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NOME: Rivaille (Levi)

COGNOME: Ackerman

ETA': 25 anni

NAZIONALITA': Francese

DATA DI NASCITA: 25 dicembre

PROFESSIONE: studente

SEGNI PARTICOLARI: Maniaco delle pulizie

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07:00 del mattino

DRIIIIIIIN-DRIIIIIIN-DRIIIIIIN

"Mmmmmmmh..." fu il verso di risposta alla sveglia da parte del venticinquenne un tempo addormentato che spense l'oggetto infernale e si alzò di malavoglia. Si diresse verso il bagno, che si trovava alla destra della sua stanza, e si guardò allo specchio per nulla contento di quello che vide: i suoi capelli erano completamente in disordine, la sua faccia trasudava stanchezza e i suoi occhi sembravano gridare pietà e volevano soltanto essere richiusi, tutto ciò decorato da due enormi borse occhiaie e un indolenzimento dovuto al suo letto troppo scomodo "Sono un mostro al mattino" commentò togliendosi i boxer, i quali erano l'unico indumento indossato dall'uomo, e praticamente buttandosi sotto la doccia.

Uscì dopo una decina di minuti e nadò in camera, prese i primi vestiti che trovò nell'armadio e si vestì; anche se non aveva prestato attenzione a ciò che prendeva il suo outfit era molto elegante e non si direbbe mai che l'abbia scelto a caso: pantaloni neri, camicia bianca decorata con un fazzoletto annodato intorno al collo, il quale gli dava un'aria distinta e aristocratica, e una giacca ornata con un orologio da taschino dorato regalatogli da sua madre prima della sua partenza nel cui vi era incisa la scritta "Je t'aime mon bijou" e una foto di lui da piccolo insieme alla madre, sorrise al ricordo dell'abbraccio e delle lacrime versate da sua madre prima della sua partenza e strinse l'orologio al cuore per poi rimetterlo in tasca e aggiustare delle piccole imperfezioni sui suoi vestiti, imperfezioni che ovviamente vedeva soltanto lui, e passò a quella che a lui piaceva definire come "L'apocalisse dei capelli", si armò quindi di gel e pettine e iniziò l'infinita guerra contro l'ammasso di peli che popolava la sua testa.

Alle 07:50 era pronto per andare a scuola, si mise le scarpe, prese la cartella, bevve un caffé veloce, di diede un'ultima sistemata e uscì di casa. Arrivò a scuola sulla sua Chevrolet intorno alle 08:00, dieci minuti di anticipo come al solito. Non perse tempo e si diresse verso la propria classe dove si sedette al suo banco e aspettò pazientemente e tranquillamente l'inizio della lezione. Bhe... tranquillamente... si fa per dire. "Buongiorno Levi" lo salutò la sua "adorata" compagna di banco: Hanji Zoe, "Buongiorno Hanji" ‘Dio quanto la odio
"Come stai?"
"Bene" le rispose guardando l'ora, due minuti e se la sarebbe levata dalle palle per prestare attenzione alla lezione. TIC-TAC.

Perché non passano!?’ si chiese mentre Hanji lo tempestava di domande inutili sul suo weekend, ma poi le sue preghiere vennero ascoltate e la salvatrice di Levi si mostrò  ad Hanji abbracciandola e salutandola ‘Grazie Petra’ pensò il corvino mentre la sua unica amica gli sorrideva e distraeva la quattrocchi dalla sua presenza.

Da quel momento la mattina passò abbastanza piacevole per l'uomo, oltre ad Hanji non c'era nessun altro che gli rompeva le palle e ora che la scuola era finita poteva tornarsene a casa in tutta tranquillità "Levi" sentendo il suo nome il ragazzo si girò per vedere chi l'avesse chiamato e accennò un piccolo sorriso "Buongiorno professor Erwin"
"Risparmia le formalità fuori dalla scuola" disse sorridendo quello che per Levi era non solo il professore preferito, ma una specie di secondo padre "Ti ho visto più annoiato del solito anchee durante la mia lezione, il che non è da te, che ti prende?"
"Non voglio parlarne Erwin"
"Sii sincero"
"Sono sincero" detto ciò aprì la propria macchina, ci entrò e partì per tornare a casa sua, durante il viaggio ricordò le parole del suo prof, il biondo aveva ragione: ultimamente Levi si annoiava a morte. Erano 5 mesi che viveva in quella città e studiava legge in quell'università e la sua routine era sempre la stessa ogni giorno, sarà perché non aveva una vita sociale o perché gli mancavano la sua casa e sua madre, sta di fatto che si stava stufando della sua attuale situazione che lo faceva sentire un dannatissimo robot. Desiderava che accadesse qualcosa di nuovo nella sua vita, un cambiamento radicale che gliela sconvolgesse completamente non gli importava cosa fosse, gli anadava bene qualunque cosa.

Ciao piccoli terrestri questo è il primo capitolo della mia prima Ereri, spero vi sia piaciuto. Se volete commentate e votate e condividete. Io vi mando i miei più grandi BACI&ABBRACCI daisuki-da Minna-san <3 *torna nella sua astronave*

Mon Amour (Ereri Fanfic)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora