Sono le cinque e mezza e non sono ancora andato via da questo posto, la tranquillità che riesce a trasmettere mi tiene inchiodato lì.Comincia a calare il sole così decido di andare altrove, prendo le mie cose, guardo indietro per un'ultima volta e mi incammino verso il cancello principale.
Decido di andare a piedi. Passo dopo passo vedo il sole diventare sempre più arancione e più basso, lentamente, mentre sto per arrivare a casa. Ho sempre amato i tramonti; sembra uno di quei momenti della giornata che devi assolutamente passare con qualcuno di speciale, attimi che non devono essere sprecati ma osservati fino in fondo, assaporati e incastrati nella memoria. Il sole tramonta sempre che sia una buona o una cattiva giornata, e questa sembra tanto una buona giornata.Arrivo a casa e la prima cosa che noto è il buon profumo che arriva dalla cucina.
Mamma sta cucinando come al solito, dall'odore sembra pollo e sono subito felice. Il pollo della mamma è uno dei miei piatti preferiti.
Vado in camera mia, decido di farmi una doccia e mettermi comodo dentro una tuta leggera. Mi sistemo sul mio letto e prendo il mio diario.Dear diary,
Il tramonto era bellissimo oggi, sarei voluto restare fuori finchè le stelle non avessero fatto capolino nel cielo. Sono davvero curioso di sapere se qualcuno come me si affascina di fronte l'alba o il tramonto, di fronte le stelle o la luna. Qualcuno come me che aspetta solo di sentirsi dire "Ti va un tramonto?".
Accetterei volentieri di fronte quella domanda."Taehyung!" sento chiamare il mio nome da mia madre e scendo di corsa, mangio la mia razione di pollo e torno in camera mia.
Mi stendo sul mio letto e per un attimo penso a Jimin e al suo diario. Mi fermo ad immaginare cosa potrebbe scrivere un ragazzo come lui. Che cosa sente, che cosa prova ad essere uno dei ragazzi più misteriosi della scuola? Riprendo il mio diario e continuo quello che stavo scrivendo:
Vorrei tanto scoprire che cosa pensi Jimin, come ti senti? Vorrei sapere di cosa scrivi, se scrivi di qualcuno come faccio io con te, o se ti limiti a riportare quello che ti capita ogni ogni giorno. Dubito che tu scriva di me.
Forse anche tu scrivi di tramonti e di occhi che al solo sguardo ti spezzano in due, di sorrisi che ti stringono in una morsa il cuore.
E mi chiedo se ti sei mai accorto di me, se mi hai mai guardato, se hai mai cercato il mio sguardo tra quelli degli altri. Io i tuoi occhi li ho cercati e li ho trovati così profondi di fronte ai miei che invece sono così spaventati e timidi e con un solo sguardo mi sono sentito bene, mi sono sentito felice di una felicità che si è lasciata spazio dentro di me e non vuole più uscire.
Chiudo gli occhi e ripercorro quell'attimo di gioia, rivivo ogni istante di quello sguardo su di me.Chiudo il diario e prendo sonno.
La mattina dopo mi sveglio tardi, sono sicuro che arriverò in ritardo a scuola e sarò l'ultimo ad entrare in classe.
Apro la porta dell'ingresso e noto che ci sono ancora parecchie persone in giro per i corridoi ma non me ne curo e corro verso la mia aula.La porta è aperta e quasi tutti sono già seduti, la maggior parte di loro è già occupata a fare qualcosa e non si accorge di me. Vado verso il mio posto a testa bassa, quando alzo gli occhi vedo qualcuno già seduto nel mio banco che mi fa posto di fianco a sè. Lo stesso ragazzo che ieri mi ha accennato il suo nome: Namjoon. Mi sorride allo stesso modo in cui mi ha sorriso ieri e fa cenno di sedermi.
"Ciao Taehyung" dice con una voce abbastanza forte.
"Ciao Namjoon" dico io con un sorriso sul volto. Questo ragazzo sembra una di quelle persone a cui la bocca è stata fatta apposta per sorridere. E quando sorride ci sa proprio fare.
"Frequenti questa scuola da tanto o sei nuovo?" dice più piano lui con uno sguardo curioso."La frequento da due anni" concludo io, e non mi stupisco affatto di quella che sarà la sua risposta.
"Non ti ho mai visto qui" dice lui sicuro di quello che sta dicendo.
La porta si chiude e il professore entra, posa la cartella sulla cattedra e si siede.
Dopo nemmeno un minuto la porta si riapre e sulla soglia c'è un Jimin affannato che chiede al professore se può entrare. Nel vederlo le mie guance si colorano subito e non riesco a smettere di guardare nella sua direzione.
Cammina, si guarda attorno per trovare un posto libero mentre con una mano si aggiusta la canotta completamentamente nera. Do un'occhiata ai banchi liberi e mi accorgo che l'unico rimasto è davanti Namjoon. Incontra il mio sguardo per un istante, così poco che non sembra nemmeno reale e si siede. Faccio uscire piano un sospiro cercando di non farmi sentire da nessuno. Prendo il mio diario e lo sfoglio fino a trovare una pagina pulita, mi assicuro che Namjoon non mi stia guardando e con un tratto veloce scrivo al centro della pagina: Black.E per tutta la lezione non faccio altro che guardare le sue spalle grandi e le sue lunghe braccia. Si gira un po' e guarda indietro con la coda dell'occhio come se avesse capito che lo stavo osservando. E lo stavo osservando con cura per ricordare ogni piccolo gesto e particolare. Abbasso lo sguardo sulle mie mani che non stanno ferme e tamburellano sul legno del mio banco. Quando riposo lo sguardo su di lui non sta più guardando. Mi sposto leggermente per vedere cosa sta facendo e noto la sua mano muoversi lentamente su una pagina bianca del suo diario e così continua fino alla fine della lezione.
Namjoon mi saluta con un sorriso e dice qualcosa che non riesco a sentire perchè ancora immerso nei miei pensieri.
Vanno via tutti ad uno ad uno, Jimin prende il suo diario e il suo zaino e va via anche lui. Aspetto un attimo prima di uscire, vado nel mio armadietto a prendere tutto il necessario per finire le lezioni di oggi.
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you complete mess // vmin
FanficAvevo dimenticato di stare male ed era solo grazie al suo sorriso e alle sue braccia aggangiate sicure attorno al mio gracile corpo. "Se stessi per cadere avrei qualcuno che sarebbe pronto a prendermi" pensai. E se fossi già sull'orlo di un profon...