La mancanza di Scott si sentiva. Quando uscivi di casa, nell'aria si respirava il pericolo puro. Con Scott McCall, tutti si sentivano al sicuro. Finché c'era lui, tutto si poteva risolvere. Adesso, senza di lui, Beacon Hills era caduta nell'oblio più profondo di quanto già non lo fosse dopo la morte di Stiles. Liam gestiva il branco alla bell'e meglio, anche se si vedeva che faticava ad essere un Alpha improvvisato. Derek pensava che fosse troppo giovane. Certo, Scott non era molto più grande, ma Scott era diverso. Era Scott, dopotutto. Liam chiese aiuto a Derek dopo una settimana dalla fuga di Scott.
«Non eri perfettamente capace di gestire un branco incasinato come quello di Scott?» Lo riprese Derek, ripetendo le sue stesse parole quando gli aveva chiesto se aveva bisogno di aiuto. Liam sbuffò, pestando un piede a terra. Derek sorrise, quasi intenerito da quella visione.
Quanto adoro i lupacchiotti giovani, pensò, fissando Liam, a cui splendevano gli occhi per la frustrazione accumulata.
«Ti odio» sbottò Liam, incrociando le braccia e guardando ovunque piuttosto di non incrociare lo sguardo divertito di Derek, che non poté trattenersi dal ridere.
«Oh, ti prego, Liam» disse, smettendo improvvisamente di ridere e bloccando Liam fissandolo negli occhi. Il Beta deglutì, e i suoi occhi si spensero. Le braccia gli caddero lungo i fianchi. «Tu mi adori come adoreresti un supereroe se avessi cinque anni.» Derek vide il corpo di Liam cambiare, superando quel momento di indisposizione e tornando il Beta di cui Scott si fidava. La sua mascella si irrigidì. I muscoli delle sue braccia si gonfiarono. Le sue mani si chiusero a pugno.
«Oh, e perché dovrei?» Derek rispose lasciando che i suoi occhi si illuminassero di bianco, splendendo come due diamanti privi del loro fascino. Liam si bloccò, il fiato sospeso.
«Perché io sono stato il primo di cui Scott si è fidato davvero. Sono io ad aver insegnato tutto a Scott. Sono il licantropo più esperto di tutta Beacon Hills, adesso che Peter è sparito. Dentro di te, da qualche parte, tu sai di voler essere come me. Sai di voler diventare forte, sia mentalmente sia fisicamente, come lo sono io. Vuoi essere in grado di superare il dolore come ci sono riuscito io con la morte di Stiles.» Derek rimase zitto per qualche istante, lasciando che quelle parole oltrepassassero in qualche modo quella barriera eretta in modo troppo approssimativo. Finalmente, l'atteggiamento da duro di Liam si sciolse e il suo sguardo si perse. Ma Derek non gli diede il tempo di parlare. «E sai cosa ti dico, Liam? Smettila di provare a diventare come qualcuno. Prova a diventare qualcuno. Non cercare di seguire le orme di altri lupi mannari. Piuttosto, segui le orme che il destino ti sta proponendo.»
Liam aggrottò le sottili sopracciglia, sbalordito. «Perché diamine mi stai dicendo queste cose, Derek?»
«Perché sarebbe quello che ti direbbe Scott.»
Ci provarono sul serio. Derek utilizzò una serie di esercizi per aiutare i componenti del branco a fidarsi di lui. Nessuno riponeva la propria incolumità in uno come lui, esclusi Allison, Liam, Lydia e i due gemelli. Tutti gli altri non ce la facevano, a sopportare il peso di due perdite. Prima quella di Stiles, che avrebbe saputo esattamente come agire in situazioni del genere. Poi quella di Scott, il secondo pilastro del gruppo. Adesso era crollato anche quello. E il branco stava scivolando ad una velocità sempre più grande verso il vuoto. Derek e Liam erano le altre due colonne, ancora in piedi. Il peso del branco aumentava di giorno in giorno e per loro diventava sempre più difficile mantenerlo in piedi.
C'era un solo modo, per riuscire a stabilizzare il gruppo. Far tornare Scott. Ma come potevano far tornare Scott, se se n'era andato via di sua spontanea volontà? L'Alpha aveva lasciato tutto nelle mani di Derek, ma Derek si stava dimostrando debole. Solo Scott sapeva gestire un branco come quello. Lui l'aveva creato. Lui lo rendeva unito. Nessun altro poteva. Anzi, no. C'era qualcun altro che poteva farlo. Ma era impossibile chiedergli aiuto. Perché Stiles era morto, e di sicuro non si poteva chiedere aiuto ad un cadavere. O perlomeno, avrebbero potuto farlo, però la risposta non sarebbe mai arrivata.
Derek si gettò sul letto di Stiles, affondando il volto nel cuscino. Le sue gambe, dalla caviglia in giù, erano sospese per aria. Quel letto era minuscolo, per il lupo. Di notte dormiva con metà corpo oltre il materasso. Ma non avrebbe mai e poi mai sostituito il letto di Stiles. Sarebbe stato da egoisti.
Si voltò sulla schiena, fissando il soffitto oscurato dalle ombre che si creavano per colpa della povera illuminazione. Derek si massaggiò il viso, stirando i muscoli in continua tensione. Aveva un disperato bisogno di Stiles. Aveva un disperato bisogno di quel corpo magro e tiepido che sapeva rilassarlo completamente, dalla testa ai piedi. Decise di chiudere gli occhi e provare a dormire. Qualsiasi cosa avesse sognato, non importava. Doveva staccare per un attimo dalla situazione disperata del branco e di tutto quello che avrebbe fatto più tardi.
Derek si alzò in piedi, spolverandosi i pantaloni. Tossì ripetutamente, la gola che bruciava come se avesse appena ingerito dell'alcol puro. Quando riuscì a mettere a fuoco l'ambiente che lo circondava, aggrottò le sopracciglia e sfoderò artigli e zanne. Si trovava in un tunnel buio e freddo, rivestito di tubi che trasportavano uno strano suono acuto alle orecchie del licantropo. Si guardò intorno, allarmandosi alla vista dei due corridoi all'incrocio dei quali si trovava. Con il cuore che batteva all'impazzata, si accorse di altri tunnel che partivano dai corridoi. Si trovava in una specie di labirinto. Derek, con il cuore in gola, cominciò a camminare dritto davanti a sé. E da lì cominciò la sua corsa infinita alla ricerca di qualcosa che forse neanche esisteva ma che attirava Derek. Il licantropo svoltò a destra e a sinistra un centinaio di volte, proseguì dritto, si accasciò contro i tubi. Dopo un tempo indefinito, si fermò, cadendo per terra, completamente sudato. Dalla sua maglietta grigia cadevano delle gocce di sudore, leggere e rapide. Respirò profondamente, riprendendo fiato. Non aveva idea di cosa stava cercando. Aveva anche provato a graffiare il muro con gli artigli per segnare i corridoi che aveva già percorso, ma il materiale delle pareti era troppo duro perfino per i suoi artigli. Guardò di nuovo le sue mani trasformate. E, con le orecchie riempite da quel suono assordante, si tirò su e si avvicinò barcollando ai tubi. Con un solo colpo, spezzò il ferro, liberando il suono, che gli fece pulsare la testa. Ignorando il dolore martellante, avvicinò l'orecchio al tubo. Capì immediatamente da dove proveniva. Si avviò verso destra, correndo con le poche forze che gli rimanevano. I polmoni in fiamme, le gambe indolenzite, la mente ormai persa, Derek raggiunse due porte di ferro chiuse. Entrambe le ante della porta avevano una finestrella di vetro rotonda. Derek portò il proprio viso sul vetro, mentre la stanchezza gli portava via il suo aspetto da lupo mannaro. In questo stato, però, i suoi occhi, all'interno della stanza non videro altro se non buio. Solo buio. Così abbassò le palpebre e chiamò a raccolta tutte le sue energie. Con un urlo animalesco, riaprì gli occhi, tornati bianchi. E finalmente vide. Le sue forze durarono pochi secondi. Poi Derek si sentì svenire e cadde a terra, battendo la testa. Ma gli bastarono quei pochi secondi. Gli bastarono per capire.
NOTA DELL'AUTRICE...
HEYHEYHEYHEYHEYHEYHEY
Come va, gente??? Lo so, lo so. Ci ho messo molto ad aggiornare e blablabla... Ma, signore e signori, vi lascio indovinare il motivo!! No, scherzavo, anche se la risposta non è così complicata da trovare. Non avevo voglia di aggiornare. Perdonatemi! Comunque, ignorando i miei scleri che hanno superato i limiti, ditemi se vi è piaciuto il capitolo nei commenti. Accendete tante stelline e commentate ciò che non vi è piaciuto nei COMMENTIIII!!! (Grazie, grazie, so di essere intelligente.) Ringrazio tutti quelli che leggeranno!! (Capitolo orrendo, comunque...)
Al prossimo aggiornamento.
H.
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Recall. [Sterek]
Fiksi PenggemarSeguito di Only Human. "Derek restò a fissare quella luce bianca che si stava sprigionando dal nulla. Era carica di bellezza, come se stesse per rivelare qualcosa di stupendo. Il bagliore accecante si spense di colpo, e un'ombra uscì dal buio. Zoppi...