CAPITOLO 6

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Non so quanto tempo passò da quando ballavo a stretto contatto con Henry, in realtà non sapevo più niente, sapevo solo che mi sentivo completamente stordita e la testa mi girava talmente tanto che incoscientemente in pochi secondi mi ritrovai a terra e l'ultima cosa che ricordai furono due grandi braccia che mi sollevarono.
***
Mi svegliai di colpo a causa di un'incubo terribile con Jason, più che un'incubo sembrò un ricordo. Mi pentii subito di essermi alzata così bruscamente a causa della testa che minacciava di scoppiare a momenti. Così riapogiai la testa, facendo aderirei la mia guancia con il cuscino, ma sobbalzai una seconda volta quando al mio fianco notai Ray dormire. Fuori era ancora buio, lo capì dall'assenza della luce nella camera e dalla presenza dei raggi della luna necessari ad illuminare il viso di Ray, che il quel momento sembrava un bambino. I suoi ricci erano sparsi sulla superficie del cuscino e le sue labbra carnose erano leggermente dischiuse, il suo busto era nudo, mettendo in mostra i suoi numerosi tatuaggi. Automaticamente un dubbio mi balenò per la testa e non persi tempo a guardare sotto le coperte.
-Grazie a Dio..- Sospirai quando mi vidi addosso ancora i vestiti della scorsa sera. Così mi riapogiai, ancora un po' stordita e confusa al cuscino e riiniziai a studiare Ray al mio fianco. Ammirai la sua pelle nuda ricoperta da inchiostro ed involontariamente mi ritrovai a ripassare con l'indice il contorno di una rosa, disegnata sul suo petto, che aveva attirato particolarmente la mia attenzione, era davvero bella.
Quando però lo sentii muovere e sistemarsi la testa sul cuscino, ritrassi immediatamente la mano, imbarazzandomi del mio stesso gesto, che in quel momento sembrò così giusto. Cosa mi era preso?
-Continua..- Mugolò ancora con gli occhi chiusi. Sussultai al suono della sua voce roca e così sensuale.
Esitai un po', ma riiniziai di nuovo il mio lavoro, stavolta con più decisione.
-Come mi hai portata a casa?- Domandai incuriosita, infondo non sapeva dove abitavo.
-L'ho chiesto alla tua amica...- Rispose con la voce impastata dal sonno, terribilmente sexy, inutile mentire.
-Tess? Dov'era finita?- Chiesi più a me stessa che a lui.
Lui annuì facendo automaticamente muovere i capelli sul cuscino.-L'avevo disturbata nel limonare con un tizio più ubriaco di lei, così non ha perso tempo a darmi il tuo indirizzo.- Disse ancora con gli occhi chiusi.
Sospirai semplicemente e mi sistemai meglio sotto le coperte quando sentii un brivido di freddo, Dicembre era alle porte.
-Grazie Ray.- Feci cessare i miei movimenti sulla sua pelle e riportai la mano sotto le coperte.
Sospirò e finalmente aprì gli occhi verdi tanto simili ai miei.
Lo vidi avvicinare di più a me, finché non ci trovammo l'uno ad un palmo dall'altra.
-Mi hai fatto spaventare Grace.- Sussurrò, ed io rimasi un po' bloccata a causa della vicinanza dei nostri corpi.
-Mi dispiace.- Risposi incerta su cosa dire, iniziando a sciogliermi ed ad abituarmi a quella sua vicinanza.
-Sei caduta svenuta in mezzo alla pista..- Sospirò chiudendo per un attimo gli occhi.
-Lo so..- L'unica cosa che ricordavo fu proprio che caddi a terra e poi due braccia che mi sollevarono, dopodiché il buio.
Ci furono minuti di silenzio stranamente non imbarazzanti, ci limitavamo a stare fermi a guardarci negli occhi, e per quanto fosse buio riuscii comunque a distinguere i suoi lineamenti definiti. Non sapevo il perché di tutto ciò, sapevo solo che era giusto in quel momento, ed io stavo così bene con lui al mio fianco, che tutto mi sembrò per un momento irreale, speravo solo che non fosse frutto della mia fantasia, ma gli occhi luminosi di Ray che perforavano i miei mi facevano credere il contrario.
Fu così che caddi in un sonno profondo e soprattutto sereno dopo così tanto.
***
La mattina seguente, quando mi svegliai, Ray non era più accanto a me, se ne era andato lasciandosi dietro il suo profumo e il segno della sua testa sul cuscino, nel profondo rimasi un po' delusa, ma mi consolai, infondo era di Ray che stavamo parlando.
Quel giorno, dato che era domenica, decisi di fare tutto con molta calma, avrei fatto tutto quello che non riuscivo a fare durante la settimana a causa dell'università, come una colazione abbondante e mettere a posto tutti i libri dell'università sparsi per casa.

