Ricordo mia madre, la donna che era. I suoi occhi erano pieni di luce. Quanta voglia di vivere c'era in lei. Non perché era mia madre ma era la donna che ogni uomo desiderava avere accanto eppure qualcosa la teneva distante dai suoi corteggiatori. Avevo 16 anni quando si separò da mio padre, lasciò tutto, anche me. Ho ancora la lettera che mi diede prima di andarsene.
Ero cosi piena di rabbia quel giorno. Non esiste una sola ragione per la quale una madre può lasciare suo figlio. Ho sofferto la sua fuga, l'assenza, quante volte avrei voluto abracciarla. A volte i singhiozzi mi soffocavano. Sono cresciuta così, tra lacrime e rabbia. Odiavo la sua dolcezza, i suoi lineamenti delicati, quel sorriso dolce, il suo profumo preferito. Un giorno stavo cosi male che aprii il suo armadio, aveva lasciato ancora alcuni vestiti, mi aggomitolai all'interno, in un angolo dell'armadio, sentivo il suo odore, presi un vestito e lo strinsi ad occhi chiusi, lei era quì, era con me. Passavo il vestito sulle mie guance, tra le lacrime che nonostante la rabbia, non potevo trattenere. La rabbia a volte è solo il cumulo di tristezze intristicate tra le sbarre dell'anima.
Avevo 16 anni, mi sentivo però come una bambina smarrita, tutte le volte. Avevo preso questa abitudine, quella stupida abitudine di cercare mia madre nell'armadio, tra i suoi vestiti.
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Dalla Mia Finestra Si Vede Il Mare
RomanceE se i sogni fossero realtà e la realtà fosse solo un sogno?