Capitolo 2- Roofie?

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M'infilai il vestito nero tirandolo dalle cosce e su per il corpo.

Tirai un sospiro di sollievo vedendo che mi entrava ancora. L'avevo comprato due anni fa e mi stava ancora bene. Mostra abbastanza le gambe ma non troppo il decoltè. Ma comunque chi ha detto che io ho un decoltè che possa essere definito 'esistente'?

Ho sempre odiato fortemente indossare vestiti e quando Sarah mi chiamò ordinandomi di indossare un vestito, stavo quasi per vomitare. Ma poiché era la prima volta che uscivo dopo diversi mesi, decisi di darle ascolto per una volta.

Mi levai la fascia per capelli, facendoli cadere leggeri sulle mie spalle. Lunghe onde cadevano sulla schiena mentre gli passavo le dita in mezzo.

Cercai di dare una forma alle ciocche crespe, ma alla fine mi arresi. Spazzolarmi i capelli era una cosa che non facevo quasi mai, ero sempre in ritardo, quindi saltavo il trucco e i capelli, e mi ritrovavo ad improvvisare qualcosa. I miei capelli sono sempre stati difficili da gestire, e non mi preoccupavo tanto del trucco se non quando ne avevo veramente bisogno. Ma stasera sarei uscita. Quindi, ovviamente ne avevo bisogno.

Stavo seduta davanti allo specchio del mio guardaroba quando sentii qualcuno bussare alla porta di casa, aprendola qualche secondo più tardi.

"Re!" La voce alta di Amber fece eco in tutta la nostra piccola casa.

"Nella mia stanza!" dissi, mettendomi il lucida labbra. Disegnai una sottile linea nera nella palpebra inferiore con l'eyeliner, sbavandolo leggermente all'angolo. Perché aveva bussato? Viviamo insieme ora.

Sentii un fischio da dietro di me e vidi Amber appoggiata al telaio della mia porta nel riflesso dello specchio. Un sorriso compiaciuto le attraversò il viso quando mi vide.

"Ei troietta." Mi salutò. "Non ci credo che stai indossando un vestito." Disse, sarcasticamente stupita. Lanciò la borsetta sul letto e ,con molta eleganza, si lanciò sul mio letto.

"Queste lenzuola sono nuove! Puoi scendere, per favore?" Commentai, scherzosamente. Mi fece la linguaccia.

Non avevo notato fino ad ora che stava indossando un vestito molto corto. Camminando verso di me per guardarsi allo specchio, la guardai e le tirai giù il vestito.

"Mostra un po' di dignità." Le feci un mezzo sorriso.

"Vabbè. Sei pronta per gli esami?"

"No. Sono così nervosa. Dovrei veramente studiare." Mi morsi il labbro e mi alzai, lisciando il vestito. Aprii il guardaroba e presi il miei tacchi a spillo neri.

Se avessi saputo che diventare giornalista era così difficile, non l'avrei di certo scelto. Ma ne avevo bisogno. E' sempre stato il mio sogno. Da quando vado all'università, il mio budget è sceso e mi ha portato a lavorare al bar. Era un lavoro di cui avevo bisogno, ma che odiavo.

Vivendo a Bradford, non trovi niente, neanche se sei fortunato. Ma mio padre era amico del papà di Ted e mi ha aiutato ad essere assunta al bar. Se fossi rimasta in America, starei guadagnando molto di più di quello che guadagno qua. Alcune volte dimentico ancora che vivo a Bradford e non in America.

Spesso mi capita di chiamare la mamma di Amber, mamma. O dire dollari al posto di sterline. E' ancora tutto nuovo per me.

Ho avuto una piccola esperienza nel vero mondo del giornalismo; sinceramente, penso che la mia carriera rimarrà così com'è almeno per un altro pò. L'unica prova che ho avuto della mia "grande abilità nello scrivere" fu quando avevo 16 anni. Ero stata costretta a fare delle ricerche e scrivere di una bravissima star dello sport che era stata violentata quando era giovane.

COLD- Z.M. (1 Libro, Cold Trilogy-Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora