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Eren era in macchina con sua madre e si stavano dirigendo verso scuola, lo sguardo perso nel paesaggio davanti a lui e le cuffie nelle orecchie "Eren tutto bene tesoro?"

"Mh? Sì tutto bene mamma tranquilla"

"Senti, oggi io e tuo padre staremo via tutto il giorno"

"Chiederò a qualcuno di darmi un passaggio"

"Se avrai bisogno non esitare a chiamarci"

"Sì mamma" le solite raccomandazioni materne... Eren le odiava, sapeva badare perfettamente a se stesso, ma non disse altro, sapeva che la madre gli voleva bene e si preoccupava per lui, perciò si concentò sulla canzone che stava ascoltando e fece quello che gli riusciva meglio in macchina: calcolare la distanza che c'era da casa all'università e la velocità della macchina.

Dopo circa 15 minuti arrivò ai cancelli d'ingresso dell'edificio e, dopo aver baciato la madre sulla guancia, si avviò verso la propria classe. Quando si addentrò nella stanza vide che questa era praticamente deserta tranne per quel nanetto scontroso che era il suo vicino di banco, decise di non dare peso alla sua presenza e si sedette vicino a lui sospirando.

Sentendo il movimento vicino a lui Levi alzò lo sguardo dal proprio libro scontrando gli occhi grigi con quelli verdi di Eren, quel ragazzo dal cervello troppo grosso, come lo definiva lui, era diventata una sua inconsapevole ossessione, non capiva il motivo, ma improvvisamente fu attaccato da una strana sensazione al cuore quando, il giorno precendente, si erano scambiati quel contatto visivo così intenso "Ti vedo un stanco, dormito poco?" cercò di attaccare un discorso il castano "Che ti importa?"

"Freddo come sempre eh?" Levi alzò gli occhi al cielo al commento e tornò a leggere senza dire nulla, Eren sospirò e sbirciò quello che leggeva il vicino "Guerra e Pace?"

"Sì, un capolavoro, ma un moccioso come te non-"

"L'ho letto 5 volte"

"... te lo sei inventato?"

"No" rispose semplicemente Eren mentre Levi lo guardava sorpreso, in fondo cosa si aspettava da un diciasettenne cervellone?

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L'ore di pranzo arrivò dopo ore interminabili di Eren che completava le frasi dei professori e Levi che lo guardava di nascosto, il castano andò a pranzare sul tetto contemplando il panorama. Levi, nel frattempo, l'aveva seguito di nascosto e si era seduto a distanza osservandolo, cosa di cui Eren si accorse praticamente subito "Se volevi pranzare con me potevi chiedere" Levi non inventò nemmno una scusa, sapendo che il più piccolo se ne sarebbe sicuramente accorto, e si sedette vicino a lui "Sei basso"

"E' l'osservazione più intelligente che il tuo 90% è riuscito a fare?" il giovane si mise a ridere "Cerco di non fare troppo il sapientone"

"Stamattina non sembrava"

"Leggevi il mio libro preferito, pensavo fosse un modo per farci avvicinare" al verbo "avvicinare" venne in mente a Levi il sogno fatto quella notte e una lievissima striscia rossa si fece strada sul suo viso, per fortuna aveva sposato la testa prima che il ragazzo vicino a lui se ne accorgesse "Senti... hai qualche impegno oggi?" chiese ad un tratto il castano

"No perché?"

"Beh, oggi i miei genitori sono fuori tutto il giorno e visto che dovremmo passare un intero anno insieme tanto vale sfruttare l'occasione per conoscerci meglio" l'atteggiamento di Eren stupiva molto il nostro Heichou, il giorno prima l'aveva picchiato eppure il ragazzo era ancora determinato a fare amicizia con lui, il più basso dovette fare tutto il possibile per non sorridere "Va bene se vuoi puoi venire a casa mia" gli rispose freddo Levi "Affare fatto" detto ciò entrambi tornarono in classe.

----- Dopo le lezioni -----

Eren si stava dirigendo con Levi verso la sua macchina "Abiti molto distante da qui?"

"Abbastanza" salirono sull'auto e Levi mise in moto mentre Eren metteva le auricolari e si perdeva a guardare il panorama. Il viaggio durò non meno di 10 minuti in totale silenzio, Eren addocchiava ogni tanto l'uomo vicino a lui cercando di carpire qualche informazione su quel corvino "Credi che non mi accorga delle tue occhiate nei mei confronti?"

"Scusa"

"Siamo arrivati" disse Levi parcheggiando e scendendo dalla macchina seguito dal castano. Entrati nella casa Eren posò lo zaino e si guardò in giro, l'arredamento non era dei più appariscenti e rispecchiava perfettamente Levi, semplice ma sofisticato ed elegante, solo una cosa però sorprendeva davvero il diciassettenne: non c'era un filo di polvere, tutto in tutta la casa risplendeva "E' tutto così... pulito, splendente, non credo esistano parole per definire la pulizia della tua casa... è qualcosa che va oltre alla pulizia"

"E' l'osservazione più acuta che riesci a fare moccioso?"

"Non chiamarmi moccioso, sarò anche più piccolo di te ma houn'intelligenza superiore"

"Ok ok, vuoi qualcosa mentre facciamo i compiti?"

"Offrimi tu qualcosa, basta che non sia nulla di avvelenato"

"Non garantisco nulla" risero, anche se la risata di Levi era talmente bassa che non si sentiva, e presero i libri per iniziare a studiare.



Mi rendo conto che non è un granché mi dispiace mi farò perdonare promesso. Spero che il capitolo vi sia comunque piaciuto e BACI&ABBRACCI minna-san <3, ve amo 'na cifra, SCIAUUUUUUU *chiude il contatto*

Mon Amour (Ereri Fanfic)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora