Il giorno dopo arrivai a scuola,decisa a non raccontare niente a nessuno.
Misi le cuffiette nelle orecchie e feci partire la canzone take your time,mi sedei in un angoletto a pensare a tutto quello che era successo poche ore prima.Come avevo fatto a cancellare dalla mente di Alessandro tutte le cose belle accadute quella sera con una semplice parola?Ero triste,non volevo parlare con nessuno.La campanella di entrata suonò ed Alessandro non era ancora entrato a scuola.Mi preoccupai,solo nel momento in cui lo avevo perso,la sera prima,avevo capito di amarlo.E non vedendolo mi preoccupai tantissimo.
Comunque entrai a scuola,mi sedetti al mio banco.
-Che cosa hai oggi che ti turba la mente?-quella voce fastidiosa della mia compagna di banco,Valentina.Bionda occhi azzurri,alta,con tutte le forme che una donna dovrebbe avere,ovviamente anche ricca,insomma viziata.Non la sopportavo.
-niente che ti interessi-
-ah ho capito,Alessandro ha finalmente capito che non vali niente?-
Le stavo per piantare la penna rossa che avevo in mano negli occhi.
-veramente è successo tutt'altro,e ti ripeto,che non ti deve interessare-risposi con molta calma,assumendo una posizione corretta sulla sedia.
Iniziò la lezione,potevo sapere se Alessandro fosse arrivato solo alla ricreazione entrando nella sua classe.Per questo le prime due ore trascorsero molto lentamente.Campanella della ricreazione.
Mi alzai,mi diressi nella classe del 5ºC,lui non ci stava.Presi il telefono,scrissi il nome"Alessandro❤️"
Spinsi sul tasto "chiama"
Il telefono squillò 2 volte,poi rispose una voce assonnata.
-Alessandro dove sei mi fai preoccupare!-
-ah non ci eravamo lasciati?-
-che cosa dici ma sei matto?-
-no,sono ubriaco-
-e hai guidato?-
-si,come pensavi tornassi a casa altrimenti?volando?-
-Ale non fai ridere!-
Attaccai,arrabbiatissima ma preoccupata allo stesso tempo.Mentre ero al telefono con lui non mi accorsi di urlare e quindi tutti mi guardavano.Mi diressi verso la mia classe ed aspettai l'uscita di scuola.
I miei quel giorno tornavano tardi quindi potevo anche non andare a casa.
Presi la strada per la fermata dell'autobus e mi diressi verso casa di Alessandro.Suonai.Mi aprì lui,in boxer e canottiera,con gli occhi rossi,i capelli spettinati e l'alito che sapeva di alcool.
-ma sei matto?-urlai
-mi dovevo calmare...-rispose molto tranquillamente
-E non pensavi a me?Sapevi che mi sarei preoccupata!-
-Tu?preoccupata?ma se mi hai risposto ad un ti amo con un "buonanotte"-
Continuò sempre con molta calma.
-ma perché non ero pronta!È ovvio che ti amo,semplicemente non ero pronta per una relazione così seria-continuai ad urlare
-TU NON SEI MAI PRONTA!Respingi tutti!Dici di non volere relazioni serie anche con le amiche!mi spieghi di cosa cazzo hai paura?Di trasmettere troppo affetto?-questa volta urlò
Non risposi,forse aveva ragione.Non sapevo cosa dire,avevo una tremenda voglia di ritornare indietro e di rispondere con un "ti amo" anche io,ma non si poteva.
-io...io semplicemente...non sono capace di dimostrare affetto...-
-MA CHI TE LO HA DETTO?-
La situazione si era capovolta,ora era lui quello che era arrabbiato ed urlava.
-io sono così e basta-
-invece no!tu sei,anzi,saresti perfetta.Se non avessi questa cosa,questo pensiero su di te che ti dice che non sei fatta per avere relazioni con qualunque persona.Sei sempre così,hai paura di questa cosa!Mi sono stufato di te,ti amo ma non posso stare male per una ragazza-
Stavo per ribatter ma mi chiuse la porta in faccia.Mi voltai.E tornai a casa.Salii in camera mia e mi buttai sul letto.
Non piangevo,non ero triste,cercavo solo una spiegazione a tutto quello che avevo in testa.Una spiegazione a ciò che ero.
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Se dio esistesse
CasualeQuesta storia parla della vita di una ragazza,apparentemente felice,che peró dentro ha molte cose che vorrebbe far sapere al mondo intero.Per farlo,userà la sua passione,scrivere.