-Tess?- Risposi al telefono addentando un pezzo del mio cornetto.
-Grace, mio dio, mi dispiace così tanto, sono stata una stupida! Ti avevo promesso una serata insieme e non ho mantenuto la promessa!- Disse tutto d'un fiato.
-Non ti preoccupare Tess, infondo non ricordo nulla della scorsa sera.- Ed era vero e poi me lo aspettavo da Tess un comportamento del genere, avevo accettato la sua proposta solo per farle un piacere.
-Cosa ti è successo?- Il suo tono diventò curioso.
-Quello che è successo a te, mi sono ubriacata.- Risi e decisi di tralasciare l'episodio con Ray. -Tu ti ricordi qualcosa?- Gli domandai alludendo a quando disse il mio indirizzo a Ray.
-Mhh.. No, assolutamente! Dovrei ricordare qualcosa?-
-No, domandavo.-
***
-Cosa?! Ha dormito con te e soprattutto senza fare sesso?!- Urlò.
-Shhh!- Le tappai la bocca con una mano guardandomi in giro, ma fortunatamente essendo ancora le sette di sera, nel locale non c'era nessuno, a parte Allen che però si trovava in cucina. -Elisabeth, vuoi che lo sentano tutti?-
-Scusami! È che il comportamento di Ray è così strano! Cioè non si è mai preoccupato per nessuno.- Ad Elisabeth avevo deciso di raccontare della notte precedente, sentivo di potermi fidare di lei e poi volevo sfogarmi con qualcuno e con Tess era chiaro che non potevo, se aveva dato il mio indirizzo ad uno che aveva visto solo una volta, sarebbe stata capace di farsi scappare ogni cosa con Ray dato che anche lei frequentava il The Mint e anche il locale in cui avevo scoperto che lavorasse Ray nei giorni liberi, sapevo che non lo avrebbe fatto per cattiveria, Tess era solo molto ingenua.
-Si, parecchio strano.- Annuì in accordo con lei.
-Però tu non ti sei opposta eh?- Mi guardò maliziosa.
-Beh, ecco..- Abbassai lo sguardo, perché no, non mi opposi.
Elisabeth rise, ed io sentì calde le guance. -Grace, posso farti una domanda?- Ritornò seria ed io annuì. -A te piace Ray?- Sbattei le palpebre più volte e cercai di assimilare il più possibile quelle poche parole, ma non ebbi nemmeno il tempo di dare una risposta che la porta del locale si aprì rivelando un Ray imbronciato, insomma il Ray che tutti conoscevano, io però avevo avuto la fortuna di conoscere un'altro lato di Ray.
Quella sera aveva addosso una camicia nera che gli fasciava perfettamente il busto e un paio di skinny neri attillati abbinati ad un paio di stivaletti, anch'essi rigorosamente neri.
Elisabeth mi guardò complice ed io roteai gli occhi.
Ray si avvicinò a noi mentre legava i capelli in un codino disordinato ed il mio cuore iniziò a fare capriole all'indietro.
-Allen è arrivato?- Ci guardò.
-Ciao anche a te Ray, e si, Allen è in cucina.- Rispose Elisabeth.
Annuì e spostò lo sguardo su di me, mi guardò per qualche secondo prima di superarci ed entrare in cucina come se niente fosse.
Mi lasciai scappare un sospiro, infondo sapevo che si sarebbe comportato in questo modo, ma speravo ne facesse altrimenti.
-Hey! Hai visto come ti ha guardata?- Strillò quasi ed io la trucidai con gli occhi, inutilmente.
-Come?-
-Non lo so, ma si vede che è successo qualcosa fra voi Grace! Anche un ceco lo noterebbe cazzo!-
-A me è sembrato lo stesso di sempre.- Mi alzai dalla sedia e presi la scopa in mano che precedentemente era appoggiata al tavolo vicino. -Forza alzati El, dobbiamo finire di pulire.-
-Oh Grace, sei così ceca!- Prese anche lei la scopa in mano.
-Ma che hai contro i cechi?- Domandai ironica facendola ridere.
***
-Tre vodka, due sex on the beach, un gin lemon e un angelo azzurro, tavolo tre!- Riferì a Ray i comandi.
Ray annuì e guardò il tavolo in discussione prima di girarsi e iniziare a preparare.
Dovevo dire che mi sentivo ancora parecchio imbarazzata nel parlare con Ray, soprattutto dopo quella notte, ma non avevo tempo delle faccende personali quando ero al lavoro ed inoltre mi faceva pure strano chiamarla "personale" una faccenda che riguardasse Ray.
-Vedo che il tuo Henry ti è venuto a trovare!- Ruppe la poca tensione che si creò parlandomi e dandomi ancora le spalle.
