L'ospedale

50 18 3
                                    

...
- Okay...lo capisco figliolo,sei traumatizzato dall'accaduto e hai bisogno di riposare! Ti lascio solo..-
Si alzò e andò a prendere del cibo dalle macchinette.

Finalmente solo! Non volevo restare un giorno in piú in quell'inferno di speranza. Moriremo tutti prima o poi.

Mi alzai lentamente,sfiorai la ferita alla testa che ormai era coperta da un enorme cerotto imbarazzante e mi misi davanti alla finestra. Il sole era cosí lucente che mi bruciava gli occhi,ma era piacevole,stranamente piacevole e dalla finestra usciva qualche spiffero.
Il dottore entrò nella mia camera silenziosamente e disse con voce soddisfatta:
- Ti sei rimesso in fretta!-

- Ora mi dimettete?-

- dobbiamo fare degli accertamenti prima di dimetterti figliolo!-
Fece una risatina,usci dalla stanza e continuó il suo giro di "visita" ai pazienti.
Io aggrottai le sopracciglia per un breve momento,mi era parso di vedere fuori la finestra il mio motorino..ma era impossibile! Il mio motorino non c'era e guardando quel colore rosso mi veniva in mente solo il sangue e la carne a pezzi.
Decisi di sedermi sul letto. Non avevo niente da fare e mi stavo annoiando,nella mia testa delle vocine continuavano a parlare e non la smettevano più.

Dovevano smetterla,parlavano e dicevano cose orribili. Non ero un mostro. Non mi meritavo questo. Cazzo non era giusto.

Ad un tratto le voci smisero di parlare bruscamente,come interrotte da qualcosa più potente di loro!
Sentii una voce che chiamava il mio nome,non era una voce nella mia testa,ne ero sicuro.

- Nathaniel,Nathaniel aiutami..-
Subito dopo queste parole sentii delle grida e dei lamenti,ma non sapevo da dove provenivano. Ero agitato..chi era? Cosa voleva? Come sapeva il mio nome? Questa storia non mi piaceva..ero diventato del tutto pazzo?
- Nathaniel perché non hai fatto niente e sei scappato? Aiutami.-
Non era vero. Ne ero sicuro. Era tutto un giochetto per testare quanto poteva ancora resistere la mia sanità mentale.
Non é vero. Non é vero. Non é vero. Non é vero. Non é vero. Non é vero. Non é vero.

Forse il mio subconscio mi voleva far sentire in colpa per l'accaduto. Non potevo farci niente. Potevo solo pregare di non fare la stessa fine. Ho fatto la cosa giusta! Non ho nessun rimorso. Niente di niente

L'ospedale era silenzioso,un silenzio fastidioso e preoccupante. Non si sentiva piú mia madre che lavorava a maglia accanto alla macchinetta delle merendine,ne il bambino piagnucolone che non voleva prendere le medicine della stanza accanto. Sbirciai fuori dalla mia camera e mi guardai attorno
...

L'isola Dei MostriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora