Capitolo due

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Margherita urlò con tutto il fiato che aveva in gola. Non sentiva più la consistenza del suolo sotto i piedi. Solo una sensazione di vuoto che le attorcigliava lo stomaco, impedendole di ragionare in modo lucido. 

Era terrorizzata.

Il ragazzo dalle ali d'aquila continuava a volare. Ogni tanto lanciava occhiatine alla ragazza che se ne stava attaccata al suo petto con gli occhi chiusi, spaventata dall'altezza.

Andrea cercò di allontanarsi il più possibile dal liceo, zigzagando rapidamente tra i tetti squadrati di Venezia. Era ancora presto e le strette strade erano deserte. Voltò indietro la testa e vide Sofia volare vicino a Gianluca. Quest'ultimo era stremato. Ogni tanto sentiva le ali cedere e perdeva quota. Andrea rallentò e si fermò a mezz'aria, le ali che lo mantenevano perfettamente sospeso. Cercò con lo sguardo un posto adatto per nascondersi. Non aveva sentito alcun Terrestre inseguirli, ma era certo che avrebbero mandato Celesti per scovarli, per questi doveva muoversi. Individuò una calle buia e stretta che faceva proprio a caso loro. Indicò il luogo con un cenno ai suoi amici, poi perse quota lentamente. Atterrò dolcemente con la punta delle scarpe. Le ali si ripiegarono su se stesse, fino a scomparire del tutto, inghiottite nella carne.

Margherita aprì piano gli occhi e tirò un sospiro di sollievo. Era stata talmente impegnata a tenere gli occhi chiusi e reprimere la sensazione di vuoto che sentiva nella pancia da essersi persa tutto il volo.

Andrea la lasciò scendere delicatamente. Margherita evitò di proposito il suo sguardo e accorse verso Sofia e Gianluca. Si concentrò particolarmente su quest'ultimo.

"Gian!" Urlò vedendolo steso a terra su un fianco.

Si lasciò cadere in ginocchio affianco ad Sofia, la quale gli aprì il cappotto di lana e prese ad osservargli la ferita attraverso il maglione strappato. Era un brutto taglio rosso, leggermente slabbrato in alcuni punti. Non era particolarmente profondo ma doveva aver perso abbastanza sangue.

"Che meraviglioso lunedì mattina" rise ansimando il rosso, "ho saltato l'interrogazione di russo".

Sofia rise, ma Margherita non riuscì a non arrabbiarsi.

"Non avresti dovuto lanciarti contro quei leoni. Erano il doppio di te e sei anche ferito, non farlo mai più" le veniva da piangere.

Gianluca sorrise, poi guardò l'amica. "L'avresti fatto anche tu, Meg" le accarezzò amichevolmente la guancia e la ragazza sentì un bruciore divampare per tutto il viso. Gianluca allontanò la mano sporca di sangue.

"Ahi..." Si lamentò ricordando del taglio infierito dal leone.

Mentre Andrea si avvicinava a loro, uno strillo in lontananza fece voltare i quattro ragazzi. Gianluca smise di sorridere e, aiutato da Sofia, si rimise in piedi con un grugnito di dolore. Un secondo strillo, 'sta volta più vicino, e capirono che non c'era più tempo. Quasi d'istinto, Andrea afferrò la mano di Margherita, trascinandola dentro la calle.

"Sbrigatevi!" Fece cenno ad Sofia e Gianluca di seguirli.

Le pareti erano talmente strette che potevano proseguire solo in fila indiana. Margherita sentiva il passo trascinato di Gianluca dietro di lei e avvertiva l'aria odorosa di muffa: molto probabilmente, oltre l'uscita, c'era un canale.

Andrea si fermò di botto e la Fissa andò a sbattere contro la sua schiena.

"Perché cavolo ti fermi?! Quelli ci stanno alle calcagna!" Margherita fu felice di trovare un pretesto per scaricargli addosso tutta la rabbia che provava nei suoi confronti.

"C'è un bar" Andrea pareva sorpreso.

"Devi farci la foto o possiamo entrare?"

Sofia, essendo l'ultima della fila, era la più nervosa. Temeva che un qualche Mutante d'Aria l'attaccasse a sorpresa.

MargheritaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora