Prologo

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<< Non possiamo lasciarlo qui, morirà di fame, è appena nato >>
Voci e sguardi che mi fissavano con pietà, non sapevo dove mi trovavo, ero confuso e non sapevo nemmeno che cos'ero.

Avevo appena aperto gli occhi, prima ero abituato al buio, al caldo e alla protezione di mia madre, ma ora per qualche strana ragione mi ero ritrovato in un grande campo che si estendeva per chilometri, un'immensa prateria senza alberi e questa fu la prima cosa che vidi.

Mia madre doveva essere lì al mio fianco per aiutarmi a crescere, e farmi diventare uno stallone libero e selvaggio ma io non lo diventerò mai perché mia madre non c'era più.
Il suo corpo era accanto a me, immobile e privo di vita, quel giorno non seppi perché lei non fece nulla e restò lì, coricata tra l'erba che cresceva incolta, solo dopo lo capii.

Credevo di essere abbandonato, io appena nato in un mondo sconosciuto, per la prima volta in vita mia ebbi paura.

Alzai lo sguardo verso gli strani esseri che mi stavano fissando ormai da quando ero nato, non sapevo cosa fossero, entrambi erano alti ed esili, con delle zampe lunghe e magrissime, ricordo che alla loro vista ridacchiai, non avevo mai visto nulla di simile.
Uno dei due che aveva una sorta di criniera rossiccia allungò una delle sue zampe e appoggiò, quella che in seguito capii che si chiamava mano, sulla mia testa.

Abbassai le orecchie, preoccupato di cosa potesse farmi, ma dopo capii che non dovevo temere anzi mi rassicurava.
L'altro invece si avvicinò a mia madre e dopo averla osservata esclamò << Ormai non possiamo più far nulla per lei, è morta durante il parto >>

Morta.

Non avevo ancora concepito a pieno il significato di questa orrenda parola, ma sapevo che mia madre non sarebbe più tornata da me, mai più.

Ora so cosa significa "morte" e rimpiango di non essere restato quel giorno al suo fianco, anche solo per darle un ultimo addio.
In quel momento potevo contare solo sui due strani esseri, che avevo definiti "Due zampe", avevo capito che tutti i Due Zampe sono esseri buoni e gentili, ma mi sbagliavo infatti questa legge si sarebbe infranta da lì a poco.

Il Due Zampe che mi stava accarezzando si voltò verso l'altro << Allora che vuoi fare con lui? >>
lui rispose sospirando << Vorrei poterlo tenere, ma non posso, comunque a pochi chilometri da qui c'è una fattoria, hanno degli spazi per cavalli, magari lo possono tenere loro, sicuramente non lo lascerò qui >>

L'altra, perché capii che si trattava di una femmina visto la criniera più lunga, annuì, poi prese dalla borsa che portava a tracolla una corda rosso acceso che era attaccata ad un'altra ma più corta e intrecciata con altre corde, la Due Zampe la chiamò "cavezza", e me la mise delicatamente sul muso, assicurandosi di stringerla bene, io la lasciai fare perché avevo fiducia ormai in loro.

Poi provò a tirare leggermente la corda, incitandomi ad alzarmi, io avevo leggermente paura a farlo, ero appena venuto al mondo e non ero sicuro di riuscirci, visto che le mie zampe erano deboli.

Lei lo capì al volo quindi si avvicinò a me e con delicatezza tentò a sollevarmi aiutando a reggermi.
Era una strana sensazione, stare in piedi, sentivo tutti i muscoli tirati e le ossa che reggevano il peso del mio corpo, ma era bello e non vedevo l'ora di girare per il campo.

Mossi il primo passo e poi fare gli altri fu un gioco da ragazzi, ogni tanto inciampavo o cadevo a terra ma là Due Zampe mi sosteneva sempre, mentre l'altro ci camminava a fianco sorridendo.

Così arrivammo in breve tempo vicino ad uno strano oggetto metallico, aveva quattro ruote e quattro vetro mentre dietro c'era una sorta di recinto.

Nightmare- Lost SoulsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora