di realizzazioni in tre puntate, imbarazzi, telecamere e altri racconti

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La prima volta che Michele aveva capito di essere innamorato di Ale era stata decisamente imbarazzante. No, non era innamorato, basta usare questo termine. Ricominciamo.
La prima volta che Michele si era accorto di, beh, ehm, avere un debole– ecco, meglio definirlo così – per Ale era stata più che imbarazzante.
Non era stata esattamente la situazione a farlo pentire di essere arrivato ai suoi diciotto anni, perché la giornata era iniziata normalmente ed era finita altrettanto normalmente, – o almeno, avrebbe dovuto – il vero problema era stato il modo in cui lo aveva capito, con Ale seduto al capo opposto del suo stesso divano e che lo guarda da dietro lo schermo del cellulare e gli rivolge uno sbuffo divertito. Gli era bastato toccargli un piede per sbaglio per capire che ci fosse qualcosa di diverso, per vedere Ale irrigidirsi un secondo, alzarsi e cambiare prima posizione e poi divano. Gli era sembrato di avere freddo fin dentro le ossa e poi l'allarme nel suo cervello aveva cominciato a suonare. Non aveva esattamente pensato "sono innamorato di Ale porca miseria", ma il panico lo aveva preso lo stesso. Dentro di sè sapeva esattamente cosa lo provocasse e far finta di niente non lo aiutava comunque a cancellare il problema, per quanto lo avesse voluto.


Il pensiero di quello che era successo– o che non era successo, non sapeva quale fosse il punto – su quel divano lo aveva tormentato per tutto il giorno e lo aveva fatto chiudere ancora di più in un mutismo ostinato che neppure Sergio era riuscito ad annullare. Arrivata la sera, sullo stesso divano, Michele aveva capito di dover indossare le cuffie per non attirare domande e aveva fatto finta di ascoltare la musica per quelli che gli erano sembrati decenni. Quando anche l'ultimo temerario si era arreso, –per la precisione Cristiano, che con uno sbuffo e una pacca sulla sua spalla era andato a dormire - si era deciso a togliere le cuffie. Non aveva neppure fatto in tempo a rilassarsi che Ale aveva percorso a piedi nudi la distanza dalla cucina al divano e gli si era seduto vicino. "Tutto okay?Oggi hai parlato poco" aveva detto senza guardarlo. Michele aveva annuito senza riuscire a sbloccare la voce, poi aveva emesso un "sì" gracchiante e poco convinto. Ale aveva accolto la risposta con uno sbuffo e gli aveva strizzato un ginocchio prima di alzarsi, sorridergli ed andare via.Ecco, lì aveva proprio detto "sono innamorato di lui". Seguito da una sequela di imprecazioni, certo.

In ogni caso, quello era soltanto l'inizio della lunga discesa e ogni mattina la colazione era diventata una specie di simpatica tortura in cui non riusciva neppure a versarsi del dannato succo di frutta senza farlo cadere sul pavimento per guardare Ale appena sveglio. Avrebbe smesso col succo di frutta. Non gli era mai piaciuto neppure così tanto, in ogni caso.


La seconda volta che Michele aveva capito di essere innamorato di Ale – okay, questa volta saranno evitate precisazioni di termini – era una giornata assolata e il pomeriggio era sfociato in una battaglia di gavettoni fra i ragazzi. Cristiano si era ritirato sconfitto dopo poco, Chiara aveva soltanto sollevato gli occhi al cielo e non aveva neppure cominciato a combattere mentre lui, Sergio ed Ale avevano sostenuto una guerra all'ultimo sangue. Aveva deciso di ritirarsi quando ormai non c'era più acqua da sprecare, convinto com'era che Ale e Sergio avrebbero continuato a farsi i dispetti fino alla fine dei tempi e dopo qualche istante da spettatore si era voltato per andare a cercare dei vestiti asciutti. "Dove stai andando?" gli aveva urlato nell'orecchio la voce di Ale prima di versargli in testa altra acqua fredda. "Dovrei asciugarmi! Perché non puoi continuare a prendertela con Sergio?" aveva risposto sputacchiando acqua e ridendo appena. "Sergio è scappato" – aveva risposto l'altro tranquillo - " anche oggi è stato sconfitto! Non vuoi festeggiare?". A Michele il sorriso si era pietrificato sul viso prima di accorgersi che le braccia di Ale lo tenevano saldo per la vita e che il suo mento era poggiato giusto sulla sua spalla. Era diventato abbastanza difficile respirare e non andava affatto bene. "Fossi in te risparmierei le tue energie per il casino che farà Filippo quando vedrà quello che abbiamo combinato" aveva detto per interrompere il silenzio vagamente scomodo e Ale aveva sbuffato nel suo orecchio, "quanto sei acido ultimamente, Michelino". Lo aveva pizzicato giocosamente, poi gli aveva baciato la fronte edera corso in cucina a battibeccare con Sergio per il pranzo. Quel fastidioso pensiero aveva sorpreso Michele proprio mentre toccava con le dita il punto in cui Ale lo aveva baciato. Sarebbe stata una lunga notte, lo sapeva.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 30, 2016 ⏰

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