Ciao. Voi non mi conoscete, ma io conosco voi. Tutti. Io sono ovunque. Chi sono io? Fate voi. Un fantasma, un'ombra, uno spirito, stando al mio nome potrei essere anche una fata o una strega. Chiamatemi come preferite. Devo rettificare un'affermazione precedente: in realtà, non è che io sia proprio ovunque, visto che per disgrazia sono confinata nel luogo dove sono morta, ma da fantasma non è difficile avere un'onniscienza simulata. Da viva ero Morgana, una ragazza qualunque. Una "nessuno". Beh, più o meno. Immagino che la maggior parte delle figlie siano concepite di propria volontà. Io no. Io ero un errore. Un incidente. Così mi definiva la donna che mi aveva generata, e che a tutt'oggi mi rifiuto di chiamare madre, anche in omaggio all'odio puro e incondizionato che mi portava.
Un bel giorno, che di bello non aveva proprio un cazzo, (e scusate la terminologia un po' volgare) l'adorabile signora Lennox e la sua psiche bisognosa di serie cure decisero che ne avevano abbastanza di quell'inutile essere meglio noto come Morgana Lennox. Magari rendersene conto un po' prima? Sarebbe bastata un briciolo d'attenzione sedici anni prima, e si sarebbero evitati un bel po' di problemi. Non l'ho mica chiesto io di nascere!
"Odiato essere, neanche registrato all'anagrafe, che per condanna mi ritrovo come figlia, sai che ho pensato? Stamattina mi sono svegliata e ho detto basta. Invece di farti adottare da qualcuno, come farebbe una qualunque persona assennata, ho deciso. Adesso ti annego nel pozzo. Ah, sono una madre fantastica!" ecco ciò che con ogni probabilità frullava nella testa di Emmaline Vance-Lennox, il giorno 13 novembre 2020.
Con inoppugnabile logica, mentre la figliola sedicenne era china sul pozzo a tirare su il secchio, senza alcuna apparente ragione visto che avevamo l'acqua corrente come chiunque (ma ciò che ordina la folle Emmaline è legge insindacabile, quindi eccomi lì a prendere l'acqua mentre il signor Lennox si fa comodamente la doccia con l'acqua calda), la fece cadere giù. Una spintarella e via, marito caro, lieta di annunciarti che mi sono liberata di nostra figlia.
Adesso, però, sono io che uccido. Almeno, se devo continuare a essere odiata, voglio che sia per una buona ragione. E se non vi sembra un motivo valido per togliere la vita a una persona innocente, fareste meglio a ricordarvi che la mia unica colpa è stata quella di essere nata. C'è chi uccide per molto meno, perché io non posso, eh? No, no! Aspettate! Non andate via. Sono qui da sola da vent'anni, siete la mia prima compagnia dopo tutto questo tempo. Hanno chiuso la bocca del mio pozzo, non vedo più neanche il cielo. Non voglio rimanere ancora qui al buio senza nessuno. Per favore, restate, e io vi racconterò una storia. Quando vi ricapita di ascoltare un racconto da un fantasma?
Vediamo... vi racconterò la storia della mia ultima ospite. Oh, non preoccupatevi: non vi accadrà lo stesso. Ho imparato la lezione ormai. E poi... quello era uno dei miei momenti di follia, in questi anni ho sviluppato un discreto controllo su me stessa. Allora, vi interessa?
Fantastico! Mettetevi comodi, che iniziamo. Sarà stato all'incirca... mh, direi cinquanta, forse cinquantacinque anni fa. Lei era una ragazza giovane, non le diedi più di quindici anni. Aveva gli occhi color ambra e i capelli mielati, lunghi e lisci, con una frangetta sulla fronte. Credo si chiamasse Francesca, o comunque quello era il nome che gridavano tutti cercandola. Cadde nel mio pozzo di sera sul presto, non potevano essere più delle nove. Piombò nell'acqua fredda gridando e sollevando un ventaglio di spruzzi.
Subito si lasciò prendere dal panico, e iniziò ad agitarsi urlando di aiutarla e implorando di farla uscire da lì. "Tiratemi fuori, vi prego!" strillò, contorcendosi e graffiando le pareti ricoperte di muschio alla vana ricerca di un appiglio. E, in quel momento, non fu più Francesca, ma Morgana. Fu il rivedermi nella sua stessa situazione, pronunciando persino le stesse parole, a causare il crollo della mia parte razionale. Perché qualcuno doveva avere pietà di lei, quando io non ne ebbi? Perché lei doveva essere salvata e io no? PERCHÉ LEI DOVEVA VIVERE E IO NO?? NON ERA GIUSTO, NO, AFFATTO!
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Concorso di scrittura by TTTRiky - Partecipante
RandomMa sì, bestemmiatemi pure. Sono riuscita a resistere ad un paio di queste sfide, ma alla fine ci sono ricascata. È peggio di una droga, una volta fatto il primo concorso non la smetti più. E stavolta eccomi alla mercè della mente malata di TTTRiky...