CAPITOLO 1

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La scritta in giallo fluo fu l'unica ad illuminare Street Wold alle undici di sera.
Sospirai in continuazione cercando in qualche modo di tenere a bada i battiti del mio cuore a causa dell'agitazione, gli occhi mi bruciavano nel continuare a fissare l'enorme scritta con il nome del pub; ma quando sentii qualcuno spintonarmi una spalla e sputare un acido:"Levati di mezzo." Scossi la testa tornando alla realtà e rassegnandomi al fatto che avevo bisogno di quel lavoro e dovevo rischiare, dovevo rischiare per ottenere ciò che volevo.
-Okay, The Mint, a noi due.- Sospirai un'ultima volta prima di entrare definitivamente pronta, o quasi, per il mio primo giorno di lavoro.

All'interno la puzza di alcool mi accolse nel migliore dei modi, facevo fatica a distinguere la gente l'una dall'altra a causa dell'enorme nuvola di fumo che caratterizzava maggiormente il locale. Cercai di ignorare il bruciore dei miei occhi probabilmente già rossi e il forte chiacchiericcio della gente che era quasi, o completamente ubriaca, e cercai di orientarmi nella sala. Dovevo farci l'abitudine se volevo davvero rimanere a lavorare lì.

Poco distante intravidi il bancone del barman dove vi erano seduti quattro uomini di spalle probabilmente intenti nel bere la propria bibita.

-Scusi..- Mi schiarii la voce, e dato che il barman sembrava essere in quel momento assente, mi avvicinai ad uno dei quattro individui. Quest'ultimo, sulla trentina si girò con un ghigno sul viso. I suoi occhi erano ignettati di sangue e i suoi denti gialli  mi facevano venire il voltastomaco.
-Dimmi dolcezza.- Si sistemò meglio sulla sedia in modo da potermi guardare meglio e un senso di disgusto non tardò ad arrivare.
-Conosci per caso Allen? Il proprietario di questo locale?-Cercai di farmi sentire sopra tutto quel rumore.
-Allen?- Inarcò le sopracciglia. -Dolcezza che te ne fai di un vecchio cinquantenne quando qui ci sono io!- Mi sfiorò la mano con la sua, ed io mi scostai dal suo tocco sentendomi a disagio e lo ammetto, anche un po' impaurita.
-Bill, lascia in pace la ragazza e finisci il tuo drink prima che ti butti fuori a calci.- Una voce roca e robusta comparse alle mie spalle.
-Hey, Allen, non è permesso scherzare qui dentro?- Borbottò l'uomo davanti a me, mentre l'altro, identificato come Allen mi affiancò sorridendomi.
-Fai come vuoi Bill, ma non infastidire le persone se non te ne danno motivo o sarò costretto a buttarti fuori con le buone o con le cattive!- Parlò un'ultima volta con Bill, che si limitò a sbuffare e tornare alla sua bibita, prima di rivolgersi infine a me.
-Scusalo, fa così con tutti, ma Bill è innocuo.- Mi sorrise conducendomi in un punto della sala meno confusionario. -Tu devi essere Grace Stewart, la ragazza che ha chiamato per il mio annuncio.- Incrociò le braccia al petto aspettando che spicciassi parola.
-Si esatto!- Parlai infine.
-Perfetto, quindi saprai anche in cosa consiste.- Alzò un sopracciglio.
-Lei cercava una nuova cameriera a tempo pieno se non mi sbaglio.- Aggrottai le sopracciglia, perché tutta questa suspanse per un lavoro da cameriera?
-Coincisa la ragazza.- Ride. -Ma si, hai ragione!- Sospirò. - L'unica cosa che devi sapere è che devi stare ogni sera a contatto con individui come quello di poco fa.- Puntò i suoi occhi azzurri, che erano un perfetto contrasto con la barba e i capelli neri pece, nella direzione del tizio che solo pochi secondi fa ci stava provando spudoratamente con me.
Sospirai chiudendo gli occhi per un momento, convincendomi del fatto che avevo bisogno di quel fottuto lavoro e che non potevo permettermi il lusso.
-Ne sono consapevole signore.- Dissi infine dopo attimi di "silenzio" anche se in quella sala era alquanto inesistente.
-Bene ragazza, detto ciò puoi iniziare anche subito se per te va bene.- Mi sorrise facendo cadere le braccia lungo i fianchi.
-Per me va più che bene signore.-
Allen annuì prima di farmi segno di seguirlo.
-Ah, e chiamami pure Allen.-Si girò  un secondo in modo da guardami.
-Okay, Allen.- Sorrisi timidamente.
Annuì soddisfatto prima di iniziare a parlare:- Allora, lavori tutti i giorni tranne due weekend a mese, farete i turni con un'altra ragazza che oggi non c'è.- Spiegò camminando verso il bancone, mentre io lo seguii cercando di capire le sue parole, che con quel fracasso di gente ubriaca, faci fatica a sentire. -La tua paga la discuteremo domani, momentaneamente voglio vedere come lavori.- Finalmente si fermò di colpo guardandomi con le mani posate sui fianchi.
-Domande?- Alzò le sopracciglia.
-No sign-Allen.- Mi corressi.
Lui annuì in approvazione prima di guardare qualcosa o qualcuno alle mie spalle, così seguendo il suo sguardo, i miei occhi si imbattono su un ragazzo della mia età, forse qualche anno più grande, dal fisico slanciato e ben definito, i capelli sono castani e ricciolini e sono tenuti in una specie di coda probabilmente per il fatto che siano un po' lunghi, ma nonostante ciò qualche ciocca gli ricadeva sul viso, i suoi occhi erano di un verde indescrivibile, quasi unico, e un luccichio vicino al sopracciglio destro non poteva che attirare la mia attenzione, un piercing ad anello brillava per via della luce che vi si rifletteva.
-Ray!- Allen attirò la mia attenzione.
-Cosa?- Sbottò il ragazzo che capii si chiamasse Ray, avvicinandosi a noi.
-Sei in ritardo, di nuovo!- Agrottò le sopracciglia Allen mentre io assistevo imbambolata alla conversazione fra i due.
-Ho avuto da fare Allen.- Un cipiglio nervoso si intravide nel viso del ragazzo.
-Lo so che hai i tuoi problemi, ma quei coglioni al bancone non si servono da soli!- Sospirò.
Ray si limitò a incrociare le braccia al petto non proferendo parola al riguardo.
-Vai a lavorare Ray.- Concluse infine Allen non ricevendo risposta dal ragazzo riccio, quest'ultimo mi diede un'occhiata veloce prima di avviarsi verso il bancone non degnando nessuno di una parola, mentre i miei occhi seguirono ogni suo movimento, le sue mani alzarono la camicia lungo le braccia mettendo solo in quel momento in mostra i suoi numerosi tatuggi.
-Lui è Ray, il barman del locale, scusalo e un po' scorbutico il ragazzo.- Mi sorrise attirando in quella serata, per la seconda volta, la mia attenzione dal ragazzo riccioluto.
Annuii un po' imbarazzata dai miei ultimi atteggiamenti.
-Bene, prendi un grembiule dalla cucina.- Indicò con l'indice una porta vicino al bancone. -E inizia pure a lavorare, per qualsiasi cosa chiedi, intesi?- Mi guardò in attesa di una risposta.
Io annuii per la millessima volta in quella serata e appena Allen si girò per andarsene, rilasciai finalmente il sospiro che avevo trattenuto per tutto il tempo.

***
La serata andò avanti quasi tranquillamente, apparte qualche rincoglionito ubriaco con la mano troppo lunga e con battute squallide per fare colpo, le prime volte intervenne Allen a prendere le mie difensive, ma successivamente iniziai a fare da me ignorandoli o rispondendo a tono.
Erano ormai circa due ore che andavo avanti e indietro tra il bancone e i tavoli. Il barman non mi degnò di uno sguardo tutto il tempo, l'unica reazione che ricevevo da lui era il passare i vassoi stracolmi di bibite alcoliche, diciamo che la dentro l'acqua era un bevanda ancora da scoprire.
Mancava solo un'ora alla fine del mio turno ed i miei piedi erano doloranti e gonfi, da quando avevo messo piede al The Mint, non ero stata un secondo ferma, più tardi si faceva e più il locale si riempiva.
Così dopo aver portato un vassoio vuoto a Ray aspettando che lo riempisse nuovamente, decisi di sedermi in uno degli sgabelli vuoti lì di fronte.
-Stanca?- Mi si avvicinò Allen che sembrava essersi dissolto da un bel po', mi ero quasi preoccupata.
-Un po', ma sto bene così.- Gli sorrisi rassicurandolo.
-Beh, ti ho osservato sta sera, sei molto abile ed hai imparato a rispondere a tono a quei ubriaconi, mi complimento Grace.- Rise a fior di labbra.
-Ti ringrazio.- Ricambiai con un piccolo sorriso.
-Se avete finito, la biondina deve portare questi ai tavoli.- Attirò la nostra attenzione Ray indicando il vassoio già pieno di alcolici.
-Senti, la sottoscritta ha un nome.- Sbottai nervosa.
Mi urtava essere chiamata biondina da lui, avevo un nome. Era una serata che andava avanti con questi nomignoli del cazzo: "Biondina" e "Occhi verdi" sono state le uniche parole che usò per "interagire" con me tutta la serata, probabilmente non si ricordava nemmeno il mio nome, ma doveva comunque chiamarmi in qualche modo, quindi aveva rimediato con quei nomignoli che all'inizio cercai di ignorare, ma man mano la cosa iniziò ad infastidirmi, non dissi niente, fino a quel momento in cui avevo deciso di reagire.
Lui si limitò a scuotere divertito la testa prima di darci le spalle e continuare il suo lavoro.
-Non ti preoccupare, ci farai l'abitudine, non è poi così male.- Mi sorrise Allen cercando di rassicurarmi, con scarsi risultati, prima di dirigersi nella cucina dove pensai avesse passato tutta la serata.
Sospirai prima di prendere il vassoio fra le mani e dirigermi verso i tavoli.
Quando mi inoltrai fra quest'ultimi, per poco non inciampai sui miei stessi piedi, quando qualcosa andò a contatto con il mio fondoschiena, mi girai di scatto e notai subito che un uomo sulla cinquantina con capelli bianchi brizzolati ghignava divertito, solo allora realizzai che quel qualcosa che era andato a contatto con il mio sedere era il palmo della sua mano. Stavo per rispondergli come si deve quando una mano che afferrò  il tizio per la maglia mi fermò nel mio intento. Solo quando realizzai cosa stesse succedendo, notai Ray che con una mano teneva il tizio per aria e con l'altra un biacchiere di vodka. Sul suo viso c'era un profondo cipiglio incazzato, la sua mascella era tesa e tagliente e se si potesse uccidere con lo sguardo, il tipo brizzolato sarebbe già stato morto incenerito.
-Vedi di tenere le mani apposto testa di cazzo! Altrimenti non le terrò io apposto su di te.- Disse in un soffio solo ad un centimetro dal suo viso. Detto ciò lo buttò violentemente sulla sedia su cui era seduto, sotto lo sguardo impaurito degli amici al suo stesso tavolo e di tutti i presenti nel locale.
-Hai dimenticato questo al bancone, stai più attenta.- Poggiò il bicchiere sul vassoio fra le mie mani prima di darmi le spalle e ritornare da dove era venuto.
-Potevo difendermi benissimo da sola!!- Urlai in modo da farmi sentire sopra il chiacchiericcio della gente che  riiniziò quasi subito dopo la scenata di pochi minuti fa. Lui si limitò a farmi un gesto incomprensibile con la mano, non girandosi nemmeno.

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