Capitolo 2

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Nell ' ora successiva arrivò la professoressa di storia : una tipa singolare , con un vago accento del nord Italia .

- Buongiorno, buongiorno. - Disse farfugliando lei

Si sedette con la solita agitazione e prese il libro di storia .

- Pagina 121 . Veloci , veloci . Dobbiamo fare troppe cose ! -
La professoressa di Storia era particolarmente ansiosa, inoltre era fissata con le date . Ricordava tutto e pretendeva la stessa cosa dai suoi alunni .

Ambra aprì il libro , posò gli occhi sull' argomento .
Tutte quelle lettere le sembravano un totale miscuglio, privo di senso .

Quando stava in primo superiore, si sforzava a leggere bene ; si faceva anche aiutare dalla professoressa di sostegno. Poi è passato il tempo e tutti hanno perso la pazienza .

Le attività principali da fare a scuola erano : guardare fuori dalla finestra e disegnare le facce dei suoi compagni . Già , di ritratti ne aveva il cassetto pieno a casa , le piaceva disegnare , la faceva sentire libera .

Così quando la professoressa iniziò a spiegare Ambra si concentrò su una nuova gratificante attività : guardare cosa faceva il suo vicino di banco . Lì per lì sembrava che stesse prendendo appunti , poi guardando meglio non stava scrivendo , o meglio stava scrivendo , ma non parole : note musicali.

- Che ci fai con quelle ? - Disse Ambra

- Quelle cosa ? - Chiese il ragazzo

- Le note di Musica ... nel senso che le suoni ? -

- Sì ... al pianoforte - affermò il ragazzo secco .

Ambra continuò a guardarlo intento a scrivere , poi si girò e fisso per qualche secondo la professoressa, infine  ricominciò a guardare fuori dalla finestra.

- Ambra ! È possibile che tu sia sempre distratta ! Non solo non studi , non ascolti neppure ! - Questa affermazione fece tornare l'attenzione di Ambra sulla professoressa.
Non era agitata , neanche mortificata , ormai ciò che dicevano i suoi professori le scivolava addosso .

Passo anche quell ' ora , tra le occhiataccie della professoressa e i continui sguardi verso l'orologio .

Finalmente quella solita e noiosissima giornata terminò , tutti uscirono in più fretta possibile , mentre Federico si avviò con massima calma alla porta d'uscita . Non aveva affatto voglia di tornare a casa , tra i suoi genitori che continuavano a dirgli di mangiare e lui che si ostinava a rispondergli no , preferiva di gran lunga passare il pomeriggio seduto in un Bar a comporre un po' di musica .
Così si sedette nella parte del Bar all'aperto dove c'erano tavolini vuoti . Poi cominciò a pensare ai suoi nuovi compagni di classe, la sua vicina di banco non sembrava antipatica, ma degli altri non ricordava minimante ne i visi ne i nomi .

" Se potessi volare me ne andrei via da qui " pensò lui . Già , la sua nuova città non gli piaceva ,la scuola gli sembrava un carcere , mentre la sua nuova casa era molto triste , con pareti grigie e soffitti bianchi .

Un odore di sigaretta lo fece distrarre dai suoi pensieri, si girò per veder da chi proveniva quell ' odore , alla sua sinistra , silenziosamente c'era Ambra intenta a finire la sua sigaretta .
Lei lo riconobbe subito

- Ciao - affermò lei . Lui la salutò con un cenno .
In effetti si riusciva a vedere il disagio in entrambi da un miglio .

- Emh ora io devo andare... a domani - rispose Ambra. Già , non le andava affatto di cominciare una conversazione, non perché Federico le fosse antipatico , ma per il semplice motivo che se avrebbe detto qualcosa di sbagliato si sarebbe vergognata troppo .

La ragazza si alzò e si avviò verso casa con fare deciso .
Non voleva tornare a casa , per niente. Le sarebbe piaciuto molto di più starsene le ore a fissare il vuoto senza dire niente.

Sua madre, poi , l'avrebbe tempestata di domande su come fosse andata la giornata e Ambra avrebbe detto bugie su bugie , già , perché la mamma di Ambra non sapeva nulla di quello che succedeva a scuola . Non sapeva di Rebecca, Greta e Claudia. Non aveva la minima idea che i professori di Ambra rimproverassero così tante volte la ragazza .
Ambra girò la chiave, eccola era ritornata a casa .

Anche Federico era tornato a casa, i suoi genitori non c'erano .
Il silenzio della casa gli metteva un lieve senso di inquietudine. Si sedette sul letto , aveva mal di stomaco. Aveva fame . Non era una sensazione piacevole , per niente ma non doveva mangiare , non poteva mangiare .

Ma l'impulso era troppo forte , si alzò , aprì il frigo e cominciò a mangiare tutto quello che c'era fino all'ultima briciola . Ecco , ora si sentiva come un senso di colpa dentro . Si precipitò in bagno , mise la mano in bocca , più giù possibile e tolse tutto ciò che prima aveva ingoiato. Si sciacquo la bocca e si guardò allo specchio , le labbra erano violacee e la faccia pallida . Ecco , ora si sentiva bene , non sentiva nessun peso dentro .

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