Zeta

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A Mika mancava davvero tanto Federico. Non vedeva il ragazzo da quasi un mese, essendo quest'ultimo troppo impegnato con le riprese del film che l'avrebbe visto attore.

Si scambiavano sempre meno messaggi, e il riccio non ne poteva più di tutta questa situazione, gli mancava il giovane rapper, gli mancava tenerlo tra le braccia e baciare le sue labbra.

Qualche tempo prima, avevano anche litigato per il fatto che Mika avesse deciso di non fare parte della giuria di XF10, ma di intraprendere invece, la strada di un talent spagnolo che aveva fatto brillare gli ochi di Mika.

Federico non era stato per nulla d'accordo, avevano appena iniziato ad avere una relazione che si potesse definire stabile e il riccio se ne usciva con sta storia del talent in Spagna.

Michael, negli ultimi tre giorni, aveva provato a chiamarlo diverse volte, ma quell'odiosa voce meccanica della segreteria, continuava a informarlo che il telefono era irraggiungibile.

E quello che più infastidiva il libanese, era il fatto che il rapper aggiornasse costantemente i social su tutto quello che stava accadendo nelle sue giornate, mentre l'unico a cui non diceva nulla era proprio quello che avrebbe dovuto essere il suo ragazzo.

Michael non ne poteva più, così prese una delle decisioni più avventate della sua vita: avrebbe raggiunto Federico sul set di Zeta.

Era l'ultima occasione che avrebbe concesso al tatuato per riconciliarsi, altrimenti avrebbe messo fine a quel rapporto che si era rivelato complicato fin dall'inizio.

Con il cuore che batteva fortissimo nel petto, chiamò il suo autista, chiedendogli con innumerevoli balbettii di portarlo all'aeroporto, e quando chiuse la chiamata si avventò subito sul suo computer, per prenotare un volo last-minute, direzione: Roma.

Preparò una valigia alla bene e meglio, buttandoci dentro tutti i vestiti e la biancheria che gli capitava sotto mano, senza nemmeno pensare che giacche e pantaloni avrebbero potuto non essere abbinate.

******

Tre ore dopo era su quell'aereo che l'avrebbe portato dritto dritto dal suo ragazzo (poteva ancora considerarlo tale?), e nell'attesa di arrivare a destinazione si ripeteva in testa, quasi come una mantra, il conciso discorso di scuse che si era preparato.

Quando si accorse che le parole iniziavano ad annodarsi tra loro, cominciava a dimenticarne la maggior parte, si costrinse a pensare che stava iniziando ad essere troppo agitato, e che riposarsi per un'oretta gli avrebbe fatto di sicuro bene.

Passò davvero pochissimo tempo, Mika non riuscì nemmeno a rendersi conto se davvero si fosse addormentato o fosse stata solamente la sua immaginazione, che una voce metallica lo fece irrigidire sul posto:

" Ci stiamo preparando all'atterraggio, preghiamo i gentili passeggeri di allacciarsi le cinture di sicurezza e spegnere tutti gli apparecchi elettronici. Grazie per aver volato con Alitalia."

Le sue mani iniziarono a sudare dal nervoso.

Sembrò succedere tutto così in fretta, che non si accorse nemmeno di essere già sceso dall'aereo e di essere davanti all'entrata dell'aereoporto di Roma, pronto per andare a ritirare il suo bagaglio.

Quando mise le mani sulla sua valigia blu notte, Mika prese un respiro profondo.

Stava per rivedere quel ragazzo che in pochi mesi era riuscito a fargli battere il cuore come nessuno, lo aveva consolato dopo la sua rottura con Andy e gli aveva offerto una spalla su cui piangere.

Nastro adesivo ||Raccolta Os Midez\Gennex|| #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora