Capitolo 1

63 0 0
                                    

"Il difficile non è raggiungere qualcosa, è liberarsi dalla condizione in cui si è"

Erano le 4 di mattina ed io ero seduta alla fermata aspettando l'autobus.
Per me era difficile pensare che avrei deciso un giorno di abbandonare la piccola città dove avevo vissuto una parte della mia vita.

Questo posto era pieno di ricordi della mia infanzia e dell'adolescenza che ora mi portavano solo tristezza e il ricordo di avere perso loro, la mia famiglia.

Quindi l'unica decisione che mi sembrò giusta, era quella di dire addio alla vecchia vita, voltare la pagina verso un nuovo inizio, perché non avevo piu nessuno che mi legasse a questo posto.

Fuori faceva ancora freddo vedevo cadere i fiocchi bianchi di diverse dimensioni e forme.

Chiudo gli occhi, e sento il tocco gelido del cielo,sogno di riaprirli e di ritrovarmi in un piccolo paradiso,e lo sguardo ora si perde, in un candido paesaggio,non è l'immaginazione e' il potere magico della neve,attutisce i rumori con il suo candido manto e mi regala un piccolo minuscolo, straordinario sogno.

Il sogno non era altro che l'immaginazione, che viaggiava lontano dalla realtà nella nostra mente. Il sogno portava la speranza, il desiderio e un attimo di gioia e felicità nella vita di ogni persona, per staccarsi solo per un po' dal mondo.
Il mio sogno non durava per molto tempo perché subito mi risvegliavo alla vera realtà che ogni giorno faceva parte della mia vita. Mentre sognavo a occhi chiusi, immaginavo di essere con la mia famiglia durante una giornata d'estate all'aperto sul prato verde. In quella giornata papà era più felice che mai perché aveva preparato una picnic solo per noi tre, io, la mamma e lui.

Anche io ero felice perché eravamo una famiglia completa, non ci mancava niente, la nostra vita era al completo.

Il mio sogno rappresentava una realtà impossibile. La realtà di cui faceva parte la mia vita non poteva più essere cambiata perché mancavano loro e quel sogno non sarebbe mai diventato reale.
Il mio cuore era debole e sofferente, distrutto dal dolore e dalla mancanza dell'amore dei propri genitori.

Era stata la nonna a prendersi cura di me fin dai primi mesi della mia nascita. Appena  ebbi compiuto un mese mia madre era morta per un'emorragia, invece mio padre era morto in guerra quando fu mandato in Afganistan.
Rimasi una bambina orfana senza genitori fin dalla nascita, rimpiangendo ogni istante di non avergli mai conosciuti.

La nonna mi scrisse una lettera che trovai sulla mia scrivania appena ero rientrata a casa da scuola.
In quella lettera raccontava la vera storia di mio padre e dove lo avrei potuto trovare, ma nella lettera non raccontava solo questo. Scrisse anche le sue ultime parole, dicendomi che non poteva più prendersi cura della sua nipotina perche' la sua malattia le impediva di restare ancora in vita e perciò mi aveva spiegato che per lei sarebbe stato piu' facile dirmi addio attraverso un foglio che guardarmi negli occhi e vedere la mia sofferenza,  pensando che così sarebbe morta in pace e non con il ricordo delle mie lacrime che avrei versato per la sua morte. Nell'ultimo minuto di vita lei voleva che si ricordasse di me mentre ero felice e ridevamo insieme godendoci la nostra tazza speciale di tè del sabato mattino.

Quel giorno dopo che avevo letto la lettera, non esitai un solo secondo e andai di fretta in cerca della nonna, sperando che fosse ancora in vita. Ero disperata di perderla, pregavo Dio che non me la prendesse. Avevo controllato tutte le stanze e nell'ultima che avrei sperato di trovarla era la sua. La vidi li distesa sul letto e ricoperta con la mia coperta che adoravo da bambina perche mi ricordava mia madre, essendo stata lei a comprarmela prima che mi partorisse e sulla quale aveva cucito le mie e le sue iniziali dei nostri nomi.

La mano destra della nonna stringeva da un lato la coperta e nell'altra teneva una foto di me e di mia madre mentre mi abbracciava stretta e mi baciava sulla fronte. Sul suo viso vidi l'angolo delle sue labbra al in su come se spuntasse un piccolo sorriso.

Ero rimasta sola in una piccola cittadina del sud degli Stati Uniti, nel Texas. Non sopportando di restare sola, così avevo preso la decisione dopo il funerale della nonna di andare all'Università di New York con una borsa di studio che copriva tutte le tasse, per l'alloggio avrei usato i soldi che la nonna mi aveva lasciato dopo essermi diplomata, vendendo una macchina del 63 del nonno, l'unica cosa che le era rimasto come memoria di lui. Speravo che mi sarebbero bastati fino a quando avrei trovato un lavoro per mantenermi.

Non ero pronta ad affrontare un mondo da sola ma questa sarebbe stata l'unica chance per ricostruire una nuova vita e forse nel futuro una famiglia.

(Scusate gli eventuali errori grammaticali.)

Enjoy😊

Behind the ShadowsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora