"Non ti tormenta il fatto che ogni istante sia diverso da quelli precedenti e che tu non possa fare niente per riviverli? Che tu non possa fermare il tempo, o le stagioni, che nessuno capirà mai completamente i tuoi pensieri e le tue scelte?"
"In realtà no. Non ci penso mai. In ogni caso, perché dovrei tormentarmi su qualcosa che è già bello così com'è?"
"Cosa intendi?"
"Intendo che è giusto che le cose siano come sono, e se sono come sono è semplicemente perché non possono essere altrimenti. È giusto che il mondo sia complesso, misterioso e nostalgico. Sta poi a te interpretare il senso delle tue paranoie"
"Capisco. Dunque secondo te sono un folle paranoico, insomma"
"Dipende. Chi stabilisce i confini della paranoia? Magari sono folli tutti gli altri, che fanno finta di niente, fingendo che tutto questo sia normale, vivendo la loro misera vita. Insomma, io un po' ti capisco, e in parte hai ragione. E se io volessi rivivere un ricordo, o invertire le maree, o mettermi a fluttuare, o uscire dalla mia dannata testa e farmi un giro nello spazio? Cosa dovrebbe impedirmi di fare tutto questo, e per quale motivo? Noi non possiamo sapere tutto, ma tutto il resto, l'infinità al di fuori della nostra testa, sa di noi. Ci conosce, altrimenti non saremmo nemmeno qui a parlare. Ci sta pure ascoltando, e ti dirò di più: ci sta anche regalando quegli istanti di cui parli. Non è abbastanza questo per te?"