.Due.

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Bianco.
Troppo bianco.
Eppure questo non doveva essere il paradiso.
Da quando in qua nel paradiso ci si sveglia con un incredibile mal di testa?
"Faccia attenzione ,può sembrare una ragazza come le ha altre ,ma ha visto come ha conciato quella povera ragazzina."
"Non si preoccupi."
Sentii delle voci al di fuori della porta.
Non era una normale porta.
Aveva un vetro in alto come per controllare cosa facesse la persona all'interno.
Qui non c'era un concetto proprio chiaro di 'Privacy'.
Mi alzai da quel lettino stupido,bianco,omogeneo alla stanza.
Tutto troppo uguale ,tutto troppo muto.
Tutto il silenzio del luogo fu compensato dal frastuono nella mia testa .
Adesso,chiunque mi avrebbe parlato ,lo avrei percepito come un urlo amplificato.
"Buongiorno"
Aveva detto semplicemente la signora apparsa alla mia stanza.
Mi misi le mani sulla fronte e le sussurrai.
"No,no ti prego non urlare."
Mi scese una lacrima salata nella guancia calda e ormai arrossata dal dolore .
"Ehm...okay"
Sussurrò.
"Hai mal di testa?"sussurrò.
Non risposi .
Non ci riuscivo .
Il mio corpo non sembrava voler rispondere ai comandi.
Ma cos'è che mi aveva causato tale trauma?
"Cosa è successo?"sussurrai balbettante.
"Durante il tribunale ti sei messa ad urlare e poi non so..sei svenuta temo.Durante lo svenimento dicevo cose senza senso."
Scossi la testa leggermente.
"Mh ora capisco.. Sono in ospedale vero?"
Fece una smorfia.
E subito adattò un'aria professionale munita di un grande falso sorriso.
"Oh vede cara ..."
"Non mi chiami cara.. "Mi scioccai del mio modo di digrignare i denti.
Fece un passo all'indietro come se avesse paura ma un'istante dopo si ricompose .
"Beh,sei in una casa di cura."
"Sono in un fottutissimo manicomio??!!"
Cominciai a sbraitare ,non curante del mal di testa che mi affliggevo sempre di più.
Mi alzai di scatto dal letto e lei con aria sconvolta scappò dalla stanza.
Non so quante ore passarono ,quante volte tentai di aprire quella porta,quanto urlai,quante volte rischiai di svenire per la mia crisi di nervi.
Mi stavo comportando da vera pazza.
'Io non sono pazza.'mi ripetei più volte .
Sentì la porta aprirsi lentamente.
"Ti prego entra, non ti farò del male..."
Sussurrai inerme,seduta sul freddo pavimento bianco.
"Buongiorno,le abbiamo portato la colazione."
Questa volta era un signore o dovrei chiamarlo medico?
O ragazzo?
Insomma era abbastanza giovane.
"Come ti chiami ?"chiesi.
Sembrava al quanto scioccato da questa domanda.
"Jace,tu?"
"Clary.Piacere."
Mi sorrise cordiale e si girò, come per andarsene .
"Jace!"
Lo chiamai.
Si girò di scatto impaurito .
Inizialmente non capì il perché della sua reazione ma poi intuì che in fin dei conti stava parlando con una 'pazza' .
Rabbrividii.
'Non sono una pazza'
Sussurrai .
"Puoi ,rima- insomma,puoi rimanere a mangiare con me?"
Lo guardai con gli occhi imploranti ,pieni di lacrime.
Lui mi guardò negli occhi e sussurrò:
"Okay"
Lo vedo uscire e lo afferrai per la tunica bianca e ci trovammo faccia a faccia.
"Dove vai?"mormorai spaventata.
A quel punto rise.
"Beh anche io devo mangiare."
Mi rilassai un po.
"Poi torni vero?"
"Sì."
Sorrisi e lo lasciai.

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