Dubbi

704 73 22
                                    

Hey peeps...oggi doppio aggiornamento, per farmi perdonare l'assenza di questo periodo ^_^.

Spero vi piaccia anche questo capitolo...in caso contrario, accetto consigli! :)

Bye bye e pasta a tutti voi!

Il casino, pensò Lovino, coprirà i rumori...

Non lasciò da parte la facciata di stronzaggine dedicata allo spagnolo, cercando (in modo nemmeno troppo convinto) di scollarselo di dosso.

-Lasciami, maniaco- gli disse, fintamente disgustato

-Per una volta collabora, Lovino...- lo riprese Spagna, mordicchiandogli il collo e lasciandoci un vistoso succhiotto.

-Sei un cretino!- lo rimbrottó Lovino- quello come cazzo dovrei coprirlo?
-Semplice, non lo copri- gli mormoró l'altro sul collo.
-Bastardo.

Forse, si disse il Meridione, non mi annoieró così tanto questa mattina...

Le ore volarono, mentre in quella stanza buia esistevano solo loro.
Per un poco, la pace li avvolse. Erano loro i padroni di quel piccolo angolo privato di paradiso.
Non lo avrebbe mai ammesso, ma gli piaceva quella sensazione.
Era sé stesso, non Sud Italia ma semplicemente Lovino Vargas. Era al sicuro da tutto e tutti.
Era con il suo angelo.

POV Germania, quello stesso pomeriggio

Alla fine aveva disobbedito alle tradizioni e si era diretto a casa di Italia, sperando di non trovarci un Lovino incazzato. Sarebbe voluto andare a piedi per mollare la tensione, ma le scarpe scamosciate non erano l'ideale per camminare sotto la pioggia. Si fece accompagnare a casa dell'italiano da suo fratello e Austria, che per tutto il tragitto non fecero altro che battibeccare e lanciarsi frecciatine.

-Damerino.

-Zoticone.

-Verginello isterico.

-Maniaco sessuale.

-Ragazzi- li aveva interrotti Ludwig- vi dispiacerebbe lasciare le disquisizioni da coppietta a quando io non ci sono?

-Tanto anche tu finirai così- lo minacciò scherzosamente Gilbert

-Come no...ah bruder, ci vediamo alle 7:15...torno in taxi.

-Okay, divertiti!- rispose Prussia con un'occhiata ammiccante.

Fortunatamente per la sanità mentale di Germania, arrivarono al bell'appartamento di Feliciano. Scese dalla Volkswagen nera e chiuse la portiera, assaporando il silenzio e l'aria fredda.

Estrasse le chiavi dalla tasca del cappotto ed entrò. Dopo le sei rampe di scale che portavano al giusto piano, si sistemò la giacca ed entrò. Fu stranissimo sentire casa Vargas così vuota, solo con il camino che scoppiettava, e Ludwig si preoccupò un poco.

-Feliciano? Ci sei?

-Luddi?- arrivò puntuale la risposta

-Dove sei?- chiese dando un'occhiata in tutte le stanze davanti a cui passava

-In camera mia.

Arrivato davanti alla porta, Germania si apprestò a bussare.

-Entra, è aperta

Appena aprì la porta, la scena che gli si presentò davanti lo lasciò con gli occhi spalancati e il fiato corto.

-F-Feli, potevi dirmelo che sei nudo!

-E a che scopo? Non ti vergognerai mica!- ridacchiò lui- mi hai visto così un milione di volte.

-Già.- il solo ricordo di quel "milione di volte" scatenava in lui pensieri molto poco casti.

-Sono superipermega felice di vederti!- disse poi, gettandosi tra le braccia del tedesco.

-A-anche io Feli, anche io. Ora però mettiti qualcosa addosso, sennò ti prenderai un malanno.

Il moro si diresse verso l'armadio, e senza indugiare più di tanto si mise un pigiama azzurro a maniche lunghe.

-Sono le sei e mezzo di pomeriggio Italien, non sarebbe meglio aspettare la sera per mettere il pigiama?- chiese Ludwig, pur considerando quella visione una delle cose più adorabili del pianeta.

-Ma no! Tanto devo solo stare a casa!

-Capisco.

Uscirono dalla stanza di Italia e si misero davanti al camino, in piedi.

-Perchè non ci sediamo per terra?

Sapendo che eventuali negazioni non sarebbero state accettate, la nazione tedesca si stese sul coloratissimo tappeto di fronte alle fiamme danzanti del fuoco.

Feliciano gli si sdraiò al fianco, poggiando la testa sulla sua spalla e dandogli, di tanto in tanto, qualche bacio leggero.

-Secondo la tradizione gli sposi non dovrebbero vedersi prima del matrimonio- disse sottovoce Ludwig sorridendo.

-Siamo forse una coppia tradizionale?- chiese di rimando Italia con il candore che lo distingueva

-Hai ragione.- gli scoccò un bacio sulla punta del naso, che fece ridacchiare l'italiano.

Seguì un momento di silenzio, nel quale a Ludwig vennero subito in mente, come spessissimo succedeva, mille motivi per cui Feliciano non sarebbe dovuto stare con lui. Istintivamente si tirò su a sedere, facendo sobbalzare Italia vicino a lui.

-Hey Ludi, tutto bene?

-Ja...

-Sicuro? Tutto tutto tutto?

-Tutto

-Va bene- cedette, baciandogli languidamente il collo e facendolo rabbrividire- ma se c'è qualcosa devi dirmelo, okay?

-Sì...certo...- rispose abbassando lo sguardo- ora però forse è il caso che io vada a casa...ho detto a mio fratello che sarei tornato alle 7:15, e sono già le 7:30.

-Devi proprio andare?- domandò l'altro, abbracciandolo più forte.

-Sì.

Germania si alzò dal tappeto per prendere le scarpe che aveva lasciato in camera dell'italiano, e una voce lo raggiunse mentre era ancora in corridoio.

-Sicuro che vada tutto bene?

-Ti ho detto di sì, Italien- rispose, pentendosi immediatamente del tono che aveva usato.

-Scusa- disse infatti

-Fa niente.

Prese le scarpe, si diresse verso il portone di casa, e per farsi perdonare schioccò un bacio sulle labbra all'italiano che lo aveva raggiunto davanti alla porta.

-A domani amore.

-A domani Feli...

Would you still love me the same?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora