A nessu- urla.
Da..fuori?
Solitamente provengono dall'interno, dal mio stesso settore, tutt'al più dal basamento. Ora invece non riesco proprio a capire se provengano dall'edificio 93 o dallo zoo. Una voce su tutte.
''FERMATI O SEI MORTO''
Avvertimento che a giudicare dallo sparo non deve essere stato preso molto sul serio.
Arrivava dallo zoo.
Decisamente.
Mi alzo da quei 4 fili di ferro che chiamano letto e mi dirigo verso la finestra.
Osservo quella scena con disgusto e rabbia.
Una striscia rossa viene dipinta da un secondino con quello che ,fino ad un secondo fa, doveva essere 146. Si, è lui. Quell'enorme fasciatura sul braccio è il suo marchio.
Da quando era arrivato non faceva altro che togliere chiodi dai battiscopa della sua camera per infilzarli nel suo corpo durante gli suoi attacchi di panico.
Diceva che li calmava.
Nonostante fosse un autolesionista cronico tra un attacco e l'altro era una persona amabile.
Quì oltre a me aveva 123 e 278 .
Di fronte al suo dolore, non potendolo fermare in alcun modo, non avevamo altra scelta.
Alimentavamo la sua pazzia.
Avevamo organizzato un vero e proprio spaccio di chiodi anche se indubbiamente più grezzo di quello dei ''fiori''. In base alle sue esigenze noi tre gli procuravamo i chiodi necessari ad alleviare il suo dolore, togliendoli da finestre e capostipiti. Spesso le nostre camere si riempivano di quei pezzi di legno che non sarebbero mai più tornati al loro posto. Ogni tre giorni uno di noi li nascondeva accuratamente tra la legna da ardere accatastata nello zoo. Se le guardie ce li avessero trovati in camera non avrebbero esitato ad usarli per violentarci.
Sono felice per lui.
Finalmente è libero.
In fondo lo diceva da tempo, e nell'ultima settimana ci stava mettendo in difficoltà. Non sapevamo più dove prendere quei maledetti chiodi e sono sicura che non sarebbero comunque bastati. Ormai metà del suo peso era metallo ma la sua unica preoccupazione era trovare nuovi posti liberi sul corpo da martoriare che,tra l'altro, iniziavano a scarseggiare.
Ieri a cena ce lo ha detto. Non lo avevo mai visto così felice.
''Domani mi faccio sparare''
e così è stato.
Pensavo però che avesse un piano più intelligente.
La pazzia rende stupidi.
Dove pensava di andare cercando di arrivare alla recinzione attraversando lo zoo?
Dal lato nord, quello principale poi.
Che la sua uccisione, come quella di tutti noi del resto, fosse preannunciata si sapeva, ma che si facesse uccidere in un modo così banale mi ha stupita. Molti altri avevano tentato con questo metodo e ce ne fosse stato uno che non fosse stato ucciso o ,peggio, trascinato nell'edificio 9. L'edificio ''Riabilitativo'' come lo chiamano loro. Poi se con ''riabilitare'' intendessero ''torturare'' quello è un altro discorso. Celle intervallate da lettini. Di quelli da obitorio, con i canali di scolo ai lati per il sangue, ogni tanto interrotti dagli attacchi per le cinghie ,indispensabili per alcuni di noi. Senza queste non è affatto facile dissezionare vivo un paziente in piena crisi epilettica.
Guardo l'alba.
Trasmette voglia di vivere.
Probabilmente è lei la causa di tutte le fughe avventate. Probabilmente è la stessa che ha ispirato 123. Non li biasimo, è la cosa più bella che i nostri occhi possano vedere. E quando ,nell'edificio 9, rinchiusi, questo privilegio ci viene tolto, i nostri attacchi di pazzia rappresentano sono un motivo in più per loro per usarci. Per fare cosa? Studiare.
Loro sono uomini colti.
A quanto mi hanno raccontato usano i nostri pezzi per studiare il corpo umano e per condurre esperimenti scientifici. Quando poi iniziano a marcire li lanciano nelle celle di isolamento , da quelle piccole aperture quadrate sulle porte, per aumentare la tortura o, peggio, li usano come cibo.
Le prime volte si erano resi conto che noi, avvertendone l'odore pungente smettevamo di mangiare, così hanno iniziato a renderli più prelibati. Inizialmente le loro risate durante i pasti non le capivo. Nessuno le capiva.
Noi d'altro canto eravamo solo felici che finalmente della carne come si deve entrasse nelle nostre bocche.
Poi lo scoprimmo.
Da un tatuaggio sull'arrosto di un sordo muto. Pensavano che data la sua condizione non sarebbe riuscito ad avvisarci, ma la sua espressione ci allarmò a tal punto da interessarci al suo piatto.
Una colomba old-school e tutto ci fù chiaro.
L'odore di vomito si sentì per giorni e, ovviamente, ci misi del mio.
Da quel momento mi rifiuto di mangiare carne, come 278.
A 123 invece non è mai importato nulla.
Per lui era infondato il nostro sgomento. Ricordo ancora le sue risa di fronte alle nostre facce schifate quando venimmo a sapere di cosa ci stavamo cibando.
Lo capisco.
Vedere delle espressioni sui volti di chi solitamente è apatico deve essere stato esilarante. Io ero troppo occupata a vomitare ma, se potessi ritornare in dietro, mi farei due risate insieme a lui.
Ora di 146 rimane quel sangue che alcuni del servizio d'ordine cercano di togliere da quella poca terra rimasta impregnata.
Il suo numero è destinato ad essere dimenticato e ,allora, lui non sarà mai esistito. Letteralmente.
Tutti i documenti che lo riguardano verranno distrutti. Non hanno più motivo di esistere. Se fosse riuscito a fuggire sarebbero stati resi pubblici per dipingerlo come un mostro. Per non fargli ricostruire una vita. Per riportarlo all'inferno.
Ora non importava più nulla.
In realtà non so se riuscirò a dimenticarlo facilmente come gli altri. Siamo arrivati quì insieme. Qualcuno vuole farmi capire che ce ne andremo anche insieme?
Sarebbe quasi romantico.
''COSA FATE LI IMPALATI. TORNATE A DORMIRE.''
Lentamente mi avvio verso la trappola per topi senza non dare prima un ultimo sguardo al sangue di 146.
Se lo usassero come cibo me ne accorgerei sicuramente.
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"Benvenuto all'inferno"
Mystery / ThrillerPotrà mai una scritta cambiare la vita di una persona? AVVERTENZE: Storia scritta tra un flusso di coscienza e l'altro. Vi avviso dunque che neanche la sottoscritta sa dove andrà a parare il tutto. Non c'è una trama scritta, quindi mi piacerebbe pr...