Arrivo New York
Finalmente ero arrivata dopo cinque ore di volo. Le hostess stavano avvisando i passeggeri che era il momento di scendere. Ero stanca e a malapena riuscivo a reggermi in piedi dopo un lungo viaggio faticoso. Speravo di trovare subito un taxi che mi portasse all'appartamento.
L'orologio indicava le dieci di mattina, l'ora alla quale nel mia routine mattutina avrei dovuto svegliarmi e fare colazione insieme alla nonna. Il pensiero mi portava ancora al passato e alla donna che solo qualche settimana fa, era andata via dalla mia vita.
Lei era stata l'unica donna e l'unica persona che mi aveva cresciuta e preparata ad affrontare il mondo una volta che sarei diventata un'adulta. Ogni volta le dicevo che ero stata fortunata che Dio almeno mi aveva lasciato lei e che non fossero andati tutti via.
Sapevo di trovarmi solo all'inizio del mio percorso e che sarebbero stati tanti altri ostacoli da affrontare per arrivare al traguardo.
Non potevamo dare la colpa al destinoper le cose brutte che ci succedevano o a qualcuno che lassù voleva solo il male per noi. Secondo me ognuno di noi era stato mandato sulla Terra con uno scopo ben preciso da compiere anche per una minuscola cosa, noi saremmo dovuti essere gli e svolgere il nostro dovere anche se non lo sapevamo quale sarebbe stato ma una volta che avremmo compiuto anche metà della strada può darsi che l'avremmo capito.Fuori faceva ancora più fredda di quanto mi sarei immaginata. Menomale che ero vestita con quattro strati di vestiti anche se mi potevano cambiare per orso polare molto grasso. Non ero al massimo della bellezza da osservare ma non ci facevo tanto caso alla questione, avevo altro di cui preoccuparmi.
Presi le due valigie, piene di libri, vestiti e sopratutto dolci di ogni tipo. Avevo una scorta considerevole perché avevo il timore che non avrei trovato le stesse cose una volta arrivata a New York.
Uscii dall'aeroporto e fuori avevo notato subito un taxi libero che era appena arrivato.
Mi avvicinai e feci il segno al signore se potesse aiutarmi con i bagagli. L'uomo uscii dalla macchina e con un sorriso si era posizionato davanti a me." Buongiorno signorino, dia a me queste valige che adesso le metto nel bagagliaio."
" La ringrazio per l'aiuto."
...Ero arrivata finalmente alla mia cosiddetta nuova casa. Non aspettavo altro che fare la doccia e dormire per una giornata intera.
Io e il letto eravamo migliori amici per la pelle, dal quale non mi sarei mai stufata.Le valige erano molto pesanti e per una ragazza senza muscoli come me non ce l'avrei mai fatta a trascinarle fino all'ascensore, dato che c'erano prima delle scale da salire per poi attraversare il corridoio ed arrivare a quella maledetta scatola di metallo.
Ma per fortuna subito la porta venne aperta ed all'entrata si fece vedere un uomo.
Speravo che mi avrebbe aiutata con il mio piccolo cioè grande problema da risolvere.Lui appena mi vide, mi si avvicinò e guardandomi con una faccia perplessa.
" Scusa mi potresti per favore aiutare con le valige a portarle nell'ascensore perché non riesco a trascinarle dato che le rotelle si sono rotte ?"
Lui mi fissò e subito disse " Certo lascia fare a me ."
Era un ragazzo giovane sulla ventina, indossava dei abiti sportivi e un cappello di lana in testa da dove spuntava qualche ciuffo nero. Era un tipo robusto con un fisico da atleta, quello che riuscì a notare subito erano stati i suoi azzurri che non trasmettevano nessuna emozione e osservai che erano duri e freddi, le sue labbra erano abbastanza carnose ed erano un po viola per colpa del freddo. Aveva un bel viso con dei lineamenti armoniosi e perfetti. Era uni dei tanti ragazzi che forse avevo visto su instagram, di quei tipi perfetti e abbastanza ricchi.Nel frattempo che lo stavo esaminando senza accorgermi, aveva finito e anche lui da pochi passi di distanza mi stava guardando divertito, forse perché ero stata una delle tante ragazze che fosse rimasta affascinata da questo giovane uomo delle caverne.
" Sei hai finito di sognare ad occhi aperti è meglio che ti svegli. Non puoi restare in piedi cui fino all'infinito perché io vorrei salire."
Le mie guance diventarono rosse appena il ragazzo mi guardò negli occhi.
" Ehm.... Si grazie per l'aiuto, sei stato davvero gentile."
" Non c'è di che ragazzina."
Salimmo nell'ascensore e io pensai che dovevo stare molto vicina a lui dato che c'erano delle valige enormi e che la scatola di metallo era piccola.
Eh sì aveva proprio indovinato la cosa. Io ero girata di spalle ed ero seduta su una valigia a causa della stanchezza. Potevo sentire il suo sguardo agghiacciante su di me perché lo vidi attraverso la coda dell'occhio.L'ascensore si fermò e le porte si aprirono.
Sia io che lui uscimmo ed ci dirigemmo proprio verso la stessa porta e non riuscì a capire la cosa. Forse avevo sbagliato il numero dell'appartamento perché non era possibile che abitassimo nello stesso condominio. Io avrei dovuta dividere l'abitazione con due ragazze." Scusa ma che ci fai davanti alla mia porta?" Disse il ragazzo un po' confuso dalla situazione.
" Questo è l'appartamento dove dovrei abitare,perché me lo chiedi ?"
" Io abito proprio in questo condominio, quindi non so che ci fai qui. Sei sicura di non avere sbagliato? "
Ok forse avevo sbagliato. Meglio se controlli di nuovo il messaggio che mi era stato inviato dalla mia coinquilina.
Aveva verificato due volte ed era proprio questo l'appartamento.
" Si è proprio questo il numero del piano e dell'abitazione."
" OK adesso risolveremmo la questione." dice per poi sbuffareSuonò il campanello e una ragazza venne ad aprire, facendoci entrare. Io entrai, trascinando con me le valige.
" Emma c'è questa ragazzina che dice di abitare cui." Disse rivolgendosi a una ragazza mora e dagli occhi azzurri simili ai suoi
La ragazza aveva un espressione divertita.
Lei spostò lo sguardo dal tipo a me, guardarmi per qualche secondo.
" Max lei è nostra coinquilina di cui ti ho parlato qualche settimana fa ma come ho capito l'hai proprio dimenticato."
" Non me l'ho ricordo quando sia possibile che tu ne l'abbia detto ma ormai penso che potrebbe essere troppo tardi per mandarla via anche se ti ho detto mille volte che non volevo nessun nuovo coinquilino." Disse il ragazzo per andare nervoso nella sua stanza, sbattendo forte la porta.
La ragazza davanti a me era divertita dalla situazione. direi molto.
" Piacere sono Emma e quello è il cretino di mio fratello. Non farci tanto caso a lui perché è sempre di cattivo umore. Comunque benvenuta nella tua nuova casa."
La guardai sorridente ma allo stesso tempo, ero contenta di avere trovato una persona simpatica.
" Piacere di conoscerti Emma, io sono Evelyn."
Emma mi indicò la mia stanza e io mi feci comoda, buttandomi subito sul materasso morbido per poi chiudere gli occhi e cadere in un sonno profondo che solo un terremoto mi avrebbe potuta svegliare.
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Behind the Shadows
RomanceEvelyn Morrison era una ragazza che aveva dovuto affrontare la perdita delle persone che l'amavano più di ogni cosa fin da quando era nata, rimanendo cosi sola con un destino incerto. Aveva sofferto tanto ma questo l'aveva resa ancora più forte perc...