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Si narra che nell'entroterra siciliano vivesse un contadino zoppo di nome Saro. Saro era molto conosciuto in paese, camminava sempre a torso nudo con un grande crocifisso al collo e ad ogni passo sbagliato che faceva chiamava un santo tanto che ogni giorno li nominava tutti, per questo si era guadagnato il soprannome di "calendario". Un giorno Saro ebbe un figlio, Melo (Cammelo) ed era molto contento, si immaginava già in futuro di passeggiare accanto a lui proferendo blasfemie. Quanto ne sarebbe stato orgoglioso!
Il tempo passava e Melo cresceva, ma il padre era sempre più preoccupato. Melo infatti aveva passato i suoi primi otto anni senza imprecare contro nessuna divinità. Inutili i tentativi del padre di insegnargli qualcosa. Lo portava perfino a lavoro con lui, si dava ad esempio un colpo di zappone sul piede e componeva le migliori liriche degne della scomunica, assicurandosi che il figlio ascoltasse e imparasse. Ma niente ebbe successo, colmo di tristezza Saro guardava Melo cadere giù dalla bicicletta, sbattere il mignolino contro il piede del tavolo e non reagire in nessun modo. Si stava arrendendo all'idea di non avere un degno erede, e si consolava con fiumi di birra del discount, perfino le sue bestemmie stavano diventando più flebili.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 18, 2016 ⏰

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La leggenda della bestemmia esplosivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora