Capitolo 3- Il sogno e il litigio

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Da quando Kagome aveva conosciuto Inuyasha , non aveva minimamente pensato a quante insidie si sarebbero presentate sul loro cammino. E infatti era così. Era un freddo mattino di mercoledì. Il martedì era appena passato e la notte scorsa Kagome era immersa in tanti pensieri turbolenti. In un modo pieno di ostacoli. Quella notte, la sua mente vagava e lei correva per scorciatoie piene di oscurità e buio, senza un minimo di luce. Lei era sperduta, spaventata e smarrita. Quei corridoi non avevano fine e ad un tratto vide Inuyasha con la sua vera natura di demone che l'abbandonava e anche se lei lo implorava disperatamente lui la lasciava lì, avvolta dal buio e dall'oscurità. Aveva smarrito la strada e si era messa a piangere, piena di malinconia. Non solo era rimasta sola nell'antro della malvagità, ma anche la persona più cara l' aveva lasciata indietro. Era tormentata dai demoni. Demoni maligni e perfidi. Quello era sicuramente un incubo. Che il sogno di martedì notte fosse reale? Oppure, che significasse qualcosa? Certamente, però, qualcosa di brutto si sarebbe fatto avanti in quella giornata. Kagome lo sospettava. Sì, era così. Di sicuro. Lei non era una ragazza fissata che credeva ai sogni, ma ora, dopo l'accaduto, aveva un grande impulso. Un'impressione. Però, nonostante tutto, quel brutto sogno non doveva turbarla. No, non poteva. Lei era una ragazza forte e non avrebbe mai perso ne la speranza, ne la vivacità del suo carattere. - E dopotutto perché preoccuparsi- pensò. - In fondo, se guardiamo il lato positivo della situazione, ho tanti amici che mi vogliono bene e loro sapranno come aiutarmi, però... ho paura che comunque, se lo racconto a qualcuno, poi vengo presa in giro...- il viso di Kagome si oscurò e un'ombra  scura le offuscò la vista. Scuro. Tempi bui. - No, non ci devo pensare- si ritirò su e con più ardore di prima, decise di affrontare questa difficoltà.- Ma sono stupida? Mi sto turbando per un brutto sogno! Andrà tutto liscio come l'olio! Non a rotoli!- e detto questo si incamminò verso la stazione per prendere il treno, visto il fatto che il ristorante, quindi il suo lavoro, si trovava lontano da casa sua. Arrivò al ristorante e quando entrò con un cappotto marroncino sabbia e una sciarpa rosa scuro, vide con grande piacere che sua cugina Sango si trovava lì ed era particolarmente felice rispetto agli ultimi giorni. La ragazza stava lavando i piatti con una buffa bandana in testa ed era intenta a farli brillare come il vetro di uno specchio. Sembrava molto tranquilla e soddisfatta. La ragazza volse via lo sguardo dal suo lavoro con la spugna gialla e felicemente rivolse a Kagome uno splendido e sereno sorriso:- Sango , oggi sei piuttosto calma e rilassata e lavori tranquillamente. Sono felice per te.- Subito Sango dopo aver girato lo sguardo fece un corsa da Kagome e le venne incontro:- Kagome! Avevi ragione! In questi giorni sono molto più pimpante, non dico esaltata, però...- la ragazza si mise una mano sul petto e abbassò gli occhi- Eh? Però, cosa?- Alzò un sopracciglio Kagome- Ho conosciuto un ragazzo pervertito che ha il vizio delle donne, però se cerchiamo di guardare il lato buono del suo cuore, lui è simpatico ed è  una brava persona e credo anche di piacergli...- disse timidamente la ragazza più giovane. Kagome sospirò per lungo tempo, sprizzando gioia e felicità e ad un tratto, un bel grande sorriso le apparve sulle labbra. Sango non se l'aspettava minimamente una reazione così come quella di Kagome e all'improvviso si sentì abbracciare:- Sango! Sono contentissima per te!- le disse con le lacrime agli occhi- è vero! Secondo me, i sentimenti che si manifesteranno per te quando lo conoscerai per bene saranno sinceri e non quelli che un normale ragazzo deviato prova per una qualsiasi donna! Saranno puri, saranno quelli dell'amore vero, te lo assicuro! Abbi più fiducia in te stessa e lo scoprirai! Tu sei speciale!- Dagli occhi di Kagome si terse una lacrima che le scese fino al mento. - Già, hai ragione, anch'io ne sono sicura!- Sango si tranquillizzò e si fece coraggio. Le parole di Kagome erano magiche, fatte d'oro. - Oh Kagome, vieni qui.- Le due si abbracciarono: Kagome con gioia e felicità legò le mani dietro la schiena di Sango, mentre Sango mise una mano dietro alla nuca della cugina. Poi però Sango, con un po' di imbarazzo e di vergogna smise di stringere e abbracciare l'altra ragazza, perché comunque si accorse che erano guardate in pubblico e allora cercò di darsi un po' di contegno perché comunque per il pranzo, tra poco tempo sarebbero arrivati i clienti. - Senti Kagome aiutami a mettere bacchette e piatti sui tavoli della fila A , poi tu penserai alla fila B- Ok, d'accordo.- Kagome stava per iniziare quando arrivò , Ichigo Amyuto, il padre di Aino Kurosaki (adottata) e Sango Amyuto e pose una mano sulla spalla della figlia:- Come va?