Prologo

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Mi sono sempre chiesto quando avrei incontrato quella persona che avrebbe mi avrebbe completato, dando un senso alla mia vita.
Quella persona che sarebbe venuta a salvarmi. A darmi forza. A sorreggermi. Cambiandomi, in meglio. Pronta a donarsi a me. Pronta a morire per me.
C'è un'unica risposta. Mai. Non avrei mai trovato, quella persona. Perché? Perché io sono lo scarto della società di oggi. Non c'era persona più in basso di me. Chi più, chi meno, stava sempre meglio. Anche adesso in una pozza di sangue, il mio, penso che non ci sia punizione più severa che madre luna potesse infliggermi. Starò sempre solo. Staremo sempre soli. Io e il mio lupo. Insieme, fino alla morte. Le energie sgorgavano lentamente fuori dal mio corpo insieme al sangue e ai sentimenti. L'unica cosa che potevo fare era lasciar fare, lasciandomi andare. La vita faceva il suo corso in fondo, no? Perché intralciarla, a questo punto? Perché continuare a lottare? Dove mi aveva portato questa lotta estenuante chiamatasi vita? Nella pozza del mio sangue.


Quanto desidererei poter vivere un po' di più, ma quella sfera di luce, lassù, evidentemente non la pensava come me. Sperai solo che lui non sia troppo duro con me. In fondo lui era sempre stato buono. Forse mi perdonerà per aver nonostante tutto, desiderato la vita. Guardai la madre luna. La nostra protettrice e non potei far a meno di piangere silenziosamente, forse per l'ultima volta.

<<Mi dispiace>> le sussurrai. Tossii e sputai sangue.

Era così bella, splendente e perfetta nella sua rotondità ed immortalità.

Il mio lupo tacque. Era stanco, come me. Sfinito, ma non solo. C'ero io con lui, in lui. Avrei voluto avere un po' di forza in più per consolarlo e ringraziarlo per tutto ciò che ha sempre fatto per me. Iniziai a non sentire più la foresta. Non riuscivo a percepirla. Guardai in alto e la madre luna mi sembrava il riflesso di un lago, dolcemente sfocata. Non vedevo altro se non lei. Anche in questi ultimi attimi di follia mi appariva come la migliore delle fantasie. Il sangue rallentò il suo corso, quasi liberato del tutto dalla costrizione del mio corpo. Non riuscii più a dire in che luogo mi trovassi, né a ricordare o a fare null'altro.

Con tutto ciò che mi rimase provai a parlare al mio lupo; ma fallii. Sono sempre stato un perdente, in tutte le categorie e anche ora, non ero da meno. Qualcosa di fresco bagnò la mia guancia, una lacrima; la mia. Provai un'ultima cosa, prima di mollare tutto ciò che ancora potesse legarmi a questa terra, che non sentivo più. Ululai alla madre luna. Un ululato che non sentii. Un'ultima volta. Chiusi gli occhi e mi lasciai cadere nel limbo della morte.

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