Ciò che accadde non poteva andare diversamente.
Ho passato l'intera mattinata a gironzolare in casa per colpa della mia compagna di stanza Amber, invece di prendere in considerazione l'idea che avrei fatto tardi. Avevo anche programmato di uscire di casa in tempo, in modo da perdere l'ora di punta. Sbagliato. Sono ovviamente rimasta imbottigliata nel traffico.
Tamburellai le dita sul volante, sentendo lo stress prendere il sopravvento su di me mentre il tempo scorreva troppo veloce per i miei gusti. Il traffico era pesante e io ero in ritardo. In ritardo, come al solito. Alcune volte mi chiedo perché ho accettato questo lavoro. Sono più che capace di fare domanda per un vero lavoro a Londra, ma vivendo a Bradford, non puoi fare altro che trovare un lavoretti come questo.
Arrivo a lavoro qualche minuto più tardi. La mia consapevolezza del tempo che è già passato più velocemente di quanto mi aspettassi, si trova infondo alla mia mente quando parcheggio la macchina nel solito posto, a fianco dell'edificio del bar.
Mi metto il grembiule mentre cammino verso l'edificio, apro la porta, prendendo frettolosamente la strada verso il retro del bar. Il mio ingresso consiste nell'evitare i clienti e lo sguardo del mio terribile capo mentre sposto la mia frangetta laterale, leggermente sul mio viso, sperando mi nasconda.
"Re!"
Sobbalzo chiudendo gli occhi mentre mi fermo immobile nel mio cammino e sbuffo. Sento l'arroganza nel suo passo, camminando; calpestando il suolo nel venire da me.
Ero così vicina all'entrata nel retro. Un cliente mi diede uno sguardo comprensivo mentre io gli feci un leggero sorriso. Fantastico, anche i clienti erano dispiaciuti per me.
"Buongiorno, Ted." Borbottai, roteando gli occhi, poi finalmente volgendo lo sguardo su di lui.
Finsi un sorriso come se mi piacesse alzarmi ogni giorno alle sei e mezza di mattina. Ho deliberatamente messo me stessa nel doloroso processo di risveglio alle prime ore del mattino, solo per perdere l'ora di punta, arrivando così puntuale a lavoro.
"Sei in ritardo!" Constatò l'ovvio. "Di nuovo!"
Ecco che arriva la prossima lamentela..
Se non fosse per quel costante cipiglio, sarebbe un bell'uomo.
Il permanente sguardo mortale rovina il suo bel sorriso. Soli 21 anni e l'atteggiamento di un capo che lavora da più di 40 anni nella sua vita. Chi mai penserebbe che abbiamo la stessa età, o anche immaginare che potremmo essere amici.
Alcune volte c'erano giorni in cui era simpatico e avvicinabile, ma non oggi. Eravamo amici prima, ma le sue tendenze autoritarie cominciarono a crescere e beh, sapete il resto. Il confronto che ho avuto con lui non era veramente previsto e odiava le sorprese quando gli ho detto cosa pensavo.
"So di essere in ritardo." Iniziai. "Ma c'era un sacco di traffico. Mi dispia-"
Scosse la testa, interrompendomi nel mezzo della mia solita scusa.
"Non è una scusa Re." Spostai il peso nell'altra gamba, mettendo una mano sul fianco.
La mia frustrazione inizia quando respingo l'impulso di alzare gli occhi al cielo.
"Chiuderai tu stasera." Disse in fine.
"Cosa?!" La mia pazienza non avrebbe resistito a lungo. "Ma finisco presto oggi."
"Bene, questo forse ti farà smettere di arrivare in ritardo la prossima volta." Mi sorrise, ma si trattava di un sorriso pieno di arroganza.
Miei occhi raggiunsero gli alti cieli mentre lui tornava al suo posto dietro alla cassa. Lo seguo e quasi non gli vado a dosso quando si ferma improvvisamente. Si accigliò un attimo, prima di ricomporsi.
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COLD- Z.M. (1 Libro, Cold Trilogy-Italian Translation)
FanfictionIL MATERIALE CONTENUTO IN QUESTO LIBRO E' INAPPROPIATO PER LETTORI SOTTO I 16 ANNI. QUESTA SCRITTURA E' RIGOROSAMENTE DESTINATA A SOLO SCOPO DI INTRATTENIMENTO. USI DEL LINGUAGGIO E RIFERIMENTI SESSUALI SONO UTILIZZATI. CONSIDERATELO UN AVVERTIMENTO...