Capitolo 2

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Sto guardando la Tv, quando il campanello dalla porta suona, controllo l'ora: sì, Lucy è arrivata. Mi alzo dal divano.

"Vado io" Annuncio a mia zia.

Apro la porta, ma non vedo nessuno.

"LUUUU!" La chiamo.

 Ancora niente, si sarà nascosta dietro il muro per farmi uno scherzo, non sarebbe la prima volta.

"Eddai mongola esci fuori!" Dico ridendo.

"Guarda che ci sono i ragni, lì eh" Dico io, sapendo che così sarebbe uscita.

Ha una fobia pazzesca dei ragni.

Ancora niente. Esco dalla porta e vado a vedere dove pensavo si fosse nascosta. Non trovo nessuno comunque. Faccio scorrere i miei occhi sul resto della strada, ma Lucy non c'è.  Indietreggio quando vedo qualcosa muoversi dietro a un muretto di pietra.

"Ti ho visto scema!" Le dico ridendo.

Mi avvicino al muretto, quando vedo una ciocca di capelli ricci e crespi, del mio stesso colore.




*"NON FARTI PIU' VEDERE! CAPITO?!"  Dice papà urlando.

Non piangere Kim. Non piangere. Le lacrime però scendono comunque. E' soltanto ubriaco. Da quando mia madre non c'è più succede spesso, però credo che stasera abbia bevuto particolarmente. Improvvisamente sul suo volto si disegna un ghigno.

"VAI SUL DIVANO" Dice urlando comunque.

 Non mi muovo.  Ho troppa paura di sbagliare, per poi farlo arrabbiare ulteriormente.

"MI HAI SENTITO!? '"  Sbraita avvicinandosi a me con la mano sollevata, come se si stesse trattenendo dal tirarmi un ceffone. Questa volta ubbidisco e mi siedo sul morbido bordo del divano rosso.

Si passa la lingua sulle labbra sorridendo. Tutto d'un tratto si siede vicino a me e mi prende la mano. Lo guardo cercando di capire che intenzioni ha: il suo sguardo è fisso sul mio e dopo qualche secondo lo distoglie guardando il pavimento. Sento che mi stringe la mano e comincia ad accarezzarla. Trattengo il fiato quando la trascina verso le sue cosce, in mezzo a le gambe. Mi sforzo di non ritrarre la mano perché, conoscendolo, potrebbe picchiarmi. Sento che le mie dita scontrano le sue intimità e un brivido mi percorre la schiena. Lui continua a trascinarle finché non sono completamente premute sulla sua pelle.*




Non riesco oso fiatare.

Non riesco a togliermi quella immagine dalla testa.

*Si passa la lingua sulle labbra sorridendo. Tutto d'un tratto si siede vicino a me e mi prende la mano .* 

Indietreggio piano, piano con il fiato corto. Non riesco a smettere di fissare quella ciocca di capelli crespi che ho davanti.

*E'  lui. E' arrivato.*

Mi immobilizzo quando muove leggermente la testa facendo oscillare il ricciolo. Sento il mio cuore che batte velocemente, e il mio respiro si fa sempre più affannoso. Sento il sudore che cola dalla mia fronte. Cammino lentamente verso la porta di casa, senza distogliere lo sguardo dal muretto di pietra.

Okay. Calma Kim. Un passo alla volta: destra, sinistra, destra, sinistra...okay. Adesso corri veloce dentro casa e chiudi la porta.

3,

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