Capitolo 2

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Tento di opprimere la sensazione di vuoto che mi travolge quando rimango sola nella mia stanza.
Non ho mai amato stare con la gente, eppure questa volta mi sento sola.

Mi sdraio sul letto e stringo il cuscino, posto tra le mie braccia. È un abitudine che ho preso da quando ero bambina. Il cuscino mi serviva da scudo. Molti bambini hanno paura dei mostri; io dovevo tenermi al riparo dai dispiaceri, dalle critiche di mia madre. Voleva che io diventassi perfetta...Ed ecco cos'ha ottenuto: una ragazza incasinata, sicuramente ben lontana dalla perfezione. Ora però il cuscino ha avuto un altro scopo: scappare da quegli occhi azzurri che mi incutono una strana soggezione.
Senza pensarci due volte, mi immergo in un sonno profondo.

Quando mi risveglio, Barbie non è ancora tornata e non posso fare altro che rallegrarmi per questo. L'ho vista uscire con un aderente vestito rosa, ma non di un rosa qualunque, un rosa così acceso da provocare un certo disturbo al mio stomaco. In più indossava tacchi altissimi neri. Avevo le vertigini solo a vederli.
Era vestita da classica putt-. Non concludo il pensiero per il bene comune.

Decido di farmi una doccia. Ripongo i vestiti in una cesta ed esco per raggiungere il bagno.
L'acqua scorre sul mio corpo, cercando di scacciare via quella tristezza che tento invano di togliere da tempo, troppo tempo. Ma è inutile.
Fa parte di me. Si è insinuata nella mia anima, colmandola.

Il vuoto mi riempie, inonda ogni singola cellula di cui dispone il mio organismo.

***

Apro gli occhi disorientata a causa della maledetta sveglia che continua a suonare. Fisso il soffitto della mia camera, ma è diverso da come lo ricordavo.
Sei nella tua nuova stanza, imbecille! Mi rammenta il subconscio.

Non mi ricordavo neanche di essermi addormentata.
Sento suonare una sveglia...Una sveglia? Perché sta suonando una sveg-
Oh no. No! Devo andare a lezione!

Mi vesto velocemente cercando di trovare qualcosa di decente nel mio armadio. Come al solito, però non trovo niente di nuovo. Metto una delle mie tantissime magliette nere, dei pantaloni neri e delle convers del medesimo colore.

Che originalità.

Mi avvio lentamente verso l'aula dove si svolgerà la mia prima lezione.
Una volta arrivata, noto che molti ragazzi hanno già preso posto. Avvisto con piacere che è libero un posto in ultima fila. Mi siedo e aspetto che la lezione inizi.
Dopo qualche minuto entra un uomo dai capelli brezzolati, vestito da classico professore di un college.
«Buon giorno ragazzi» inizia a parlare «Io sono il professor Coj. Benvenuti! Spero che la lezione vi piaccia...Bene, ora iniziamo.»
Mi preparo psicologicamente ad ascoltare le nozioni del professore, ma vengo distratta da un ragazzo che entra in aula.

«Scusate il ritardo.» dice, rivolto al professore.

Non ci credo. È lui.

Prende posto e ringrazio mentalmente i due tizi che sono seduti vicino a me.
Non so cosa avrei fatto se lo avessi avuto affianco.
Interrompo i miei pensieri e cerco di prestare più attenzione possibile alla lezione. Tutto inutile. La mia concentrazione è pari a 0 e...naturalmente i miei occhi corrono verso di lui.
Osservo ogni dettaglio. Tutto ciò che non ho fatto quando mi chiedeva di Britney, l'altro giorno.
Indossa una T - shirt blu scuro e dei jeans strappati.

Magnifico.

Lo fisso da un sacco di tempo. Spero solo che non se ne sia accorto.

«Bene ragazzi, la lezione è finita. Alla prossima.» ci saluta il professore.
Rimango sconcertata dalla velocità con la quale si è conclusa la lezione.
Devo assolutamente chiedere gli appunti a qualche studente che frequenta il mio stesso corso.

La giornata prosegue così, tra una lezione e un'altra e occhiate furtive.
Arriva l'ora di pranzo. Sono accecata dalla fame.

DEVO. MANGIARE. QUALCOSA. ADESSO.

Mi siedo in un tavolo, da sola.
Di fronte a me ci sono Britney, alcuni ragazzi, e lui, il ragazzo sconosciuto dagli occhi chiari. Lo fisso mentre addento un panino.
Improvvisamente Britney si alza e viene verso di me seguito dal suo ragazzo.

Oh no.

«Senti un po' Carly, o come ti chiami tu, la smetti di fissare il mio ragazzo!?» urla. Tutti i ragazzi della scuola ci fissano.
Deve sempre fare queste insulse sceneggiate?!
«Brit, senti, ricordati che io non sono il tuo ragazzo» interviene lui.
Cosa?!
Non è il suo ragazzo?

«Comunque ti sta fissando, no?» si difende imbarazzata.
A quanto pare non voleva rivelarmi che questo tipo non era il suo ragazzo.
Indignata, Britney se ne va con due delle sue amiche che la consolano, dicendole frasi del tipo: "Non ti curare di lei.", "È solo una ragazza viziata", "Non sprecare il tuo tempo così."

Faccio finta di niente. Per il momento.

«Scusami...Charlie, giusto?» mi chiede il falso ragazzo di Britney, avvicinandosi a me.
«Giusto.» gli sorrido.
«Be'...Britney si arrabbia facilmente» dichiara con un sorriso timido.
«Me ne sono accorta» dico imbarazzata. Le mie guance si trasformano in due pomodori.

«Comunque io sono Leo» mi stringe la mano.

Un sorriso mi compare sul volto, però, questo sorriso, per una volta, non è falso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 10, 2016 ⏰

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