Un anno e mezzo.
È passato del tempo dalla prima volta che misi lo zoccolo nel ranch di Winner, un anno e mezzo passato immobile in un dannato paddock, il nome che usavano qui per chiamare i recinti, ad annoiarmi osservando malinconico i cavalli selvaggi correre liberi nella prateria.
Perché io non potevo essere lì con loro?
Un anno e mezzo ad aspettare che qualcuno venisse a prendermi per togliermi da quel maledetto luogo, continuando ad osservare quella strada in cui la macchina do Kate e Jack sparì per non farsi mai più rivedere.Ho pensato spesso a loro, sperando che si ricordassero ancora di quel puledro indifeso che avevano salvato.
Ora quel puledro è diventato più grande, robusto, somiglia ad un vero cavallo, la mia criniera color crema è lunga come il ciuffo che mi copre sussiste un occhio, il mantello si è inscurito diventato un marrone che quasi si confonde con il nero.
Il signor Winner non mi ha più di tanto considerato se non due o tre volte al giorno per nutrirmi e spazzolarmi, ormai non ho più paura di lui, non mi ha trattato malissimo dopotutto.
Ma purtroppo ho commesso un grande errore, imperdonabile, fidandomi così di lui.
D'altronde non tutti i Due Zampe sono gentili e il signor Winners faceva parte di uno di quelli.
Il vero inferno iniziò una mattina, stavo trotterellando per il paddock scambiando ogni tanto qualche parola con gli altri cavalli che come me stavano lì a brucare annoiandosi.Non che fossero simpatici gli altri cavallo, anzi erano proprio noiosi e sopratutto a differenza mia, anziani, parlavano sempre di malavoglia e quella volta che ti rivolgevano la parole iniziavano a parlare di cose insensate.
Solitamente parlavo con due cavalli, un sauro sui venticinque anni, era diventato zoppo in seguito ad una brutta caduta che non so come se la sia fatta, il suo nome era Wood, mentre l'altro, o meglio l'altra, era una cavallina piuttosto bassa di un bianco sporco, aveva diciotto o diciannove anni, si chiamava Tulip.
Ma quando sei solo e ti annoi di abbranchi a tutte le possibilità per passare il tempo.
Il signor Winners camminava con suo figlio Robert, loro due erano gli unici abitanti del ranch da quel che avevo capito, erano rimasti solo loro due in seguito al divorzio con la moglie del signor Winners, il figlio decise di rimanere con il padre per aiutarlo con il lavoro.I due andarono in direzione del mio paddock, notai subito che Robert portava tra le mani una sella e un imboccatura mentre il padre aveva una lunga frusta e una corda.
Sapevo cosa servissero tutte quelle cose, le avevo viste sugli altri cavalli ma mi sono sempre chiesto la loro utilità.
Robert si fermò appoggiandosi alla staccionata di legno scuro, e mi fissò attentamente poi si rivolse al padre alzando la voce per farsi sentire << Papà ma sei sicuro che non è presto per domarlo? Di solito l'addestramento inizia ai due anni, Nightmare ne ha solo uno e mezzo >>Avevo già sentito troppo, le parola "domare" seguita dal mio nome non stava bene, nessuno mi avrebbe domato, non volevo farmi mettere quella roba addosso.
Avrei voluto andare lì e domare io loro, mettendogli addosso a sulla maledetta sella.
Sono stato uno stupido a non pensare prima alle loro intenzioni, ora dovevo fare qualcosa.
Mi allontanai immediatamente dalla staccionata, muovendomi in un leggero canter.Kate non mi avrebbe fatto questo, pensai nostalgico, mentre sbuffavo.
Sentii da lontano il signor Winner che continuava a parlare con il figlio << Non ho altra scelta, dobbiamo accelerare i tempi di doma, perché non abbiamo più i soldi per ma stendere il ranch e siamo assolutamente obbligati a vendere Nightmare per guadagnare soldi, con quel cavallo faremo fortuna e se poi lo domeremo sarà ancora più facile darlo via >>
Il ragazzo sbuffò << Non sarà semplice domarlo, nelle sue vene scorre il sangue di un cavallo selvaggio >> aveva ragione, non mi sarei arreso così facilmente, gliela avrei fatta pagare
STAI LEGGENDO
Nightmare- Lost Souls
General FictionSono un cavallo, perché anche noi abbiamo qualche volta una storia da raccontare, e io voglio raccontare la mia. Forse penserete che non possa farlo, che un animale come me non debba raccontare le sue avventure, questo è un lavoro per i cavalieri, n...