dove era scivolata la prima, una volta da un lato, una volta dall'altro. Per ogni goccia, la tomba tremava sempre più forte. Quando l'ultimo scossone terminò, tutto si fece silenzioso per un attimo. Poi la tomba si aprì da sola. L'interno era vuoto. Del corpo di Stiles non c'era traccia. Derek sussultò, indietreggiando quando una folata di vento freddo lo colpì. Si accorse che, sospeso appena sopra il terreno del cimitero si andava formando un turbine di vento. E mentre si formava, il turbine emanava una luce bianca, che andava facendosi sempre più intensa e accecante. Derek non riusciva a respirare. Anche se la luce era accecante, non chiudeva le palpebre nemmeno per un attimo. Derek restò a fissare quella luce bianca che si stava sprigionando dal nulla. Era carica di bellezza, come se stesse per rivelare qualcosa di stupendo, ma allo stesso tempo terribile. Il bagliore accecante si spense di colpo, e un'ombra uscì dal buio. Zoppicava. Sembrava che avesse appena visto una cosa così orrenda da non poterla spiegare. Guardò Derek con i suoi occhi vacui e inespressivi. Il licantropo sentì un brivido corrergli lungo la schiena. Non sapeva se essere felice o meno. Si sentiva strano. Era come se avesse davanti un estraneo, anche se conosceva quella persona più di quanto conoscesse sé stesso. Una lacrima gli solcò la guancia.

«Stiles...» sussurrò, avvicinandosi alla figura evanescente e pallida, tutta bianchissima, che volteggiava a pochi centimetri sopra al terreno. Allungò una mano, meravigliato. Stiles era stupendo. Ma era tutto bianco, e Derek quasi non lo sentiva suo come era in vita. Quando la mano toccò Stiles, lo attraversò, ricevendo un tocco gelido. Stiles aprì la bocca, un buco nero attraverso cui si vedeva Gerard che era dietro di lui, dall'altra parte della fossa. Ma dalla bocca di Stiles non uscì nessun suono.

E fu in quel momento che Derek si disse, accogliendo l'ondata di dolore a braccia aperte, che quello non era Stiles. Era solo il suo spirito evanescente e silenzioso. Il corpo di Stiles era nella bara. Quello era solo la rappresentazione della sua anima. Le sembianze che Stiles assumeva dall'altra parte. Nell'aldilà.

NOTA DELL'AUTRICE...

Eccomi gente!

Per prima cosa, voglio dirvi che non ci sarà solo un altro capitolo, ma altri due. Sì, lo so, non faccio quello che dico. Infatti, questo capitolo non è molto più lungo del terzo. Vabbè, comunque vi dico che dopo questa storia ne scriverò una Stydia. Forse questa sarà più lunga della Sterek e della Newtmas. Spero, almeno. In questo capitolo, il rituale usato per risvegliare Stiles è inventato completamente da me, sia chiaro. Non l'ho preso da nessun'altra fonte. Mi raccomando, voi pensate solo ad accendere tante stelline e a commentare questo capitolo nei commenti, ovviamente.

Al prossimo aggiornamento.

H.

Recall. [Sterek]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora