Capitolo 29

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"Come stai piccola?" Mi domanda una volta partiti.

Arrossisco per il nominativo ma non lo faccio notare voltandomi al finestrino.

"Strana.." dico abbassa voce.

"Sta tranquilla,ti troverai a tuo agio te lo prometto e quando vorrai ti porterò a trovarla a Wolverhampton " dice con la sua voce roca mentre tiene stretto il volante.

Arriaviamo davanti un cancello. Ha una graziosa villetta di legno a pochi isolati dal centro di Holmes Chapel. Il cancello si apre così avanza con la macchina lungo il piccolo giardino. Scende e viene dalla mia parte ad aprirmi lo sportello. Mi prende dalla mano e mi conduce all'ingresso. Cerca le chiavi nella tasca ma con la cosa dell'occhio nota il mio continuo fissarlo così sorride e posso giurare di sentirmi le guance scoppiare. Quando trova la chiavi apre la serratura ed entra per primo per poi voltarsi e dire "benvenuta dolcezza" mostrando le adorabili fossette. Non potevo fare a meno di sorridere così avanzai verso di lui trovandomi nel salotto. Era così accogliente. Dei grandi divani in pelle rossi e beige erano collocati nel centro della grande stanza. Tra loro si trovava un piccolo tavolino con molte cartelle e penne posate sopra. Al muro di trovavano due grandi librerie in tono con i divani, una con un gigante televisore plasma appeso e le casse a terra. Con la tenda rossa poteva sembrare una home-theatre e la mia mente si è immaginata le serate che attendevano me ed Harry in quella casa a vedere qualche film imbarazzati sul divano. L'altra libreria era piena di libri e inciclopedie. Non l'avrei mai detto che a Casanova piacesse la letteratura, owh non bisogna giudicare un libro dalla copertina. A breve sarebbe diventato un insegnante. La cosa che mi ha più attirato in tutta la stanza è il camino nel fondo del salotto con affianco un cassetto pieno di legna spezzata e di fronte al camino si trovava un tappeto bordeaux e dei cuscini sparsi. Arrossisco fortemente perché la mia mente si immaginò sempre me ed Harry a trascorrere del tempo lì sopra di fronte il camino acceso. Come sempre,lui lo notò e fece un ghigno riprendendomi la mano per accompagnarmi in quella che dovrebbe essere la cucina. Era più piccola del salotto ma ero a lo stesso punto accogliente. I mobili erano di un legno molto più chiaro di quello dei muri e del parquet. Una cosa che già mi piaceva di questa casa è il legno e il suo dolce e famigliare odore. Nel centro si trovava un tavolo con tante sedie intorno. Mi chiedevo perché mai se abitasse solo... come se mi avesse letto nella mente disse immediatamente
"Nelle festività vengono a trovarmi i miei genitori con alcuni amici per questo potranno sembrarti insolite sedie in più, sono abituato a stare solo a pranzo. A dire la verità alcune volte non ci sono proprio oh e per le pulizie sta tranquilla che qui viene una volta a settimana per una giornata intera la donna delle pulizie che ha messo mia madre dunque dovremmo pensare solo al cibo e i piatti" dice ridendo mentre si passa una mano tra i capelli e si appoggia sulla soglia della porta. "Non avevo detto nulla dico comunque " dico dondolando sui miei piedi. Sorride e muove la testa in segno di rassegnazione iniziando poi a camminare verso le scale di legno a chiocciola. Quando arriva al primo gradino si volta, vedendomi ancora alla porta della cucina.

"Che fai lì non vieni? Ti mostro la tua stanza" dice a trentadue denti. Ed era proprio ciò che temevo, avevo non so vergogna nel sapere che avrei dormito nello stesso piano con Harry. Mi mordo il labbro e lo seguo camminando lentamente, posa il suo braccio sulla mia vita ed apre la porta della mia presunta camera. Vi era un letto matrimoniale di legno con una grande coperta rosa, un armadio abbastanza spazioso per tutti i miei indumenti e una scrivania con uno specchio e una sediolina in pelle. Affianco si trovavano le ante con una piccola tenda in tono con la coperta rosa, andai ad aprire lentamente e si trovava un piccolo terrazzo con delle graziose piantine. Penso sia confortevole quindi sorrido voltandomi verso Harry

"Grazie" dico giocherellando con le dita.

"Di cosa piccola" dice,avvicinandosi e prendendo le mie mani facendomi fermare. Lo guardo negli occhi luminosi per alcuni istanti.

"Non so, per tutto questo. È molto gentile da parte tua " rispondo poi abbassando lo sguardo.

Mi alza il mento con le sue dita accarezzandomi poi la guancia che sentivo diventare più calda.

"Sono felice che tu sia qui" dice con la voce più roca del solito per poi deglutire fissando le mie labbra.

Non risposi. Sorrisi alle sue parole. E decisi di seguire anche questa volta il mio istinto. Mi misi leggermente sulle punte e per la prima volta ero io a dargli un bacio senza aspettare che lo facesse lui. Gli morsi delicatamente il labbro per poi stringere i denti ancora più forte facendolo temere sulla mia bocca. Non resistette alla mia azione così posò velocemente le sue mani sui miei fianchi attirandomi ancor di più a sé. Mi baciò con foga e in pochi secondi le nostre lingue giocavano dolcemente a ritmo,non riuscivo più a tenermi in piedi così misi le mani lungo il suo collo per tenermi mentre continuava a mordicchiarmi le labbra. Faceva così caldo, e la stanza sembrava stringersi. Non ci baciammo mai così a lungo.

"H-harry.." dico con la voce fragile staccandomi dalle sue umide labbra.

Ritentò immediatamente di ritornare sulle mie labbra ma indietreggiai leggermente con il capo.

"Harry dovrei prendere le mie cose dall'auto owh e dovremmo preparare la cena.." dico qualcosa per fermare ciò che poteva accadere se avessimo continuato.

"Va bene" dice sbattendo ripetutamente le palpebre e sistemandosi velocemente i riccioli. È ancora frastornato dal bacio,più di quanto lo sia io. E alcune mi sembra strano le faccia così effetto, pensando alle numerose ragazze che si è potuto permettere non avevo nulla in più..

***

Dopo aver svuotato le valigie decido di mettermi una canotta bianca e dei pantaloncini rosa, lego i capelli in una crocchia e cerco le mie pantofole. Quando esco dalla camera mi dirigo verso la sua porta a bussare. In pochi secondi viene ad aprire, era a patto nudo e portava dei pantaloncini verdi come i suoi occhi, era scalzo e aveva qualche capello disordinato. Morsi l'interno della guancia per la vista che avevo davanti i miei occhi. Era semplicemente stupendo.

"Entra" disse voltando le spalle per andare verso il suo gigantesco armadio. Potevo dire che aveva la stanza enorme quanto il salotto. Dio il letto. Aveva un letto matrimoniale grande quasi tutta la stanza, lo ricopriva un piumone bianco di seta con delle piume ricamate. Di fronte si trovava una lunga scrivania bianca con un laptop e pile di fogli. Anche lui aveva un balconcino come nell'altra stanza, ma più grande con dei lunghi drappeggi bianchi. Anche l'armadio era bianco. Era così soffice il tutto messo insieme.

"È carina la tua stanza" dico sorridendo.

"Grazie dolcezza" dice ricambiando mentre si infilava una t-shirt bianca.

"Vogliamo andare a cucinare insieme?" Gli chiedo

"Certo che si, un secondo che metto le mie pantofole anch'io " dice ridendo , facendo riferimento ai pupazzetti che avevo sulle pantofole.

Risi senza accorgermene quando spuntò fuori con le sue, erano di Mickey mouse.

Scendemmo le scale e ci dirigemmo verso la cucina. Io decisi di preparare spaghetti e lui il secondo.

Sto apparecchiando la tavola quando mi abbraccia da dietro e lasciandomi un bacio sul collo

"Non sai quanto sono felice di cenare con te qui" mi sussurra

"Lo sono anche io" dico, spostandomi da lui.

Fa un ghigno capendo che sto evitando di avere di nuovo contatto per ora, dopo il bacio di prima.

Dopo aver mangiato gli do una mano a sistemare.

"Piccola sei stanca?"

"Un po"

"Se hai voglia di vedere qualche film, fai pure io ti lascerò in pace andrò a finire dei lavori in camera"

"Owh d'accordo "

Andando in salotto mi accende il grande televisore. Pretty woman. Mio. Mi adagio sul divano mentre Harry prende le sue cartelle dal tavolino e sale le scale.

"Harry resta qui" dico fissandolo

Sorride e indietreggia per sedersi sul divano di fronte.

Mentre guardo il film di tanto in tanto gli do uno sguardo, è lì. Rannicchiato sul tavolino di fronte, impegnato a scrivere appunti su un foglio scarabocchiato e si lecca le labbra rosee. Alza gli occhi e mi penetra con lo sguardo. Dannazione.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 09, 2016 ⏰

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