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- April -

* FLASHBACK *

Erano i primi di Giugno, mancava letteralmente una settimana affinché uscissi da qui, il miglior momento della mia vita.

Diciamo che, il mio primo anno di liceo non fece così schifo e non fu neanche uno sballo.. Ma ero grata che fosse finito, l'anno successivo sarei tornata in un modo migliore, credo. O solo meglio.

"April!" La mia amica Elizabeth gridò mentre corse verso di me.

"Woah che succede?" Risi, dandole un veloce abbraccio.

Eravamo nel corridoio per il pranzo, visto che la mensa era troppo piena. E stare seduta lì mi faceva sentire semplicemente e completamente a disagio.

"Allora.. in giro si dice che Louis ha messo gli occhi su di te." Sorrise.

"Tomlinson? Quello del secondo anno di università? Quello che gioca per la squadra di calcio universitaria? Sei sicura?" I miei occhi si spalancarono, quasi scioccata. Io?

"Si, Tomlinson. Vuole chiederti di uscire!" ghignò.

"Ma sono una matricola." Inclinai la testa innocentemente. Andiamo, quale studente del secondo anno avrebbe un interesse per una matricola comunque?

"Non per molto." sorrise. "Ora, se fossi in te, coglierei l'occasione."

"È una voce, Ellie." gemetti. "Ci potrebbe essere un'altra studentessa chiamata April, e potrebbe probabilmente parlare di lei."

"L'età non conta, April. È la regola d'oro."

"Non una vera regola." Ridacchiai, sollevando le sopracciglia mentre camminavamo per il corridoio.

I corridoi erano quasi vuoti, visto che tutti gli altri erano andavi via per pranzo, oppure erano in mensa.

"Andiamo, vieni a sederti con noi in mensa." ghignò.

"No grazie." sospirai. "Solo non me la sento oggi, e non ho proprio fame."

"Sei sicura?"

"Si. Studierò soltanto, o andrò in libreria o qualcosa."

"Bene allora." mise il broncio, facendomi sorridere.

"Sei davvero venuta qui per parlarmi di una voce che probabilmente non è neanche vera?"

"È vera! È così vera, diamine. Sono solo qui, dandoti un avvertimento." alzò le spalle.

Roteando gli occhi, la salutai prima di uscire e attraversare il parcheggio così da poter andare in libreria.

Facendo attenzione per qualche auto, e attraversai la strada.

Evidentemente, non stavo prestando così tanta attenzione ai dintorni, non importa quanto ci provai, perché qualcuno aveva girato l'angolo dell'edificio mentre stavo per entrare, facendoci scontrare bruscamente.

"Gesù, scusa." Parlai, i miei occhi si allargarono quando vidi che la sua macchina fotografica nell'accaduto.

Mi sentii fuori posto, sentendomi così male. La macchina fotografica sarà costata una fortuna.

Chinandomi ed aiutandolo ad alzare i pezzi, gli gettai uno sguardo. Anche lui si era abbassato per raccogliere il resto e lo tenne nelle sue mani.

"Mi dispiace così tanto. Non stavo guardando." Scossi la testa. "Potrei comprartene una nuova? Io--"

"È okay." Parlò con calma, la testa leggermente bassa.

Stockholm Syndrome / h. styles (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora