C'era una volta una tenera principessina dai capelli dorati di nome Victoria, fermamente convinta che le favole prima o poi si avverino, e che le principesse siano destinate a vivere per sempre felici e contente. La piccola credeva nella magia dei desideri, nel trionfo del bene sul male e nell' amore che vince ogni cosa: le sue convinzioni si basavano infatti sulla saggezza delle favole.
Da quando poteva ricordare, dopo il bagno serale si era sempre rifugiata sotto la soffice trapunta rosa, affondando in mare di cuscini vaporosi, ad ascoltare la regina che le leggeva le storie della buonanotte, incentrate su splendide damigelle in difficoltà. Anche se era vestita di stracci, condannata a un sonno lungo un centinaio di anni, intrappolata in una torre o vittima di chissà quale macchinazione, la bionda eroina veniva sempre salvata con grande coraggio da un ardito e affascinante Principe azzurro. La piccola assaporava ogni parola letta dalla madre, e sera dopo sera si abbandonava al sonno creando lei stessa racconti splendidi e meravigliosi. <<Arriverà mai il mio principe?>> chiese una sera alla regina, spalancando per la meraviglia e l' innocenza gli occhioni color ambra.
<<Si cara, un giorno arriverà.>>
<<E sarà grande, forte, coraggioso, bellissimo e affascinante?>> volle sapere.
<<Ma certo! Sarà come lo sogni, e ancora più incantevole. Sarà la luce della tua vita, la tua ragione di vita, perché così è scritto nel libro del destino.>>
<<E vivremo per sempre felici e contenti, come succede nelle favole?>> domandò con aria sognante, chinando la testa di lato e posando la guancia sulle mani intrecciate.
Con un gesto lento e tenero la sovrana fece scorrere le dita tra i capelli della figlia.<< Proprio come nelle favole>> le ripeté. <<Adesso dormi.>> Dopo averla baciata sulla fronte, se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle.
<<Puoi uscire, ora sei al sicuro>> mormorò la principessa, allungandosi oltre un lato del letto e sollevando la frangia della coperta. <<Vieni pure, amico mio.>>
Timothy Vademberg III saltò fuori e andò a occupare il solito posto al suo fianco. Non sembrava affatto un Timothy Vademberg III, ma aveva piuttosto l' aria di uno straccione, eppure la bambina lo adorava come se avesse potuto vantare il miglior pedigree al mondo.lo abbracciò deliziata, e si addormentarono entrambi, felici.
La principessa era solita applicarsi sulle gote il belletto della regina, ricavato da certe bacche, ogni volta che giocava indossava i suoi abiti da sera e le scarpette da ballo con il tacco alto, che fingeva fossero di cristallo. Tenendo sollevato l' orlo del pesante vestito affinché non toccasse il pavimento, saltellava in giro per la camera battendo con aria civettuola le ciglia, sospirando timidamente e dicendo:<< Mio caro principe, ho sempre saputo che saresti arrivato>> e :<< Si, certo, sarò onorata di diventare la tua sposa>>. Recitava poi la scena madre del salvataggio tratta da ognuna delle sue favole preferite, delle quali conosceva a memoria ogni battuta.
Si esercitava con diligenza preparandosi all'arrivo del principe, senza mai stancarsi di recotare il suo ruolo. Divenne così molto brava a battere le ciglia, sospirare e accettare proposte di matrimonio.
Alla cena del suo settimo compleanno, dopo aver espresso il desiderio segreto soffiò sulle candele della torta al cioccolato e le spense tutte; subito dopo la regina si alzò da tavola e le porse un pacchetto confezionato con estrema eleganza. <<Noi crediamo che tu sia ormai abbastanza grande da apprezzare questo dono speciale, tramandato da madre e figlia per generazioni. Quando avevo la tua stessa età, mia mamma me lo diede in occasione del mio compleanno. E oggi tuo padre e io ci auguriamo di vedertelo affidare un giorno a tua figlia>> le spiegò.
Quando la sovrana le porse il pacchetto, pur essendo divorata dalla curiosità la bambina riuscì a far scivolare via il nastro e il fiocco in modo da lasciarli intatti e poterli aggiungere alla sua raccolta. Ripiegò poi con grande cura la carta, evitando di strapparla, e alla fine si tutte quelle operazioni tirò fuori il suo dono: era un antico carillon che aveva due minuscole figurine sul coperchio, una coppia elegante intenta a ballare il valzer.
