*Avviso: in questo capitolo è presente una scena di violenza sessuale anche se non descritta nei minimi dettagli.*
Durante l'anno scolastico a scuola ci alleniamo ogni giorno per i vari concorsi tranne la domenica, che solitamente è il giorno in cui si svolgono i concorsi. Come scuola partecipiamo a concorsi di vario tipo, da quelli di hop hip a quelli di moderna, da quelli di classica a quelli di contemporanea, e anche quelli in cui ci sono più discipline.
Ora è estate. Anche se la scuola è finita, frequento comunque un corso estivo di danza che si tiene nella mia scuola. A inizio settembre abbiamo un concorso abbastanza importante a Los Angeles e quindi i miei insegnanti hanno proposto un allenamento estivo che prevede due ore al giorno dal lunedì al venerdì.
Solitamente mi alzo alle sette e mezza del mattino e poi vado a correre per qualche kilometro, così da tenermi allenata anche ora che non c'è la scuola. Quando torno a casa mi faccio una doccia rilassante e poi faccio colazione. Di solito mangio un paio di pancakes che mi preparo da sola. Verso le dieci vado in camera mia a fare i compiti che ci hanno assegnato a scuola per le vacanze estive. Verso mezzogiorno mia madre ed io ci sediamo a tavola per pranzare e quando finisco continuo a fare i compiti. Poi per le quattro di pomeriggio vado a scuola in bicicletta perché ho lezione di danza e torno a casa dopo le sei. Mi faccio un'altra doccia, verso le sette mia madre ed io ceniamo e poi guardo un po' di televisione.
Solitamente il sabato e la domenica, dato che non ho il corso di danza, io e i miei amici ci troviamo a casa di uno di noi che ha la piscina e ci rimaniamo tutto il giorno. Passiamo il tempo a chiacchierare, ascoltare musica, prendere il sole a bordo piscina, giocare a beach volley.
Ogni sera usciamo tutti insieme e andiamo al cinema a vedere un film oppure facciamo un giro in città e ci fermiamo in un parco a chiacchierare e fare gli stupidi con i soliti giochi da adolescenti come verità o sfida e il gioco della bottiglia.
Il sabato sera, invece, andiamo in discoteca. Molte volte capita che ci siano battaglie tra crew della città e anche di fuori città. Sono battaglie straordinarie e i b-boy ballano qualsiasi stile, che sia hip hop, house, breakdance, female...
Ormai siamo già a metà agosto e manca poco al concorso.
Ľ adrenalina mi scorre già nelle vene.
Mentre ballo immagino sempre di trovarmi di fronte al numeroso pubblico e ai piedi delle gradinate un tavolo al quale vi sono seduti severi ed esperti giudici.
Sono troppo agitata. Mi figuro sempre una possibile situazione ed ogni giorno cambio l'esito in base al mio umore oppure al modo in cui ballo.
Se ho dato il massimo allora i giudici mi danno il punteggio più alto, se invece ho ballato svogliatamente e con poca energia e poca interpretazione uno dei più bassi.Saluto le mie amiche, poi mi incammino verso casa. Mentre cammino lungo il viale mi accorgo di essere seguita. L'uomo mi ha iniziata a seguire appena sono uscita dalla scuola. Turbata decido di velocizzare il passo per creare un distacco maggiore. Sento il cuore battere forte contro la mia cassa toracica. Non mi sono mai trovata in una situazione simile. Questo sconosciuto continua a seguirmi e vengo invasa dalla paura.
Nella mia mente si palesa solamente una domanda: cosa vuole da me? Finalmente raggiungo casa e lui si ferma alla fermata del bus. Tiro un sospiro di sollievo. Mi faccio troppe paranoie probabilmente perché sono agitata per l'esame. Con calma entro in casa ed appoggio la borsa di danza sul pavimento accanto alla porta d'ingresso. Sento il mio cellulare vibrare e lo prendo in mano aprendo il messaggio di mia madre: 'Tra poco sono a casa ho dimenticato le chiavi devi aprirmi. Mamma'.
Esulto di felicità. Non vedo l'ora di andare a fare shopping solo io e lei.
Appena sento il campanello mi precipito ad aprire ma purtroppo mi trovo davanti lo sconosciuto di prima.
Spaventata emetto un gridolino e cerco di chiudere la porta ma l'uomo la blocca. Vado in panico e cerco di allontanarmi ma lui, dopo aver aperto la porta con rabbia, mi afferra con forza per il polso trattenendomi. Mi dimeno cercando di liberarmi ma i miei sforzi sono inutili. Lui mi attira contro il suo robusto corpo e mi obbliga a piegare le gambe facendomi finire supina sul pavimento freddo.
Cerco di gridare aiuto ma la mia bocca viene tappata da un fazzoletto bianco. Inizio a colpirlo in volto facendolo arrabbiare e ricevendo in risposta uno schiaffo che mi stordisce.
Lui mi blocca i polsi sopra la testa rendendomi impotente. Continuo ad agitarmi mentre calde lacrime di terrore scorrono senza sosta lungo le mie guance. Sento il mio cuore rimbombare nelle orecchie mentre quell'uomo insinua le sue sudice mani tra i miei jeans sbottonandoli e abbassandoli insieme all'intimo. Volgo lo sguardo verso la porta mentre lui mi prende con violenza ripetutamente. Mi sento usata e non posso trattenere le lacrime che immediatamente iniziano a scorrere lungo le mie guance incastrandosi nel fazzoletto che rabbiosamente mi ha messo davanti alla bocca. Si accosta al mio volto e mi bacia il collo con le sue labbra umide. Le mie narici vengono invase dall'intenso profumo che riconosco essere Hugo Boss. In sottofondo, oltre ai miei lamenti di dolore e i miei singhiozzi, si sentono i suoi gemiti di piacere ed io non posso evitare di provare ancora più disgusto verso questo mostro. Già, mostro, non uomo, perché questa violenza non fa parte dell'uomo ma di un animale perverso. Quando si sentono delle ruote stridere sul vialetto di casa mia, lui si allontana da me e, in fretta, dopo aver visto mia madre venire verso noi, corre al piano superiore in cerca di una via di fuga. Lei lascia cadere la borsa e preoccupata urla il mio nome venendo verso di me. Eppure sembra tutto così distante. A fatica mi siedo e stringo le gambe al petto appoggiandomi contro il muro sentendo solo un grande freddo ed un vuoto all'altezza del cuore. Lei tenta di avvicinarsi ed abbracciarmi ma io tendo una mano per fermarla.
Non voglio essere toccata da nessuno.
Solo a vedere le sue mani mi rammentano quelle dello sconosciuto che con bramosia scorrevano sul mio corpo.
«Okay Caitlyn... ora chiamo l'ambulanza» dice scandendo le parole come quando da piccola cadevo e mi facevo male. L'unica differenza è che questo male non si può curare. Questo resterà per sempre perché è un segno indelebile e nulla potrà rimuovere questa giornata dalla mia mente.
Inizio a scuotere il capo con ardore. «Non voglio... non voglio nessuno...lasciami stare» mormoro in panico «Lasciami sola...» la supplico continuando a piangere.
Lei sospira cercando di mantenere la calma ma posso notare che sta tremando, scossa per la mia aggressione.
«Va bene... vengono perché così ci visitano entrambe...» dice con dolcezza.
«Va bene? Ci facciamo visitare insieme ed io sto accanto a te. Non ti lascio Caitlyn...» Annuisco alle sue parole mentre lei mi avvolge in una coperta e mi abbraccia.
«Ho paura mamma...» ammetto stringendomi al suo petto e sfogando il dolore e la paura che in questo momento regnano nella mia mente.*Our Space*
Ringraziamo i lettori. Ci scusiamo per il ritardo prolungato ma abbiamo avuto un imprevisto.
Speriamo vi piaccia questo capitolo e aspettiamo tante stelline!!!
Un bacio!! 😘

STAI LEGGENDO
Il Quartiere Dei Misteri
Mystery / ThrillerUna ragazza e la madre. Una vittima di stupro, l'altra scioccata più della figlia per ciò che era capitato. Un trasloco lontano da tutto il male. Nuova città. Nuova casa. Nuovi vicini. Ombre. Rumori. Paranoie. La paura che tutto possa riaccadere. Is...