Io guardai appunto il tavolo tre, dove sedevano proprio Henry e dei suoi amici, appena il ragazzo incrociò il mio sguardo mi fece un segno con la mano e io non potei che ricambiare il gesto imbarazzata per poi rivolgere il mio sguardo a Ray, che stava posando i primi alcolici nel vassoio guardandomi con un ghigno in faccia, mi sembrò anche un po' infastidito.
-Beh si, è un cliente e poi non è il "mio Henry"!- Ribattei, lo sapevo che sarebbe tornato il Ray di sempre, il Ray che avevo conosciuto io era solo un'illusione.
-Ovviamente!- Alzò gli occhi al cielo.
-Qual'è il tuo problema Ray? Non sapeva nemmeno che lavoravo qua, ci è capitato per caso!-
-O sei stata proprio tu a dirglielo quando eri ubriaca fradicia!- Alzò il sopracciglio con fare superiore e un dubbio mi sorse, ero veramente stata io e non me lo ricordavo? E se gli avessi detto di più? Decisi però di scacciare via quei pensieri, almeno per quel momento.
-E se anche fosse? Che importa? È sempre un cliente in più, ed è sempre d'aiuto avere clienti in più, soprattutto dopo aver perso una serata all'insaputa di Allen!-
-Cosa avete fatto all'insaputa mia?- Allen sbucò dalla cucina facendo prendere un colpo sia me che a Ray. Cazzo.
Gli occhi di Allen scrutavano sia me che Ray, mentre noi ci limitavamo a stare in silenzio.
Allen ci fece segno di seguirlo in cucina, probabilmente per la troppa gente rumorosa e noi lo seguimmo senza fiatare.
-Allora??- Ci guardò in cerca di una spiegazione
-Allen io..- Cercai di parlare, ma non me lo lasciò fare.
-Per quale assurdo motivo avete perso una serata di lavoro!?- Alzò il tono della voce, Allen era buono, ma quando si trattava di lavoro era davvero molto esigente. -Ray!?-
-Ti possiamo spiegare!- Parlò il riccio.
-È una spiegazione che aspetto.-
-Vedi stavamo lavorando normalmente, ma poi..- Si interruppe quando io gli strinsi leggermente la camicia che indossava. Non volevo che dicesse ad Allen ciò che fosse successo realmente, se l'avesse saputo avrebbe pensato che non fossi più in grado di lavorare in quel locale, perché non era la prima volta che succedevano cose di quel genere e quindi mi avrebbe licenziata per evitare altri problemi.
Ray sembrò capirmi al solo sguardo e sinceramente non mi stupì, a lui bastava solo guardami per capire tutto, se fosse stata un'altra situazione mi avrebbe dato fastidio, ma in quel momento ero felice che Ray avesse quel specie di dono.
Lui sospirò e portò lo sguardo su un Allen impaziente.
-E poi mi ha chiamato la babysitter di mia sorella, ha avuto la febbre e sono dovuto andare, Grace naturalmente non poteva continuare sola, quindi abbiamo chiuso il locale.- Lo guardai stupita e inizia a pormi milioni di domande: sorella? Quale sorella? Perché una babysitter? La madre lavorare e non aveva tempo per la figlia? Ma quale padre lavora così tardi la sera? Era un medico e faceva i turni di notte? E il padre? Lavorava anche lui?

Decisi però di metterle da parte e concentrarmi sulla risposta che avrebbe dato Allen.
-Oh, ma Ray! Se è così perché non me l'hai detto prima?- Il volto di Allen si addolcì immediatamente e i suoi occhi si riempirono di compassione, stava veramente così male questa presunta sorella?
Guardai Ray che abbassò lo sguardo, era abbattuto e frustato, probabilmente per coprire me aveva dovuto uscire fuori una scusa alquanto dolorosa per lui.
Senza volerlo la mia mano si spostò sul suo braccio che accarezzai fino ad arrivare alla sua mano che strinsi come per dargli coraggio, lui stranamente non porse resistenza, ma ricambiò la stretta.
Evidentemente i due sapevamo di cosa stavamo parlando, tanto che Allen si avvicinò a Ray e gli diede una pacca sulla spalla come per incoraggiarlo.
-Stai tranquillo Ray, migliorerà.- Allen quasi sussurrò prima di guardare me dolcemente e uscire fuori, lasciando me e Ray soli in cucina.
-Ray..- Lo guardai esitante su cosa dire.
-Lascia stare Grace! Non voglio la compassione di nessuno!- Lasciò bruscamente la mia mano prima di fare qualche passo avanti e darmi le spalle.
-Io non..- Ricercai.
-Ho detto di lasciar stare!- Urlò girandosi e guardandomi, i suoi occhi erano terribilmente rossi e lucidi, mi guardò tremante e con i pugni serrati lungo i fianchi per qualche secondo prima di uscire dalla cucina sbattendo la porta.

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