- Padre, in questi giorni devi stare a riposo, te l'ha detto il dottore, però che piacere la tua visita!- Sango abbracciò il padre . Ichigo diede un bacio sulla guancia a sua figlia. - Bè, mi sarei sentito anche peggio se, come dici tu figlia mia, non mi fossi disturbato a venire qui per dare una mano. E poi, gestisco il ristorante della nostra famiglia da anni, dovevo assolutamente venire qui a fare qualcosa, altrimenti vi sarei sembrato un pelandrone!- il padre di Sango scoppiò in una risata grassa e compiaciuta. - Ma no, sciocchezze!- rise Sango. - Dai, non ce n'era bisogno zio! Potevi prenderti più tempo! Che problema c'era?- rispose Kagome.- Ciao Kagome! Sei contenta di lavorare nel mio locale?- Sì, molto!- Dai una mano a Sango?- Sì, certo.- annuì Kagome sorridente. - Bene, allora, io vado, sono lo chef e il padrone del ristorante, quindi gli altri cuochi mi stanno chiamando e mi raccomando fate un buon lavoro- Certo! Non ti preoccupare zio!- Kagome alzò il pollice in su e strizzò l'occhio. Ichigo se ne andò e le due ragazze ripresero il lavoro. Con grande sorpresa di Kagome, anche stavolta Inuyasha si fece vivo e venne dalla famiglia Amyuto a mangiare. - Tavolino 352, prego-annunciò Kagome.- La ringrazio.- Disse soddisfatto Inuyasha, come per gioco. Entrambi giunsero al tavolo e lì, dopo aver letto il menù decise e prenotò:- Io una zuppa di riso con le carote e poi... - le sussurrò all'orecchio- mi voglio assicurare di servirmi con delle bacchette d'oro-. Le disse e le fece l'occhiolino. Kagome arrossì per l'imbarazzo e l'eccitazione allo stesso tempo. - Certo- si decise poi e dopo questo se ne andò. Poi, però, diede un'occhiata anche al tavolo 278 che era occupato da un ragazzo molto giovane e pieno di fascino, vestito quasi interamente di blu: Akidoki Hojo. Sembrò che Kagome ne fu attratta. Nel frattempo, Inuyasha, guardava storto quella bizzarra coppia formata da Hojo e Kagome. Sì, la sua bella Kagome. Ad un tratto, Hojo si accorse di Kagome e subito la salutò:- Mia bellissima ed adorata Kagome, io ti amo! Tu mi desideri?- Eh?- Kagome aveva la faccia rossa come un peperone ed era sul punto di vomitare. A lei non piaceva affatto quel ragazzo. Si portò una mano alla bocca, non sapendo più che dire. Probabilmente quel giovane, era venuto tante volte al ristorante negli ultimi tempi e l'aveva vista, ma soprattutto la doveva aver sentita chiamare così da Sango. Però lei non ricambia il sentimento di lui. - Allora, che mi dici?- teneva in mano un mazzo di rose rosse e ad un certo punto lui le prese le mani e le disse:- Ti va la cosa? Cara Kagome, per caso vuoi diventare la mia fidanzata?- Kagome era ancora più imbarazzata. In quel momento,  si fece spazio la gelosia nel cuore di Inuyasha, che osservava tutta la scena da lontano. A quel punto, la zuppa arrivò portata da una cameriera piuttosto esperta anche in cucina:- Signor No Taisho?- Eh?- rispose lui con tono freddo, glaciale e distaccato- La sua zuppa è pronta- Sì grazie, ora la mangio.- In realtà, ingoiò bocconi amari. Poi si alzò duro e brusco dal tavolo, tanto che fece cadere quella zuppa e staccò le mani di Kagome da quell'Hojo:- Ora lei viene con me!- la afferrò con violenza lui e se la portò via. - Inuyasha... mi fai male!-Non mi importa!  Perché stavi con quello? Che ci facevi lì, eh? Rispondimi!- Perché tu lo conosci?- chiese impaurita e con occhi pietosi Kagome- Certo! Akidoki Hojo, un mio vecchio amico che tanti anni fa cercò di rubarmi Kikyo, una ragazza che somiglia molto a te, la mia vecchia ex fidanzata! E non posso permettere che avvenga la stessa cosa!- Solo il fatto che qualcun altro gli rubasse Kagome, lo mandava in bestia e questo non doveva succedere. - Non ti vergogni? Dopotutto quello che abbiamo passato!- Inuyasha le strinse la mano più forte che poteva, tanto che questa divenne rosso fiamma. Si trattenne dal darle uno schiaffo, perché picchiare una donna era da vigliacchi. - Aspetta Inuyasha, mi dispiace per quello che è successo tra voi, però ti prego cerca di perdonarmi! So dell'accaduto e del dolore che porti con te, però scusalo e cerca di avere più fiducia anche in me!- lo implorò con le lacrime agli occhi. - Lasciami stare- disse lui con rabbia e se ne andò via. Infatti, quel momento era collegato con il sogno che aveva fatto Kagome quando Inuyasha la abbandonava per sempre e se ne scappava via come un codardo, mentre la sua donna veniva divorata dall'odio e dalla malinconia. - è finita- disse Kagome sconsolata, rimanendo lì a terra con in bocca il sapore delle lacrime, piangendo lì da sola , senza forza, senza speranza, senza più coraggio come un essere senza vita e con gli occhi di tutti addosso. Che scandalo. Per lei era una brutta situazione.


Inuyasha e Kagome: Amici o più di amici?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora