Il Ragazzo Dell'Ultimo Banco

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Parte 2

Suonò la sveglia. La notte era passata saltando da un incubo ad un altro, ma ormai si tratta di una sorta di abitudine. Le urla dei miei genitori avevano accompagnato il mio sonno,il rumore di oggetti lanciati in sottofondo.. Ma in queste situazioni devi essere più forte, più forte di tutto.

Salto giù dal letto e sento una brezza di aria gelida, un brivido lungo la schiena mi fece sobbalzare, fuori sta nevicando, i tetti delle case sono completamente imbiancati e le strade coperte da uno strato di neve abbondante, all'orizzonte dei bambini che si divertono rotolandosi nella neve e le loro grida, quanti ricordi...

In stazione, incontrai appena sotto la chiesa Elisa che aveva uno strano sguardo, quasi misterioso come se qualcosa la turbasse. Era una ragazza di alta statura, al contrario delle altre ragazze della mia classe, aveva degli occhi grandi e di colore verde smeraldo che sapevano incantare chiunque.

La salutai "Hei, tutto bene?", lei annuii e ci incamminammo verso la scuola. Durante il tragitto, fra la strada piena di neve, incontrai Marco, un mio vecchio amico. "Come va vecchio!? Ti vedo in buona compagnia!" Mi disse con il suo solito tono di voce alto. Gli spiegai che era solo una mia amica e che la stavo accompagnando a scuola, ad un tratto in lontananza si sentì un urlo "Marco! Vieni subito qui!" Si trattava di una voce femminile, probabilmente era la sua ragazza che doveva dirgli una cosa o che lo voleva semplicemente solo con se... Tipico delle ragazze moderne, vogliono il proprio ragazzo solo per se e ben presto finisce che si rimane soli e dimenticati da tutti con mille interrogativi sul perché si sia preferito l'amore all'amicizia.

Marco con uno scatto si precipitò da lei senza nemmeno salutare, chissà forse si è dimenticato di tutti gli attimi passati assieme. Di lì a poco iniziò nuovamente a nevicare così decidemmo di aumentare il passo, mille domande mi frullavano nella testa, tutte riguardanti il silenzio insolito di Elisa anche se di natura lei è timida solitamente mi parlava sempre di tutto. Di colpo la presi per mano "Dimmi che ti succede, ti vedo strana, mi fa male vederti così", aveva gli occhi lucidi, sobbalzò come se avesse avuto un brivido. Mi raccontò che sua madre aveva trovato un lavoro all'estero, in Germania e che quindi non ci saremmo più visti, nel bel mezzo del discorso lei scoppiò a piangere. I suoi occhi splendidi si bagnarono di un mare di lacrime di dispiacere e disperazione, non so con quale coraggio la abbracciai, la abbracciai così forte e così a lungo che smise di piangere, mi fissò dritto negli occhi. D'un tratto arrossii e anche lei diventò rossa almeno quanto me, "Non voglio che tu vai, ti prego non andare" le dissi balbettando, "Se potessi decidere io... Sarebbe tutto diverso".

"Ho interrotto qualcosa fidanzatini?" Era Luca con uno sguardo malizioso, subito ci staccammo di dosso l'un l'altro, "No, ehm noi... Stavamo andando a scuola...si" disse Elisa. Senza badare a perdere ulteriore tempo ci incamminammo verso scuola. Arrivati nel parcheggio vedo uno strano ragazzo, vestito con abiti sportivi, giacca con il cappuccio che gli copriva il volto come se lo volesse nascondere di sua spontanea volontà. Riuscii a intravedere il suo sguardo, aveva l'espressione di chi aveva ormai perso tutto e non aveva paura di nulla, non aveva paura di rischiare poiché non aveva nulla da perdere. Era abbastanza alto, nella mano si vedevano brillare due anelli, uno in oro e l'altro probabilmente in acciaio, il tutto accompagnato da un bracciale in oro e una collana dello stesso materiale. Aveva un qualcosa che lo rendeva diverso dagli altri, era sicuramente alla ricerca di qualcosa, un qualcosa che probabilmente gli mancava dentro, forse un sentimento, una speranza o semplicemente una luce che illumini il suo cammino. Si voltò velocemente verso di me, mi fissò, "Cazzo guardi?" Aveva una voce piuttosto rauca e molto scura. Senza rispondere il mio sguardo si concentrò sul suo modo di camminare, zoppicava e passo dopo passo se ne andò nella nebbia e scomparve come un fantasma...

Era senz'altro lui:"Il Ragazzo Dell'Ultimo Banco."

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