Scosto le tende della vetrata che da sulla strada, la pioggia scivola lungo i vetri e mi viene spontaneo sorridere.
Mi da allo stesso tempo un senso di vuoto e pienezza. Mi completa.
Le cosiddette "farfalle nella pancia" vengono anche a me quando piove. In realtà le farfalle nella pancia non sono altro che le nostre emozioni, che si provano appunto all'altezza del plesso solare, al contrario i sentimenti si "sentono" al plesso cardiaco.
Ma tutte le emozioni sono superabili dai sentimenti, e spero che un giorno accada anche a me verso quello che provo per la pioggia.
Rimango incantato a guardare tutta quell'acqua che scende lungo i vetri e finisce a terra, cade e sembra che rimbalzi al suolo, senza curarsi se proverà dolore o no.
Mi viene voglia di assaporarla, di sentirla scivolare lungo la pelle e sui capelli, le gocce incastrate nelle ciglia che poi percorrono il profilo del naso.
Senza fare rumore esco di casa prendendo con me la mia Pentax e arrivo nella piccola stradina laterale proprio davanti alle vetrate di camera mia.
Scorgo una sagoma, i capelli lunghi e neri fradici di pioggia, la pelle chiarissima, delicata solo alla vista. Un tutù nero le fascia il corpo sinuoso da ballerina, due scarpette da ballo anch'esse nere le intrappolano i piedi. È delicata nei movimenti, fragile e leggera. Sale sulle punte, volteggia, ad occhi chiusi. Esegue passi dopo passi, non si ferma, come mossa da una forza invisibile. La guida il cuore, il sorriso non lascia le sue labbra mentre balla sotto la pioggia. Lascia che l'acqua percorra il suo corpo, la sua pelle, la gonna del tutù. Il body è fradicio e attaccato al corpo come una seconda pelle.
Non si è accorta di me, non ha notato che la sto osservando.
Veloce e furtivo le scatto una foto.
Il rumore dell'obiettivo che mette a fuoco la sua figura e quello dello scatto le fa aprire gli occhi.
La foto è venuta, ma ora mi sta guardando stupita. La paura attraversa i suoi occhi neri.
Rimane immobile per qualche secondo, poi scende dalle punte, si slaccia le scarpette e corre via.
Rimango lì, sotto la pioggia, la guardo scappare via, via da me, lungo la strada, i piedi nudi affondano nel fango misto a ghiaia, i cappelli bagnati ondeggiando sulla schiena.
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Mentre fuori piove
Historia CortaI pensieri. La pioggia. Una finestra. Una mano. Un ragazzo e una ballerina. [Tutti i diritti sono riservati all'autrice, è severamente vietata la diffusione di qualsiasi parte della storia senza il suo consenso.]