capitolo 5

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Cosa gli è preso? Mi sto iniziando a preoccupare.
"Tutto bene? Cosa ti è preso?" Dico con una voce gentile e apprensiva.
"Em... Niente lascia stare" dice asciugandosi le lacrime, passano pochi secondi quando mi ridice: "posso farti una domanda piuttosto intima?"
"Sì certo" dico anche se non sono del tutto sicura di sentire cos'ha da dire...
Em... C-come hai perso la
V-verginità?" Chiede.
Io sbianco, ha toccato il mio punto più debole, è riuscito a farmi crollare.
Dico con voce bassa e balbettante "sei sicuro di volerlo sapere?"
"Sicurissimo, continua per favore" dice tranquillamente e anche piuttosto curioso.
Bevo un sorso di birra e inizio: "ero ad una festa con la mia migliore amica" faccio un respiro sostanzioso e ri inizio a parlare "era una festa in spiaggia, avevo 16 anni, io e Kylie la mia migliore amica ci danno al bere, dato che era gratis" bevo un'altro sorso di birra "c'era una marea di gente, ma mi accorsi che un ragazzo continuava a fissarmi, era molto carino, dato che Kylie era di due anni più grande di me mi disse di iniziare a darla come faceva lei... Kylie è una ragazza stupenda che però ha un piccolo difetto, se gli sei simpatico e sei carino lei ti accoglie a braccia aperte... E dato che quella sera ero piuttosto ubriaca e avevo fumato qualche spinello andai lontano dalla festa con il ragazzo che mi fissava..." Un lacrima mi taglia il viso "e lui iniziò a toccarmi, ma io non ero del tutto sicura di farlo, allora cercai di scappare, ma lui era più grande e forte di me... Mi fece ingoiare qualcosa e io svenni sul colpo. La mattina mi risvegliai da sola in una spiaggia lontano da dove ci fu la festa la notte prima. Ero nuda, il mio vestito nero era tutto strappato era a qualche metro da me.
Tornai a casa... Non raccontai niente né a mio papà ne alla sua fidanzata.
Un mese dopo iniziai a sentirmi male.
Lo dissi a Kim, la fidanzata di mio papà, lei andò in farmacia e mi comprò un test di gravidanza. Quando tornò a casa mi spiegò tutte le procedure e mi chiuse in bagno, dopo venti minuti d'attesa guardai il monitor: due lineette rosse, positivo.
Lo dissi a Kim e lei mi obbligò ad abortire.
Anche mio papà era d'accordo con Kim, ma infondo avevano ragione, ero troppo piccola per diventare mamma, avrei dovuto lasciare la scuola e tutti i sabati sera in discoteca e poi non sapevo neanche chi fosse il padre. Tenni il mio bambino in pancia per altri 3 mesi, 4 in tutto. Arrivò il giorno dell'intervento, dopo l'aborto i dottori mi dissero che era un maschio. Lo chiamai Federico.
Mi sento ancora un'assassina, ho ucciso il mio bambino, non me la perdonerò mai.
Decisi comunque di mettere la bara nel cimitero di Sidney. L'ho ucciso io e non lo riavrò mai più" inizio a piangere.
Non raccontai mai a nessuno questa storia, la dissi solo alle persone più care, non so perché l'ho raccontato oggi ad un semplice sconosciuto, forse mi volevo liberare di questo peso che tengo sulle spalle ormai da 3 anni. Non riesco a smettere di piangere. Jonatan mi abbraccia forte, come se mi volesse far capire che lui è con me.

gli opposti si attraggonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora