capitolo 1

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7:30.

Che palle, dovrò trasferirmi a Miami.

Molti diranno che sono fortunata, ma ci vado per fare cosa? I miei non ci sono mai, e dovrei stare da sola con mio fratello di 8 anni.

Mi alzo, stanchissima. Vado in bagno e inizio a truccarmi, mamma mia che occhiaie, nemmeno sei chili di correttore le leveranno, uffa.

<<Amber, muoviti, siamo in ritardo, perderemo l'aereo.>> mi dice mia madre mentre scendo le scale.
<<Arrivo mamma.>>
<<Dai ragazze, ci divertiremo.>> ci incita mio padre.

Ci divertiremo?

Mio padre prende in braccio mio fratello che dorme ancora e lo mette sul sedile posteriore con me.

Mi mancherà Londra, mi mancheranno tutti i miei amici, come potrò fare senza vederli più?

Perfino la casa mi mancherà tantissimo, ci ho passato tutta la mia infanzia, con i nonni e con i miei genitori, quando ancora non stavano tutto il giorno a lavorare.

Bene, siamo in macchina, e ci stiamo dirigendo verso l'aeroporto.

CHE PIZZA!

4 ore di ritardo, non ci posso credere.

In quelle 4 ore mi metto a leggere.

Finalmente arriva l'aereo.

Dopo non so quante ore di volo, arriviamo davanti ad una villa, cazzo se è bella! Ha pure la piscina!

Entro e non ci posso credere, il salone è enorme, ma io, giustamente, voglio andare a vedere com'è il posto più bello della casa: LA CUCINA!

Mi dirigo verso la cucina dove la mamma ha già posato la borsa.

Salgo sopra il tavolo e inizio a mangiare lo snack che era dentro la borsa della mamma.

Voglio andare a vedere la mia camera.

Salgo le scale.

Entro dentro la porta e...

PORCA TROIA!

È bellissima, è il doppio della mia vecchia camera, cavolo è stupenda.

<<Amber scendi.>>

Dove dobbiamo andare?

<<Per andare dove papà?>>
<<Andiamo tutti insieme a prendere un gelato.>>
<<Va bene arrivo subito, fammi preparare.>>

Mi trucco e scendo. Mamma, papà e Simon mi stanno aspettando.

Papà apre la porta e ci incamminiamo verso la gelateria.

Arriviamo alla gelateria e io prendo il solito yogurt con la Nutella.

<<Pensavo, che ne dite stasera di andare a cena fuori?>> chiede mio padre.
Tutti diciamo si in coro.
<<Bene, finite il gelato e andiamo a prepararci.>>

Come detto, finiamo il gelato e andiamo a prepararci.


Uno sbaglio è per sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora