C'é una leggenda che si tramanda da anni nel paese in cui vivo.
Ogni volta che salgo su questo molo e mi affaccio sul mare, vengo avvolta da un brivido. Un venticello quasi pungente riesce a sfiorarmi, non capisco come, sento un brivido lungo la mia schiena e non importa che sia estate o primavera, ogni volta che mi ritrovo quì, accade questo.
Un mattino decisi, al contrario di quelle che normalmente erano le mie abitudini, di alzarmi presto dal letto. Avevo appena aperto gli occhi. Dalle fessure delle serrande vedevo la luce del giorno filtrare. Non sapevo che ore fossero ma decisi di alzarmi lo stesso. ll sole era appena spuntato e fu quella mattina, che guardando fuori dalla finestra della mia stanza, mi resi conto degli attimi che fino a quel momento avevo sprecato. Quella finestra che per pigrizia non avevo mai aperta era il posto più bello che potessi mai aver trovato ed era proprio a casa mia. Dalla finestra si vedeva il mare con il suo pontile con sotto la scogliera. La finestra era di quelle antiche, aveva il balconcino allineato lungo il muro dove poggiava la finestra stessa, non sporgeva all'esterno ma si poteva vedere tutto lo splendore del mare.
Decisi di non uscire quel giorno. Ero rimasta a guardare fuori dalla finestra tutto il tempo. Erano le 7 del mattino, socchiusi le persiane lasciando passare dall'apertura verticale solo un filo di sole e andai in cucina per prepararmi il caffè. Era da tempo che avevo rinunciato agli attimo, quegli attimi che creano il giorno come gli atomi creano l'universo. Passai tutta la mattina a guardare il mare, quando mi accorsi che l'orologio alla parete aveva le lancette sull'ora di pranzo e io ero affamata. Optai per un panino, poi decisi di coccolarmi con qualcosa di più gratificante cimentandomi in un vero e proprio pranzo, leggero ma vario. Spostai il tavolino tondo sotto la finestra prima di apparecchiare. Sentivo come il desiderio di gustare gli attimi della mia vita e amarmi fino a stare bene, era quasi come se avessi trovato la chiave di quella porta che anelavo da sempre, il viale perfetto che mi conduceva dove sarei sempre voluta andare.
Mangiai, gustando tutto quello che mettevo in bocca, annusavo ogni pietanza per godere appieno ogni attimo di quella giornata. Non era mia abitudine coccolarmi, a parte i cuscini distesi ai miei fianchi che tenevo la notte quando mi mettevo a letto per sentirmi avvolta e rassicurata.
Finì di pranzare, sparecchiai e riordinai subito la cucina come mio insolito fare. Sistemai sul tavolino la pianta di margherite che avevo comprato al supermercato due giorni prima e lasciata fuori dalla porta del mio appartamento. Feci un lungo sospiro un attimo prima di riaprire completamente le persiane. Tornai a sedermi. Mi piaceva quello che mi stava accadendo. Era un momento tutto mio.
Io non ho molti amici, non perché ho un brutto carattere, anzi... si puó dire che conosco il mondo ma il mondo non conosce me, cosi mi stringo forte tra le braccia di pochi intimi e sto in pace con il mondo. Ho imparato ad amare la mia solitudine; ecco... questa è una delle caratteristiche che aveva mia mamma. Lo scoprii attraverso alcuni versi e pensieri che mia madre, trasferì su alcuni fogli di un diario.
Fu un colpo quando con mio stupore, nel giorno del mio trasloco, mi piovve dal cielo, lo trovai lì, per terra, dietro il grande armadio, come un essere abbandonato, quasi volesse dirmi:"Dove sei stata fin'ora?"
Lo strinsi a me come l'ultima cosa preziosa che mi restava al mondo ed era proprio cosi, di mia madre mi restava solo questo. La sua vita in un diario.
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Dalla Mia Finestra Si Vede Il Mare
RomanceE se i sogni fossero realtà e la realtà fosse solo un sogno?