Quella di salire sul piccolo palco dell'aula magna, per partecipare all'annuale rappresentazione teatrale della scuola, non era stata certo un'idea di Sabrina. La prof di lettere non era particolarmente entusiasta all'idea, i suoi compagni di classe si erano scambiati occhiate dubbiose e scettiche e persino la psicologa, che aveva iniziato a frequentare dopo l'incidente della gita, si era dimostrata piuttosto titubante e poco ottimista. Tuttavia, papà Giampaolo non solo era un uomo decisamente insistente, ma era anche innegabilmente carismatico e, se c'era una cosa nella quale eccelleva, questa era convincere la gente a fare esattamente ciò che voleva, da comprare un'auto ad un prezzo non poi così conveniente, a partecipare ad una recita teatrale.
A distanza di mesi, Sabrina ancora non aveva capito come, esattamente, suo padre fosse riuscito a convincerla a proporsi come attrice. Perché se pensava alle motivazioni che lui le aveva presentato (lo hai detto anche tu che parlare in pubblico non ti spaventa così tanto, se ti ricordi bene cosa dire, avrai mesi e mesi per memorizzare tutta la tua parte. E comunque hai già fatto molti progressi, lo dice anche la psicologa. Hai anche ricominciato ad ascoltare musica sull'autobus, no? E non hai più avuto incidenti alle interrogazioni, gusto? Sì, lo so che vomiti ancora la mattina, ogni tanto, ma comunque molto meno di prima. Vedrai che nel giro di qualche settimana ti passerà anche il vomito. Dopotutto, sei solo una ragazza un po' troppo timida, in realtà!) non le sembravano così convincenti, di per sé.
Era il modo in cui la sua voce sicura e incoraggiante le pronunciava a renderle, in qualche modo, magiche. Suo padre sì che sarebbe stato perfetto come attore! La verve, la gestualità, il sorriso, le pause nel discorso, ogni singolo dettaglio nel suo modo di comunicare era perfetto e sembrava non sentirsi mai insicuro, con le spalle al muro, o anche solo un po' impacciato. Anche Enrico, il suo secondogenito, era così e Sabrina li invidiava entrambi profondamente, tanto che a volte il risentimento superava l'affetto nei loro confronti. Enrico era la gioia di papà Giampaolo, i due erano praticamente identici caratterialmente, il ragazzino sembrava l'incarnazione del figlio perfetto che l'uomo aveva sempre sognato e Sabrina non desiderava altro che, per una volta, suo padre fosse altrettanto orgoglioso di lei.
E forse era stata proprio questa la motivazione più grande, quella che l'aveva spinta ad alzare la mano quando la prof di lettere aveva chiesto quanti alunni avessero intenzione di partecipare al progetto. Nel momento in cui il suo braccio si era sollevato, Sabrina aveva sperimentato un qualcosa di molto simile alla dissociazione, quasi come se quella parte del corpo non le appartenesse più e si fosse mossa per volontà di qualcun'altro. Ma non aveva avuto una crisi e, incredibilmente, non si era pentita subito dopo.
Le prime settimane erano state le peggiori, più che altro perché faticava a memorizzare le battute, ritrovandosi così a doversi allontanare abbastanza spesso. L'impegno che aveva preso, però, era per lei solenne e non aveva alcuna intenzione di venirgli meno. Aveva iniziato a scriversi un copione, durante gli incontri, per poter memorizzare meglio e ripassare a casa. La prima volta che si era ripresa con il cellulare, per fare una prova, aveva quasi pensato di ritirarsi: scoprire che bastava un'inanimata telecamera a metterle pressione l'aveva preoccupata non poco e, nel tentativo di infondersi coraggio, si era ripetuta quello che le aveva detto papà: dopotutto, sei solo una ragazza un po' troppo timida, in realtà! Puoi farcela.
Da allora, ogni volta che era arrivata vicina ad avere una crisi, o aveva pensato di mollare, si era ripetuta in mente quelle parole, come un mantra: sei solo un po' troppo timida, Sabrina. E non c'è nessuna ragione di essere timidi. Vedi: anche gli altri non è che se la cavino tanto meglio. Puoi farcela. Enrico ce la farebbe. Papà vorrebbe che ce la facessi. E anche tu lo vuoi.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 15.
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Dopotutto, sei solo una ragazza un po' troppo timida!
Teen Fiction"A prima vista, insomma, non era particolarmente diversa da una qualsiasi ragazza di sedici anni. Aveva un solo difetto, il che può sembrare poco, ma questo era tanto grave da condizionare molti aspetti della sua vita. Facendo qualche ricerca su Goo...