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Mi asciugo gli occhi mentre salgo le scale.

Sono in ritardo di quasi venti minuti, visto che non riuscivo a smettere di piangere.

Ho veramente perso l'unica persona importante per me?

Non ce la farei mai senza di lui.

Cerco di tenere lo sguardo basso, non voglio che qualcuno mi veda piangere.

Sento qualcuno passarmi vicino e allora mi affretto, per fortuna era solo un'inserviente e sembra che non mi abbia notato.

Continuo a salire velocemente la scale, più veloce vado e prima arrivo.

Arrivo in cima alla scale e svolto all'angolo per arrivare alla fine del corridoio, dove si trova la mia  classe.

Quando ad un tratto mi accorgo di una stanza.
Una stanza che è sempre stata chiusa e di cui io ho sempre ignorato l'esistenza.

Senza rendermene conto mi ritrovo davanti alla porta con la mano già appoggiata sulla maniglia.

Pochi secondi e la apro.

Rivela una stanza spoglia con una grande tela al centro, così mi avvicino per vederla meglio.

Sulla tela è rappresentato uno sfondo tutto nero con sopra degli schizzi di vernice, tutti di colori diversi.

"Questa tela rappresenta la vita, con tutte le sue sfumature" spiega Ashton comparendo all'ingresso della stanza.

Quasi sussulto.

"Non credo che la mia possa essere rappresentata in questo modo"

Scelgo di non girarmi verso di lui mentre parlo.

"Questo perchè non hai provato abbastanza emozioni" mi spiega sicuro.

Mi giro, non so perchè lo faccio.

Ci guardiamo negli occhi e lui non dice niente.

"Vieni con me" se ne esce.

Non rispondo e lo seguo fuori dalla stanza.

Ci dirigiamo verso la scala antincendio e poi ci sediamo.

Tira fuori un pacchetto di sigarette e ne estrae una.

Fa qualche tiro e poi si decide ad interrompere questo silezio imbarazzante.

"Dimmi cos'è che ti tormenta..."
dice guardandomi negli occhi.

"ti vedo sempre così spenta, si percepisce anche da quello che disegni" ha la voce bassa, quasi come volesse farmi capire che quello che mi sta dicendo sia una cosa tra me e lui.

"Non c'è molto da sapere su di me" dico.

"So solo che sei testarda e hai talento nel disegno"

"Diciamo che mi riassume bene"

Fa un sorriso appena accennato.

"Signor Cooper mi scusi per l'interruzione" dice il preside rivolgendosi ad Ashton con un tono ironico.

Perfetto, penso nella mia testa, ora mi prenderò anche una punizione.

"Mi scusi, ho intrattenuto la signorina.." fa un attimo di pausa, non sa nemmeno il mio nome.

"perchè deve fare alcuni lavori per la mostra di fine anno, è molto brava e io la aiuterò" spiega.

"Ah...ehm, scusatemi allora vi lascio al lavoro!" dice mentre se ne va.

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