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È stata la notte più bella della mia vita. Ero lì, sdraiato sul letto. Nudo. Con Francesco al mio fianco.
Sentivo il calore del suo braccio sul mio ventre che era ancora ricoperto dai nostri liquidi seminali. Già, era la mia prima volta.

Francesco è un mio compagno di classe dall'inizio di questo anno scolastico che ormai sta per giungere a termine. Fin dal primo giorno in cui è entrato in classe il suo sguardo penetrante mi fulminava a tal punto che attivava quell'interruttore che stimolava i pensieri più sconci che potevano mai occupare la mia testa. Ma questo è l'ultimo degli effetti di quegli occhi di ghiaccio, perché ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano, il mio cuore si fermava improvvisamente per riprendere a battere cinque volte più veloce non appena i suoi occhi smettevano di prestarmi attenzione.

Nonostante siamo in quinto, Francesco è arrivato solo questo anno perché da Milano è venuto a giocare per la squadra della Capitale. Lo venni a sapere molto dopo perché ebbi la prima conversazione con lui solamente ai primi di novembre. Non me ne intendo per niente di calcio, ma una cosa è certa, non è da tutti entrare a far parte di una squadra di quel livello.

Dopo tutti questi mesi non ci posso ancora credere che sono affianco al ragazzo che tutte le ragazze venerano nel nostro istituto. Vorrei tanto sapere cosa gli passa per la testa, vorrei tanto tuffarmi nei suoi pensieri e scoprire quali sono.

I miei pensieri vengono interrotti da una notifica. Allungo il braccio per prendere il mio telefono sopra il comodino. Instagram, bigtits9522 ha messo "Mi piace" al tuo post.

Ora chi è questo/a? E che cazzo vuole?

Scorro il mio dito sullo schermo per vedere di quale foto si tratta. Era la penultima foto che avevo postato 2 giorni fa, un selfie che ci eravamo scattati io e mio cugino mentre eravamo al parco insieme a dei nostri amici.

Proprio in quell'istante ricevo un messaggio su WhatsApp.

Anna: Adrien (emoticon cuore)

E ora chi cazzo è questa?

Apro la chat e rispondo:

Ciao, ci conosciamo?

Improvvisamente il telefono si spegne.

Si cazzo spegne.

Si vaffanculo spegne.

Si fottutamente spegne.

Mi scuso per le mie imprecazioni continue e posizionate nella frase a casaccio.

Poggio il telefono esattamente dove era perché non mi andava di alzarmi per caricarlo. Stavo così bene tra le braccia di Francesco che già dormiva.

Lo guardai in faccia, in quell'istante i nostri volti erano distanti solo pochi millimetri e potei sentire il suo respiro sulla mia pelle. Potevo ancora sentire il suo profumo di Hollister trasportato verso di me ogni volta che espirava.

Era così incredibilmente bello. Le sue labbra carnose mi invitavano a baciarlo.

Così lo feci.

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Aprii gli occhi e c'era questa luce che mi accecava. Sole di merda.

Bene. Mi sono addormentato. Mannaggia a me.

Era il mattino seguente e Francesco si era già alzato.

Mi alzai dirigendomi in bagno, un po' frustrato perché la prima cosa che volevo vedere questa mattina era lui.

Dopo aver svuotato la vescica mi misi davanti il lavandino. Mentre mi lavavo le mani mi guardai allo specchio e successivamente anche all'orologio che era dietro di me. Segnava le 7:50, cosa che mi spaventò non poco perché era lunedì e tra esattamente 10 minuti dovevo stare a scuola.

Mi misi subito sotto la doccia senza neanche preoccuparmi di chiudere la porta ed iniziai a lavarmi.

Una volta uscito dalla doccia, cominciai ad asciugarmi e mi avvolsi l'asciugamano attorno alla vita.

Uscendo dal bagno, collegato alla mia camera, realizzai quanto fosse disordinata quest'ultima: mutande qui, mutande lì, vestiti ovunque. Dovevo mettere in ordine questo schifo. Anzi dovevo sbrigarmi perché avevo solo altri 5 minuti.

Sentii Francesco urlare di sotto - Merda sbrigati, ti aspetto in macchina. - disse.

Aprii l'armadio e presi la prima maglietta che c'era sopra la pila: era la maglietta blu Hilfiger con il logo sul pettorale sinistro regalatomi da un'amica per il mio diciottesimo. Poi presi i jeans sopra la sedia che c'era dietro di me e mi vestii.

Allacciate le scarpe, tornai in bagno, sistemai velocemente i miei capelli castani ancora bagnati con una mano mentre con l'altra mi lavavo i denti. Sciacquai la bocca l'ultima volta e feci un sorriso, mi guardai negli occhi color nocciola e feci un sospiro.

Sono pronto.

Presi la cartella, corsi di sotto e chiusi la porta a chiave, entrai in macchina e appena chiusi la portiera, delle labbra calde mi accolsero seguito da un "buongiorno".

- Buongiorno, - risposi - sai che dobbiamo essere a scuola esattamente tra 30 secondi vero?

- Certo che lo so.

Mise in moto e partimmo.

La scuola non era tanto distante, per questo avremmo fatto massimo 5 minuti di ritardo.

Mancava solo questo semaforo da attraversare, era verde, ma spuntò fuori questo camioncino che prendemmo in pieno.

Francesco non fece in tempo a fermarsi.

Proprio Come Immaginavo (boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora