Eight fucking years
Generalmente, al pronto soccorso del South Side di Chicago, i martedì notte non erano molto affollati, capitava solo di rado di dover partire con l'ambulanza e fortunatamente, nella maggior parte dei casi, non era mai nulla di troppo grave o difficile da gestire.
Erano ormai otto anni che Ian Gallagher lavorava lì come paramedico e, nonostante le occhiate un po' diffidenti di qualcuno, tutti avevano accettato il suo bipolarismo, che - tra l'altro - stava tenendo sotto controllo con i farmaci, prendendoli con regolarità.
Era stato quel lavoro a dargli la spinta decisiva, perché se prima prendeva le pillole lo faceva soltanto per la sua famiglia o per Caleb, non l'aveva mai fatto per se stesso. Adesso, invece, la situazione era completamente diversa: prendeva quelle maledette medicine perché voleva star bene, voleva continuare a fare il suo lavoro, voleva provare alle persone che diffidavano di lui che poteva vincere sulla sua malattia.
Come aveva previsto, con Caleb non era durata più di due anni, nell'ultimo dei quali la loro relazione camminava sul filo di un rasoio, c'erano sempre tensioni, malintesi e alla fine, di comune accordo, avevano deciso di farla finita per sempre.
Non ci aveva sofferto troppo, Ian, forse l'amore che provava per quel ragazzo era sparito nel tempo. Aveva avuto altri partner durante gli anni successivi, mai durati più di qualche mese e mai presentati alla sua famiglia.
E adesso, nei suoi ventisette anni compiuti da poco, Ian era innamorato solo del suo lavoro.
Quella sera era perso a studiare l'etichetta del succo di frutta che stava bevendo, visibilmente annoiato, non che si augurasse l'arrivo di una chiamata, ma quella notte avrebbe preferito di gran lunga trovarsi all'Alibi con suo fratello Lip a bere una birra.
Proprio suo fratello Lip, che ormai da otto anni faceva dentro e fuori dal centro di disintossicazione dall'alcool ... Chi lo avrebbe mai detto che sarebbe finito proprio come Frank? Eppure, per Ian, Lip era e continuava ad essere una delle persone dal cuore più grande che avesse mai conosciuto.
Fiona entrava e usciva da mille relazioni diverse, Debbie aveva terminato gli studi e si stava dedicando a Frances con l'aiuto di Carl e Dominique, l'unica coppia che aveva mantenuto un legame solido, Liam aveva 13 anni, ormai, e dal carattere che aveva sembrava proprio Carl da tredicenne ... solo che lui era nero veramente.
Erano tutti cresciuti e tutti, anche dopo otto lunghi anni, vivevano ancora a Casa Gallagher.
Così, all'improvviso, dal ricevitore che Rita portava attaccato alla camicia arrivò una chiamata, la voce arrivò forte e chiara alle orecchie di Ian, che subito - assieme ai suoi compagni iniziò a preparasi per il soccorso.
«Un uomo di 29 anni ha avuto un grave incidente sulla S. Artesian Ave, richiede un intervento immediato.» disse Rita con la sua voce ferma mentre i due paramedici che erano di turno assieme ad Ian salivano sui sedili anteriori, mentre lui si sedeva all'interno dell'ambulanza.
«D'accordo.» le rispose il giovane dai capelli rossi, con il volto più serio e concentrato che mai chiuse le porte e non appena il veicolo uscì dal garage azionò le sirene.
Lo aveva fatto tante volte Ian, ormai doveva essere come una routine, eppure era sempre come la prima volta: vi era ansia, tensione, paura, ma al contempo anche tanto coraggio ... e lui ne aveva da vendere.
Aveva imparato in quegli otto anni che, nonostante tutti i rischi del mestiere, salvare la vita di una persona era la sensazione più bella che avesse mai provato.
Quei pochi minuti di viaggio gli parvero interminabili, si attrezzò per ogni eventualità, mise a portata di mano tutti gli attrezzi che gli sarebbero potuti servire.
Subito pensò che doveva fare del suo meglio, quell'uomo aveva solo 29 anni, una lunga vita davanti a sé e, al momento, quella vita era tutta tra le sue mani.
Non appena arrivarono sul posto videro subito un corpo sanguinante disteso a terra, affiancato da due volanti di polizia. Con una rapidità inimmaginabile andarono incontro all'uomo e, non appena Ian riuscì a scorgerne il viso gli si gelò il sangue nelle vene: riconobbe subito i capelli neri che erano impregnati di sangue, le palpebre socchiuse appena celavano due splendidi occhi azzurri.
Non poteva essere lui, non poteva essere proprio Mickey Milkovich.
Proprio quel Mickey Milkovich.
Restò paralizzato, non riusciva a sentire i richiami dei suoi compagni e dei poliziotti, era troppo impegnato a ripercorrere con la mente tutti i momenti che aveva vissuto con quel ragazzo, quanto crudele era stato con lui quando gli aveva aperto il suo cuore davanti Casa Gallagher.
Non si sarebbe mai perdonato se fosse morto, specialmente se fosse stato lui stesso la causa della sua morte.
L'immagine di una possibile morte di Mickey bastò per far prevalere su Ian il suo istinto da medico, si precipitò sul suo corpo e iniziò a controllare tutti i parametri vitali, quando toccò la sua pelle calda e sporca il suo cuore perse un battito ... Quasi quasi era lui quello che doveva essere ricoverato.
«Ian, si può sapere cosa maledizione sta succedendo? Chi è quest'uomo?» domandò uno dei suoi colleghi, vedendo il modo frenetico e disperato in cui Ian stava agendo.
«Non importa adesso, Alan! Portatelo dentro l'ambulanza, devo collegargli l'ossigeno urgentemente!»
In pochi secondi Mickey fu portato e sistemato all'interno del veicolo, dopo aver chiuso le porte ed esser partiti dritti verso il Pronto Soccorso, in seguito alle varie medicazioni possibili e necessarie Ian s'accorse che vi era poco da fare per lui su quell'ambulanza, inoltre era ancora privo di sensi e sporco, così il giovane decise di iniziare a levar via il sangue dal suo volto. Era dolce mentre lo faceva, quasi come una carezza sfiorava la sua pelle calda e i suoi capelli, stringendo di tanto in tanto la sua mano sporca ... e diamine, cosa non avrebbe fatto in quel momento per di vedere i suoi maledettissimi occhi azzurri.
Ian non parlava, non piangeva, lo guardava e basta, provando a fare tutto il necessario per farlo restare in vita.
Non gli importava il tempo passato, non gli importava dei malintesi - quasi gli mancavano quelle sere passate a prendersi a cazzotti - non gli importava più di nulla, voleva solo che Mickey vivesse e giurò a se stesso che avrebbe fatto di tutto per salvarlo.

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Eight fucking years.
Fanfiction•{Gallavich ~ What if? ~ 2780 parole} "Così, all'improvviso, dal ricevitore che Rita portava attaccato alla camicia arrivò una chiamata, la voce arrivò forte e chiara alle orecchie di Ian, che subito - assieme ai suoi compagni iniziò a preparasi per...