<<Guardate!>> esclamò, sfiorando appena le statuine con la punta delle dita. <<È una dama bionda con il suo principe!>> <<Prova ad avviarlo>> le suggerì il re.
Stando ben attenta a non sforzare troppo il mecchanismo, la principessa girò la chiavetta. Nell' aria echeggiarono le note di "Un bel giorno il mio principe arriverà", e i due raffinati ballerini cominciarono a girare e rigirare.
<<La mia canzone preferita!>> gridò la piccola.
<<È un auspicio per il tuo futuro>> commentò soddisfatta la regina. <<E ti ricorda ciò che accadrà.>>
<<È bellissimo>> dichiarò la principessina, affascinata dalla musica e dalle figurine danzanti. <<Grazie! Grazie!>>
Victoria non vedeva l' ora di salire in camera sua per ascoltare in pace il carillon e fare progetti e sogni con Vicky, la sua migliore amica invisibile che i suoi genitori si ostinavano a definire immaginaria.
<<Sbrigati Victoria>> l' accolse Vicky in preda all' eccitazione, non appena si fu chiusa la porta alle spalle. <<Fallo funzionare!>>
<<Mi sto sbrigando>> ribatte lei, appoggiandolo sulla toeletta e facendo girare la chiave.
Non appena la musica di "Un bel giorno il mio principe arriverà" si diffuse nella stanza, Vicky si mise a canticchiare.
<<Ho proprio voglia di ballare!>>
<<Non so se possiamo. Penso che...>>
<<Tu pensi troppo. Avanti sbrigati!>>
La principessina si mise davanti al grande specchio posto al certo della camera, tutta bianca e rosa. Ogni volta che vi si guardava, l' immagine riflessa la faceva sentire così splendida che le veniva voglia di ballare. Sentendo quella musica dolcissima non riuscì più a trattenersi: con estrema grazia si girò da una parte e dall' altra, abbassandosi e rialzandosi in una danza colma di spirito che nasceva in un angolo profondo e remoto del suo essere. Anche Timothy Vandenberg III si mise a ballare, continuando a girare tutto allegro su se stesso.
Quando la cameriera venne come al solito a prepararle il letto, la piccola si stava divertendo così tanto che continuò a danzare.
All' improvviso sulla soglia della stanza apparve la regina.
Sorpresa ad ammirare la principessa invece che a svolgere i suoi compiti, la domestica rimase di pietra, mentre Timothy si rifugiò sotto il letto. Ma la giovane principessa era così assorta che non badò affatto alla madre, fino a quando questa non gridò alla cameriera di andarsene. Solo allora si immobilizzò, bloccandosi nel bel mezzo di una delle sue piroette più riuscite.
<<Victoria, come hai potuto inscenare uno spettacolo così indegno?>>
Mortificata, la bambina si chiese com'era possibile che una cosa così bella fosse invece riprorevole.
<<Se vuoi danzare, devi imparare a farlo nella maniera appropriata>> riprese la sovrana. <<Lo Studio Reale di Belle Arti dispone di eccellenti maestri di balletto, un' attività molto più adatta a una principessa che non quella di saltare su e giù sbattendo le braccia come una ragazzetta qualunque... e come se non bastasse, davanti a un membro della servitù!>>
In quel preciso istante la piccola giurò a se stessa che non avrebbe mai più eseguito la sua danza "Un bel giorno il mio principe arriverà" davanti a qualcuno, con la sola eccezione di Timothy, naturalmente. Lui era diverso: da quando lo aveva trovato che vagava intorno al palazzo, randagio e affamato, gli aveva confidato mille segreti, e lui l' amava sempre e comunque, al contrario di certe persone di sua conoscenza...
Dopo essersi calmata, la regina rimase ad assistere al bagno serale della figlia, aiutandola poi a infilarsi la camicia da notte color lilla. Seduta al suo fianco sull' enorme letto con il baldacchino di pizzo bianco, prese il libro di favole dal comodino e cominciò a leggere a voce alta. Ben presto la principessa si lasciò catturare dal magico mondo in cui tutti vivono per sempre felici e contenti, il suo stomaco smise di agitarsi, e lo spiacevole incidente appena vissuto scomparve dalla sua mente.
STAI LEGGENDO
La Principessa Che Credeva Nelle Favole.
RandomAutrice Marcia Grad Powers Psicologa Una principessa di nome Victoria Cerca di liberarsi del suo adorato principe azzuro ( che tanto azzurro non è ). Con l' aiuto di qualcuno Ci riuscirà? Scopritelo leggendo Trama Una favola che va dritta al cuore...