RACHEL

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Buio.

Vuoto.

Rachel non sapeva dire dove fosse. Non sapeva se era viva.. o se era morta.

Fluttuava in un mare di buio, così fitto da non saper distinguere se aveva gli occhi aperti o chiusi.

Probabilmente doveva essere viva, perché Percy le aveva raccontato com'erano gli Inferi, e decisamente non assomigliavano a quel luogo.

Dove si trovava? Non lo sapeva.

Sapeva solo dove si trovava il suo corpo: disteso in un letto nell'infermeria del Campo.

Come lo sapeva? Non ne aveva idea.

Pian piano, un piacevole senso di letargia la avvolse. Dopotutto non era così male, starsene lì, a galleggiare nel buio. Sarebbe stato bello abbandonarsi a quella sonnolenza, una buona dormita avrebbe potuto schiarirle le idee. Credeva proprio che avrebbe chiuso gli occhi e...

"Non dormirai"

Queste parole colpirono Rachel come una secchiata d'acqua gelida. Tutt'a un tratto si sentì sveglia e lucida, pronta ad affrontare qualsiasi cosa la vita le avesse posto davanti.

"Sai dove ti trovi, Rachel Elizabeth Dare?"

Questa voce non sembrava provenire da nessun punto in particolare. Veniva da ogni punto e da nessuna parte.

"No. Chi sei?"

"Ti trovi nel limbo tra la vita e la morte. Sei in coma. Sei sdraiata su un letto del Campo, ma al contempo non lo sei. Sei viva, eppure non lo sei. Sei morta, ma il tuo cuore batte ancora."

"Chi sei?"

"Non ha importanza. Senti questo rumore?"

All'improvviso il rumore di acqua che scorre sulle rocce, di un fiume che scende per una montagna, di una cascata che si infrange al suono riempì quel luogo. Come la voce, veniva da ogni punto e da nessuno.

"Questo" continuò la voce "è il fiume Lete. Mentre questo" il rumore dell'acqua raddoppiò, come se i fiumi fossero due "è il fiume Stige. Hai di fronte una scelta, Rachel Elizabeth Dare."

"Quale scelta?"

"Puoi gettarti nel Lete, e svegliarti. In questo caso, come puoi ben immaginare, ti desterai senza alcun ricordo della tua vita."

"Oppure puoi gettarti nello Stige, che è l'unico modo per salvarti. Dovrai riuscire ad attraversarlo. Ma se fallirai, non avrai più speranza. Morirai, ma la tua anima si scioglierà in queste acque. Rimarrai qui, non raggiungerai mai gli inferi, e patirai un tormento eterno, un dolore peggiore perfino di sostenere il peso del cielo, e peggiore anche di quello che hai provato qualche ora fa."

Rachel rabbrividì, ricordando come l'oracolo che era fluito in lei l'avesse quasi uccisa. Ricordava come era sembrato ustionarla dall'interno, mentre il potere corroso di Delfi annaspava per pronunciare la sua ultima profezia. Perché, Rachel lo sapeva, l'Oracolo era morto. Non sapeva come era potuto succedere, ma era successo.

"Scegli, Rachel Elizabeth Dare"

La folgorò un pensiero.

"Sei Giano, vero? Il dio delle scelte!"

Una tonante risata scosse le radici di quel mondo, come se il buio stesso ridesse.

"No, non sono Giano. Lui è troppo limitato. Chiuso di mente. Io sono Giano e molto di più. Scegli, Rachel Elizabeth Dare"

"Non so dove sono i due fiumi! Come faccio a scegliere?"

"Delfi ti guiderà. Scegli, Rachel Elizabeth Dare."

Rachel vide un piccolo filamento di vapore verde che le si avvolgeva alle gambe, come un serpente estremamente sottile. Un momento. Come faceva a vederlo? Era tutto buio! E l'Oracolo era morto!"

"Questo è tutto ciò che è rimasto dello spirito di Delfi. Scegli Rachel Elizabeth Dare."

"No! Non voglio scegliere!"

"Allora non ti resta che morire, Rachel Elizabeth Dare."

Subito fiamme guizzanti blu e bianche apparirono ai lati e dietro Rachel. Formavano un quadrato, con un lato aperto. Un quadrato che stava lentamente restringendosi.

"Scegli, Rachel Elizabeth Dare"

"No! Non puoi uccidermi! Questo sta accadendo dentro la mia testa, non è vero!"

La stessa risata roboante scosse le fondamenta di quel mondo, poi la voce parlò ancora.

"Certo che sta accadendo dentro la tua testa. Ma perché diavolo dovrebbe voler dire che non è vero?"

Le fiamme erano ormai a un metro da Rachel. Ne sentiva l'intenso calore sulla pelle.

"Scegli, Rachel Elizabeth Dare. Scegli"

Con un grido, la ragazza si lanciò verso l'unico punto libero dalle fiamme e corse, come mai aveva fatto.

Lo scrosciare dell'acqua si intesificò, fino a che le orecchie si fecero male. Arrivò vicino ai due fiumi, illuminati dalla luce delle fiamme. Alla sua sinistra scorreva lo Stige, con le sue scure acque torbide. Alla sua destra il Lete, cristallino e lattiginoso.

"Scegli, Rachel Elizabeth Dare"

Da una parte, amnesia senza possibilità di cura. Dall'altra, morte quasi certa, e una piccolissima possibilità di sopravvivere.

"Scegli, Rachel Elizabeth Dare"

Fece un passo verso il Lete. Poi un altro. Stava per compiere il terzo quando qualcosa la trattenne. Il sottile filamento di vapore verde si opponeva, e la tirava verso lo Stige.

"Scegli, Rachel Elizabeth Dare"

L'Oracolo si opponeva.

"Scegli, Rachel Elizabeth Dare"

All'improvviso seppe cosa fare. Rivolta al vapore, disse: "Mi aiuterai tu?"

Percepì la sua risposta e si voltò.

"Scegli, Rachel Elizabeth Dare"

Coprì la distanza che la separava dallo Stige di corsa.

"Scegli, Rachel Elizabeth Dare."

Senza fermarsi, senza pensare, senza riflettere, si tuffò nel fiume, l'eco di quell'ultima, orribile parola impresso nella sua mente.

"Scegli..."

La Benedizione di Ecate (PJO sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora