Quando Harry si risvegliò storse il naso.
La prima cosa che avvertì era il caldo. La seconda: qualcosa gli solleticava fastidiosamente il naso. Decise quindi di aprire gli occhi, ma la vista che possedeva era pari a quella di una talpa, senza occhiali. Allungò la mano alla ricerca di essi, trovandoli sul comodino a fianco, ma appena posò la mano su loro sentì un mugolio sotto di lui. Sgranando gli occhi abbassò il capo per vedere chi fosse, accorgendosi che una testa bionda era appoggiata al suo petto mentre un braccio era stretto attorno alla vita. Inforcò immediatamente gli occhiali, ragionando sulla situazione.
Draco Malfoy e lui avevano dormito abbracciati. Si chiese se non fosse un sogno, chiedendosi poi perché avrebbe dovuto fare sogni del genere. Doveva sgattaiolare via prima che Draco si svegliasse, ma se l'avesse fatto Draco si sarebbe svegliato. Come avrebbe dovuto agire? Indeciso se rischiare o meno poggiò la testa sul cuscino. Doveva avere coraggio e allontanarsi lentamente, era un Grifondoro dopotutto!Non appena mosse una gamba di lato, la gamba dell'altro si posò sopra di lui, tenendolo fermo.
Ad Harry veniva voglia di piangere.
Abbassò nuovamente lo sguardo sul biondino, trovandolo maledettamente carino con le labbra appena schiuse e i capelli spettinati.
Allungò le mani proprio verso quei capelli, accarezzandoli dolcemente.
Ma cosa stava succedendo?
In quel preciso istante Draco sgranò gli occhi, accorgendosi della situazione. Rotolò velocemente di fianco, non avendo il coraggio di guardare il grifone in faccia.
«Potter, che diamine stavi facendo? E soprattutto, che diamine stavi facendo qui?!»
Lo guardava con occhi sgranati, come se fosse sconvolto. A Draco avevano spesso detto che fosse davvero bravo come attore, eppure non riusciva a fingere di essere disgustato.
«Non...non lo so. Io...l'ho fatto e basta!»
Alzò le spalle, guardandolo negli occhi.
«Non capiterà più. È successo stanotte ma non capiterà più. Intesi?»
«Intesi.»I due sparirono dalla stanza, raggiungendo separatamente la sala grande
«Ecco Harry» bisbigliò Hermione all'orecchio di Ron, senza staccare lo sguardo dall'amico che stava arrivando. Appena questo si sedette al tavolo, Hermione lo guardò torva.
«Harry James Potter, come ti sei permesso? Eravamo in pensiero per te, ti abbiamo cercato per un sacco di ore.»
A quel punto, Ron intervenne.
«Ma ho fermato Hermione dall'avvertire il professor Silente, sei fortunato. Dove sei stato? In sala comune non c'eri!»
Lo sguardo del ragazzo vacillò. Avrebbe dovuto informare i suoi migliori amici della notte trascorsa? Infondo non era successo nulla, perciò non era così importante da raccontare.
«Ho dormito nella stanza delle necessità, non preoccupatevi.»
Il rosso commentò sul fatto che non aveva mai pensato a dormire nella stanza delle necessità.
Terminata la colazione, i tre grifondoro si diressero nell'aula di erbologia, pronti ad iniziare la loro giornata scolastica.«Malfoy ti ha guardato per tutte e due le ore di pozioni. Ti pare possibile?»
Hermione era già tornata in sala comune almeno un quarto d'ora prima, dicendo che doveva finire il tema di rune antiche, mentre Ron e Harry salivano lentamente le scale, dopo aver cenato.
«Magari guardava più avanti o nella fila dietro»
«Harry, era esattamente dietro di te!»
Il moro alzò le spalle, non sapendo che dirgli. Perché Draco lo stava fissando con tanta insistenza? A cena era sparito subito, dopo aver preso due pezzi di pane. Gli sorse un dubbio: quella notte avrebbe dormito in sala comune o nella stanza Delle Cose Nascoste?
«Non importa»
«Come può non importarti? Tu sospetti sempre di Malfoy, credi che abbia sempre qualche piano malvagio e ora non ti importa?»
Harry diede un'occhiata alla signora grassa e pronunciò la parola d'ordine, entrando. Davanti al camino c'erano Dean e Seamus che parlavano, l'ultimo rideva ad una probabilmente battuta dell'altro, che lo guardava con un timido sorriso sul volto. Ad Harry venne da sorridere, a vederli. Si chiese quando si sarebbero finalmente messi insieme.«Suo padre è finito ad Azkaban, dubito abbia già qualche piano.» nemmeno Harry credeva troppo a quello che aveva appena detto.
«Credo sia proprio questo che dovrebbe preoccuparti. Ora è il più grande dei Malfoy» gli rispose Hermione.Saliti in dormitorio, si cambiarono per passare la notte. Ronald si addormentò subito, iniziando a respirare rumorosamente.
Il dubbio scavava ancora nella sua testa, così decise di prendere la mappa del malandrino e il mantello, scendendo giù nella sala comune.
«Giuro solennemente di non avere buone intenzioni» sussurrò, aggiungendo poi «Lumos!».
Illuminata la mappa poté finalmente leggerla, cercando il nome di Draco. Non lo trovò nella sala comune di Serpeverde, ma in un corridoio, diretto probabilmente alla stanza delle necessità. Sorrise, afferrando il mantello e indossandolo, uscendo in fretta dalla torre di Grifondoro.
Raggiunse velocemente il settimo piano e si piazzò davanti al posto in cui ricordava ci fosse la porta d'ingresso alla stanza delle cose nascoste.Era passata mezz'ora, ma Draco non si era fatto vedere. Si era seduto dopo dieci minuti, appoggiato al muro con una gamba piegata e l'altra stesa. Ma dov'era Malfoy? Era sicuro di averlo visto sulla mappa, eppure non era venuto.
Attese per ore e, deciso a tornarsene in sala comune verso l'una di notte, udì dei passi. Velocemente si coprì con il mantello, convinto che finalmente Draco fosse arrivato. A dispetto delle sue aspettative, i passi uditi in precedenza appartenevano a Hermione. Indossava un pigiama, ma aveva un mantello blu scuro attorno alle spalle, tenuto fermo con una mano, mentre nell'altra impugnava la bacchetta illuminata sulla punta.
«Harry, sei qui?»
Le sopracciglia del ragazzo schizzarono verso l'alto, mentre fu costretto a togliersi l'oggetto magico.
«Come hai fatto?»
«Ronald è venuto a svegliarmi e spero vivamente che nessuno oltre Ginny l'abbia visto, altrimenti è davvero nei guai. Mi ha detto che eri sparito, così mi sono ricordata del fatto che tu fossi venuto a dormire nella stanza delle necessità la scorsa notte e non sapevo effettivamente se fossi nella stanza. E poi hai il respiro pesante, te ne sei mai accorto?» Harry assottigliò gli occhi, arricciando appena il naso «Ho il respiro pesante?»
«Non è questo il punto focale. Che cosa ti prende? Capisco ieri, non sapevi la parola e tutti erano in sala comune, ma oggi?» gli occhi dell'amica lo mettevano in soggezione. Era uno sguardo tra il rimprovero e la compassione. Un giorno sarebbe stata una brava madre, ne era sicuro.
«Non riuscivo a dormire, ho fatto un giro e sono capitato qui» alzò le spalle, sollevandosi dal pavimento.
«Non ti credo, e lo sai»
«Perché tu e Ron credete sempre che io abbia qualcosa che non va?»
«Harry, non crediamo questo. È che sei strano, non mi dici più nulla. Sono la tua migliore amica. O se non vuoi dirlo a me, almeno dillo a Ron». Potter sospirò, infilando le mani in tasca.
«Andiamo a dormire, dai» e insieme si incamminarono verso la torre di Grifondoro. Harry sentiva tanta delusione in sé, di cui non trovava risposta. Cosa importava se Malfoy non era venuto? Non erano amici, non avevano fatto un patto. Si chiese cosa sarebbe successo se, sei anni prima, avesse stretto la mano del serpeverde. Dove, e soprattutto con chi, sarebbe stato in quel momento?Forse era vero. Forse Draco stava architettando qualcosa.
Effettivamente sembrava molto più serio e preoccupato, ma quello poteva anche essere dovuto al fatto che il padre fosse in prigione.
Avrebbe dovuto parlarne con Silente? Non lo sapeva. Non sapeva a chi parlare. Di norma avrebbe parlato con Sirius ma era morto.
Il pensiero della morte di Sirius lo colse alla sprovvista. Stava ancora camminando con Hermione, che non aveva notato cambiamenti nello stato d'animo dell'amico, ma Harry non riusciva a togliersi quel macigno dal petto.
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Dolce e chiara è la notte, e senza vento-Drarry
Fanfic[[Dal testo]] «Potter, che diamine stavi facendo? E soprattutto, che diamine stavi facendo qui?!» Lo guardava con occhi sgranati, come se fosse sconvolto. A Draco avevano spesso detto che fosse davvero bravo come attore, eppure non riusciva a finger...